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Venezia, musei

Venezia,musei,secondo fascicolo.
Per chi viene per la prima volta a Venezia,e ovvio che il tempo e preziosismo.In una città d’arte per eccellenza ,con tanti musei,chiese e posti meravigliosi, scegliere
dove andare non e facile.Per facilitare le vostre scelte ,di seguito trovate brevi descrizioni,orari,prezzi di alcuni musei di Venezia.

La prima parte di questo articolo si trova su  indirizzo.

http://dipoco.altervista.org/venezia-museo-orari-prezzi/

musei : accademia

musei : accademia

Accademia.
Fondata nel 1750 con finalità didattiche, conserva capolavori più grandi al mondo ,opere della pittura veneta che vanno dal 1300 al 1700.

Durante la dominazione austriaca, in un periodo di saccheggio continuo, il ruolo dell’Accademia fu fondamentale per trattenere nella laguna, una parte delle opere legate alla tradizione veneziana.
Nel museo sono conservate opere dei più famosi Maestri quali Bellini, Giorgione, Carpaccio, Tiziano e Tiepolo.

Musei, orario,

lunedì dalle 8.15 alle 14.00 (ultimo ingresso ore 13.15)
da martedì a domenica dalle 8.15 alle 19.15 (ultimo ingresso ore 18.30)
Indirizzo: Campo della Carità, 1050, 30123 Venezia
Telefono:041 520 0345
biglietteria ; info e prezzi per mostre speciali

http://www.gallerieaccademia.org/informazioni/costi/

 

Notte dei Musei:

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo aderisce alla
Notte dei Musei, promossa dal Consiglio d’Europa nei 47 Paesi aderenti, aprendo con ingresso a 1 euro in tutta Italia dalle 20:00 alle 24:00 le porte di numerosi monumenti, musei e aree archeologiche statali.
http://www.tafter.it/2014/06/17/eventi-il-21-giugno-torna-lart-night-venezia-2014/

 

museo storico navale

museo storico navale

Museo storico navale;
Uno splendido museo che racconta la storia della marina italiana e veneziana.
Sorprendenti sono le ricostruzioni di una trireme, di una “galeazza” (galea di grandi dimensioni, protagonista della vittoria sui Turchi a Lepanto nel 1571),Bucintoro, la nave da cerimonia usata dal doge, gondole, siluri guidati da sommozzatori,e altre imbarcazioni tipiche veneziane .

Musei, orario,
Stagione estiva (1/4 > 31/10)
Da Lunedì al Giovedì 8.45 – 13.30 | Venerdì e Sabato 8.45 – 17.30
Domenica e festivi 10.00 – 17,30

Stagione invernale (1/11 > 31/03)
Da Lunedì al Giovedì 8.45 – 13.30 | Venerdì e Sabato 8.45 – 17.00
Domenica e festivi 10.00 – 17.00
Chiuso 25 Dicembre, 1 Gennaio , 1 Maggio
La biglietteria chiude mezz’ora prima
Indirizzo: Riva S. Biasio Castello, 2148 – 30122 Venezia

Tel. 041.2441.399

 

INFO E PRENOTAZIONI

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Museo-Storico-Navale-6226.html

 

Musei: Casa Goldoni

Musei: Casa Goldoni

Museo Casa Goldoni
“Casa di Carlo Goldoni”, fu eretta nel XV secolo.
Proprietà della famiglia Rizzi il palazzo fu affittato ai Zentani o Centani, da cui prese
la futura denominazione, ospitando anche una fiorente Accademia artistico-letteraria. Verso la fine del ’600 vi si stabilì il nonno paterno di Carlo Goldoni, Carlo Alessandro, notaio di origine modenese.
La famiglia Goldoni rimase in questa casa, in cui Carlo nacque il 25 febbraio 1707, fino al 1719.
http://carlogoldoni.visitmuve.it/it/pianifica-la-tua-visita/orari/
Palazzo Mocenigo
Il museo espone una selezione di pezzi rari – tessuti e costumi, tra cui originali e sfarzosi abiti del Settecento.Gli abiti e gli accessori esposti, di provenienza veneziana, sono realizzati in tessuti operati, spesso impreziositi da ricami e merletti.

 

Musei, orario,

dal 1° Novembre al 31 Marzo ; 10.00 – 16.00

dal 1° Aprile al 30 Novembre;10.00 – 17.00

Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio- Chiuso

Biglietteria chiude mezz’ora prima

Indirizzo: Santa Croce, 1992, 30135 Venezia

Telefono: 041 721798

http://www.vivaticket.it/index.php?nvpg[festivalDetail]&id=572&wms_op=museiCivici&Language=ITA

 

vetro di murano

vetro di murano

Vetro di murano
La storia del Vetro di Murano nasce nel 1291 quando si decretò che le vetrerie di Venezia, attive probabilmente  già prima del mille, fossero trasferite a Murano dal momento che i forni dei laboratori erano spesso responsabili di disastrosi incendi, che divenivano particolarmente gravi perché all’epoca le costruzioni erano principalmente in legno.

Indirizzo: Fondamenta Marco Giustinian, 8, 30141 Venezia ,Murano
Telefono:041 739586
Musei, orario
dal 1 aprile al 31 ottobre 10.00 – 18.00

dal 1 novembre al 31 marzo 10.00 – 17.00
Chiuso 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio
Biglietteria chiude 30 minuti prima

Biglieteria

http://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=30#
Museo del Merletto di Burano

merletto

merletto

Il merletto di Burano è uno dei più rinomati merletti al mondo.Le prime testimonianze della fioritura del commercio di merletti veneziani risalgono alla fine del XV secolo. Ma la fine della Repubblica di Venezia (1797) coincise con l’inizio di una lenta crisi: la produzione del merletto divenne un’attività esclusivamente familiare, e il numero di merlettaie iniziò a decadere,fino a far correre il rischio di esaurire questa tipica produzione plurisecolare.

dal 1 aprile al 31 ottobre
10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.30)

dal 1 novembre al 31 marzo
10.00 – 17.00 (biglietteria 10.00 – 16.30)
Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio
Indirizzo: Piazza Galuppi, 187, 30142 Venezia ,Burano
Telefono:041 730034

Biglieteria :

http://museomerletto.visitmuve.it/it/pianifica-la-tua-visita/biglietti/

 

dipinto bizantino

dipinto bizantino

Museo Dipinti Sacri Bizantini

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Museo-Dipinti-Sacri-Bizantini-Istituto-Ellenico-6221.html

Museo Diocesano d’Arte Sacra

http://www.veneziasi.it/it/musei-gallerie-venezia/museo-santa-apollonia.html

 

Sc

Scuole veneziane

Le istituzioni chiamate Scuole sorsero a Venezia in epoca medievale. I patrizi aderivano  solo alle Scuole di maggiore importanza per ragioni di prestigio o per assicurarsi i vantaggi  spirituali che esse procuravano; i cittadini di basso livello sociale o che svolgevano attività equivoche non venivano accettati, così pure le donne, se non come membri della famiglia di un confratello.

Alcune Scuole sorsero per riunire i lavoratori stranieri presenti a Venezia: Schiavoni, Albanesi, Bergamaschi ;altre Scuole invece riunivano gruppi di artigiani secondo la professione svolta.Le più importanti furono le Scuole a carattere religioso.

Scuola grande San Giovanni Evangelista di Venezia

http://www.mconline.it/struttura/venezia/148/scuola_grande_san_giovanni_evangelista_di_venezia.htm

Scuola grande dei Carmini

http://www.zainoo.com/it/guida-italia/veneto/visitare-venezia/scuola-grande-dei-carmini

Scuola grande di San Rocco

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Scuola-Grande-di-San-Rocco-6489.html

Scuola san Giorgio degli Schiavoni

http://www.arte.it/guida-arte/venezia/da-vedere/museo/scuola-di-san-giorgio-degli-schiavoni-993

Chiese

Musei : chorus chiese

Musei : chorus chiese

A Venezia ci sono più di 250 chiese tra consacrate e sconsacrate.
Chorus contribuisce alla conservazione e alla valorizzazione delle chiese di Venezia, un immenso patrimonio e ne favorisce la conoscenza attraverso un percorso museale che unisce sedici tra i massimi esempi di architettura religiosa di Venezia.

Sedici tra le maggiori chiese di Venezia, visitabili con un unico biglietto, il Chorus Pass.
http://www.turismovenezia.it/Venezia/Le-Chiese-di-Chorus-ed-il-biglietto-Chorus-Pass-99421.html

UN VIAGGIO IN SECOLI D’ARTE,LE CHIESE PIÙ FAMOSE DI VENEZIA
http://www.thatsvenice.it/guide/chiese/

 

 

 

Venezia- Eventi meteo strani

venezia- eventi meteo strani.

Eventi meteo strani ci sono sempre stati nel mondo nel passare del tempo. A venezia oltre le maree ,la più alta nel 1966

http://dipoco.altervista.org/venice-the-highest-tide/

sono da ricordare alcuni eventi rari ed inaspettati per una città con un clima tipico della Pianura Padana, con temperature minime invernali (1 °C in media),una transizione tra il clima continentale e il mediterraneo .

eventi meteo-laguna ghiacciata

eventi meteo-laguna ghiacciata

Laguna ghiacciata,

La laguna ghiacciata a Venezia non è un evento meteo che si verifica spesso.

L’acqua salata non ghiaccia a 0 gradi, ma ad una temperatura più bassa. Inoltre la corrente di marea fa che l’acqua sia sempre in movimento.

A partire dal 17 gennaio 1929,ci furono una decina di giorni con nevicate quasi ininterrotte. Il 4 febbraio sull’Altipiano Carsico ci sono stati -14°, la temperatura più bassa degli ultimi 32 anni.Ghiacciati tutti i fiumi e laghetti alpini. Anche a Venezia la minima è scesa a -9,2°, dato del tutto eccezionale. 5 febbraio 1929 .A Padova la temperatura è scesa a -16,3° un dato che non si ricorda a memoria d’uomo. Anche le altre città del Veneto hanno toccato valori rigidissimi; a Venezia -10°.

Laguna ghiacciata Venezia Cannaregio

Laguna ghiacciata Venezia Cannaregio

La città viene investita da un gelo straordinario.La neve dei giorni successivi fa aumentare lo strato di ghiaccio.Con tutta la laguna ghiacciata Venezia diventa uno spettacolo .Lo spessore di giaccio permette agli uomini di camminare sulla laguna . „ Nel 1929 non c’era ancora il ponte della Libertà e la gente ha percorso la Laguna a piedi per arrivare alla Terraferma.Si poteva arrivare a piedi dalle Fondamenta nuove al cimitero,dalla isola di Torcello fino a Venezia “.

Un evento meteo,più recente ,l’ondata fredda che ha colpito l’Italia nel gennaio 1985 è stata una tra le più rigide tra quelle riscontrate dal 1951 in poi.A causa dell’afflusso di masse gelida provenienti direttamente dalle regioni polari, in molte località scese di 10 gradi e anche oltre al di sotto dello zero.Poi arrivò la neve, e più esattamente quella che in molti in Italia considerano la “nevicata del secolo”. Per 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve (30 a Venezia).La temperatura minima -9°C fece ghiacciare la laguna quasi totalmente.

Nel 2012, il ghiaccio, dalle zone più aperte, si e’ spinto fino ai canali più interni del centro storico e del Canal Grande,con grande stupore non solo dei veneziani ma anche dei turisti, che stanno arrivando per il Carnevale partito un po in sordina proprio per le temperature rigidissime.

http://www.meteoweb.eu/2012/02/veneto-tregua-di-gelo-e-maltempo-ma-la-laguna-di-venezia-resta-ghiacciata/116328/  

Tornado a Venezia

eventi meteo -tornado venezia

eventi meteo -tornado venezia

Un evento meteo strano e stato quello dell 11 settembre 1970.Una tromba d’aria assassina, percorse 70 chilometri,dirigendosi verso Venezia.Partendo da Colli Euganei passa per Padova,Abano Terme e Selvazzano Dentro. Arrivata a Venezia investì in pieno un motoscafo prossimo all’isola di Sant’Elena. Morirono 21 persone.Alle 21.45 colpì il Camping Cà Savio dove si trovavano circa 300 persone: 80 tende distrutte, 57 bungalow rasi al suolo. Il tornado si fermo a Cavallino Treporti  dissolvendosi.Provocò in tutto 36 vittime, 500 feriti e danni per oltre 5 miliardi di vecchie lire. Il tornado del settembre 1970 è stato uno dei fenomeni più violenti che non abbia mai colpito Italia. http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=484677

lapide alle vittime del tornado del 1970 santa elena

lapide alle vittime del tornado del 1970

Il 12 giugno 2012 parte della Laguna di Venezia venne devastata da un altro tornado. Colpite le Isole di Sant’Erasmo e Sant’Elena. Le folate di vento (stimati ad oltre 120 km/h),creano danni ai edifici vecchi( scoperchiati,la biglietteria Actv,trasporti pubblici venezia, inclusa). La tromba d’aria spazza via trentaquattro barche a remi ,finite ammucchiate attorno ad un albero . Molti alberi caduti,alcune persone ,sono rimaste bloccate dalla caduta dei rami,ma non sono stati feriti gravi.In alcuni punti della città la navigazione è stata bloccata.

Altri eventi strani che colpirono Venezia nella storia sono stati i terremoti

Per Venezia più grave fu il terremoto del 1093 che “storse il Campanile  di S. Angelo e ne seguì, addietro mortalità e carestie”.

giardino dei Papadopoli -Venezia

giardino dei Papadopoli -Venezia

Il terremoto di Villaco del 1348, dell’XI grado, che fece rovinare molti campanili in Venezia .

Un altro aspetto riguarda l’avvento di ondate di maremoto: “Il Canal Grande rimaneva ogni tratto asciutto in modo da lasciare vedere il fondo, mentre l’acqua si riversava ora da un lato ora dall’altro”.

Nei secoli seguenti sembra assistere ad una diminuzione dell’intensità dei sismi fino al secolo XIX che fu caratterizzato da “quiete sismica” poiché nell’area veneziana si ebbero pochi risentimenti di rilievo.

Da agosto alla fine di novembre 1997, uno sciame sismico, generalmente con Magnitudo Richter inferiore a 3, ha interessato l’area settentrionale della Provincia di Venezia.

Venezia, 29/05/2012. Crollo sattua ai giardini Papadopoli.

Venezia, 29/05/2012. Crollo sattua ai giardini Papadopoli.

Nella prima mattinata , martedì 29 maggio 2012, il Centro e il Nord dell’Italia sono stati sconvolti da un nuovo violento terremoto. L’epicentro del sisma,si è avuto nella Pianura Padana Emiliana, e più precisamente nel territorio della provincia di Modena (tra i comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo). La scossa più forte avvertita  è stata registrata pochi secondi dopo le 9, e ha avuto una magnitudo di 5.8 gradi.

A Venezia il terremoto ha provocato la caduta di una statua che ha sfiorato una donna ai Giardini Papadopoli dove diverse statue sono pericolanti.

 

Venezia 21 giugno 2013 „Una forte scossa di terremoto,magnitudo di 5.2, è stata avvertita in tutto il Nord Italia e in parte del Centro pochi minuti dopo le 12.30 .L’epicentro è stato localizzato tra Emilia e Liguria, a Fivizzano in provincia di Massa Carrara.A Venezia si e sentito pero non ha fatto alcun danno.

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San Teodoro-Venezia

San Teodoro-Venezia

San Teodoro Venezia

San Teodoro Venezia

San Teodoro,(Todaro per i veneziani) santo bizantino e guerriero, primo protettore della città,di Venezia,viene raffigurato in marmo ,su una delle collone della piazzetta di San Marco nell’atto di uccidere un drago, metafora del bene che vince il demonio in forma rettile,immagine del maligno, che emette fuoco,che distrugge.

 (La statua è in realtà una copia, l’originale si trova all’entrata di Palazzo Ducale).

san todaro l'originale

san todaro l’originale

San Teodoro di Amasea (l’odierna città di Amasya in Turchia) noto anche come Teodoro Tiro (dal greco Tyron = soldato) era un soldato dell’esercito romano nel Ponto, che subì il martirio per la fede in Cristo.Egli fu martirizzato per essersi rifiutato di fare sacrifici agli dei romani, ed aver dato fuoco al tempio di Cibèle, un antica divinità venerata in Anatolia.Fu torturato e poi gettato in prigione.

Gli offrirono perfino la carica di pontefice se lasciava la sua fede. Teodoro rifiutò , non riconoscendo i loro dei,e testimoniando che non gli avrebbero strappato una sola parola, un solo gesto contro la fedeltà che doveva al Signore.

Il giorno 17 febbraio, probabilmente fra il 306 e il 311 d.C., venne bruciato vivo,sotto l’accusa di essere cristiano.La leggenda racconta che Teodoro non senti il bruciore delle fiamme, morì senza dolore e rese l’anima glorificando Dio.

Fu seppellito ad Euchaite, una località vicino ad Amasea,in Turchia, città che nel corso del decimo secolo venne chiamata anche Teodoropoli (l’etimologia del nome Teodoro deriva dal greco: “regalo di Dio”).

Scuola Grande di San Teodoro

Scuola Grande di San Teodoro

La Scuola Grande di S. Teodoro, dedicata al primo patrono di Venezia, fu costruita a partire dal 1580 su iniziativa della confraternita composta da mercanti ed artigiani che in quell’epoca era ospite presso la Chiesa di San Salvador. Qui si riunivano i membri della corporazione dei commercianti e degli artigiani, che si aiutavano reciprocamente in caso di bisogno.

Sulla facciata secentesca troviamo cinque statue sulla sommità rappresentanti San Teodoro e quattro angeli. Le sculture sono di Bernardo Falcon (seconda metà del XVII secolo). Il salone fu progettato e realizzato da Baldassarre Longhena ed adornato con dipinti risalenti al ‘600 e ‘700 del Vassilacchi, Jacopo Palma il giovane, Balestra, Bassano.

Nel 1999 I Musicisti Veneziani iniziarono a tenere le proprie Stagioni Concertistiche all’interno della Scuola Grande ed essa divenne la più prestigiosa Sala da Concerto di Venezia.  

http://www.duepassinelmistero.com/Veneziainsolita.htm

Le reliquie del martire furono trasportate dall’Oriente a Brindisi ,città di cui è tuttora patrono ( conservate in un’urna reliquiario presso un altare della cattedrale di Brindisi).

In realtà si presume un “sequestro” del prezioso carico diretto dall’Oriente a Venezia. In conseguenza , a Venezia apparve un altro Santo Teodoro, non più soldato ma generale conosciuto come Teodoro di Eraclea o anche come Teodoro Stratelate ( dal greco Stratelátes = portatore di lancia). Fu torturato e crocifisso ad Eraclea Sintica in Tracia ,per ordine di Licinio (Augustus nel 308),e (anche lui) sepolto a Euchaite.

cappella Isidoro, basilica di San Marco

cappella Isidoro, basilica di San Marco

Nel 1267 suoi resti vennero asportati e portati a Venezia,nella Chiesa di San Salvador dove divenne il primo patrono della città di Venezia. Nel altare della chiesa ci sono ancora le ceneri del santo.

Venezia lo festeggia il 9 novembre , come patrono della città fino al XIII secolo. Una piccola chiesa intitolata a lui e esistita fin dal VI secolo nell’area attualmente occupata dalla basilica di San Marco.

Cappella di S. Isidoro ,situata sul fondo del lato sinistro della basilica di San Marco. La parete divisoria rivestita in marmo che la separa dalla basilica corrisponde alla parete esterna originale della antica chiesa di San Teodoro .

Questo sdoppiamento dell martire Teodoro generò una fioritura di leggende e misteri per finire con l’ipotesi di un unica persona,venerata in luoghi e tempi diversi,e che influirono sui giorni delle commemorazioni. Nell’arte bizantina e veneziana i due santi sono spesso raffigurati assieme. Talvolta sono rappresentati a cavallo e si distinguono per essere l’uno soldato armato di spada .La fisionomia dei due santi è invece pressoché identica, venendo sempre raffigurati con capelli corti e riccioluti, barba corta e curata.

Saints Theodore Tyron and Theodore Stratilates

Saints Theodore Tyron and Theodore Stratilates

San Teodoro e considerato santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese orientali ed è considerato patrono di: militari,reclute e protettore contro i ladri. Nelle chiese bizantine il Teodoro soldato era ricordato il 17 febbraio mentre il generale l’8 febbraio. Per i occidentali invece il soldato era ricordato il 9 novembre e il generale il 7 febbraio.

Sul Ponte di Rialto ,il più antico ponte che attraversa Canal Grande, verso il Fontego dei Tedeschi, sono scolpite le figure di San Marco e di San Teodoro, l’attuale ed il precedente protettore della città,opere di Tiziano Aspetti .

san todaro a rialto

san todaro sul ponte di rialto

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I giardini nascosti della laguna.

venezia biennaleNegli giardini nascosti della laguna troviamo autentici capolavori verdi ;l’alloro, la palma ,il bosso ,la vite canadese,la quercia gli alberi da frutto insieme a fiori da terre lontane, con  tagli differenziati ,labirinti ed effetti di “tappeto orientale”,creano delle vere opere d’arte. Accanto ai giardini “necessari” ne sorsero nei secoli anche quelli pur ornamentali ,come i giardini bizantini con il loro pozzo centrale o i ricercati giardini alla francese del ‘700.
Un tempo Venezia era circondata dal verde, i campi della città erano destinati alla coltivazione o al pascolo degli animali (da qui l’origine del nome campo), ma col passare degli secoli queste zone sono state ricoperte dalle lastre di trachite utilizzate per la pavimentazione della città,ridimensionando lo spazio verde a 120 mila metri quadri.

 

palazzo malinpiero-vera da pozzoMa dietro le facciate dei palazzi nobiliari nelle cortili dei conventi esistono ancora delle   piccole vigne ,serre nascoste,  angoli fioriti ,sparsi su tutta la città .  A Venezia ci sono più di cinquecento giardini.

Hanno origini diverse: quelli che fanno parte di antichi conventi, quelli che appartenevano alle dimore nobiliari o quelli per uso agricolo, ed ognuno con una propria peculiarità.Alcuni si sono sviluppati verticalmente ,potendo essere ammirati dall’esterno solo se si va con la testa in su,alcuni si aprono in occasione di eventi speciali,in altri si può emergere liberamente.

Nei tempi passati erano noti i giardini degli Erizzo a San Canciano, degli Zilioli e dei Buoni a Sant’Angelo, dei Michieli a San Gervasio e Protasio, dei Testa a Cannaregio. Alla Giudecca si ricordano quelli dei Dandolo, dei Gritti, dei Vendramin e dei Loredan, mentre a Murano quelli dei Morosini, dei Corner e dei Navagero.

Il giardino seicentesco di Palazzo Soranzo Cappello, a pochi passi dalla stazione giardino palazzo  soranzo-cappelloferroviaria del sestiere di Santa Croce,con l’ingresso che si affaccia in Rio Marin, ha un aspetto all’apparenza abbandonato, ma ad un’ispezione più attenta ci si accorge che il giardino è ben curato nei dettagli. Al suo interno ci sono degli alberi ma anche della bassa vegetazione. La corte esterna, delimitata da due pareti, e pavimentata, nel percorso centrale,e ,da l’idea di una “stanza” esterna al Palazzo.Vicino al muro ci sono le viti miste ai gelsomini. Lungo i viali ci incantano i peschi, i mandorli, i prugni, i ciliegi, i nespoli, gli albicocchi, le fragole. All’interno della corte, crescono due alberi di kaki.                                                                                                            Si è scelto di lasciare parte della vegetazione nata spontaneamente, per preservare l’aspetto del giardino, quasi in abbandono, suggerito dalle ambientazioni letterarie di Gabriele D’Annunzio e di Henry James.

 

Importante e straordinario è il Giardino della Fondazione Querini  Stampalia ,(Stampalia è il nome dell’isola greca che fu feudo della famiglia fino agli inizi del XVI secolo) ,in Campo S. Maria Formosa, creato e progettato dall’architetto Carlo Scarpa.
Questa volta l’elemento principale e l’acqua ,che,dal canale su cui si affaccia il palazzo, entra  attraverso paratie che corrono lungo i muri interni  ,si raduna in giardino in un’ampia vasca a più livelli in rame, cemento e mosaico e in un piccolo canale ai cui estremi si trovano due labirinti in alabastro e pietra d’Istria.
Carlo Scarpa ha trasformato il tipico cortile veneziano reinterpretando i modelli arabi e giapponesi. Al centro un tappeto erboso geometrico e un ciliegio, una magnolia e un melograno. Tutt’intorno macchie di rampicanti e cespugli completano l’arredo vegetale, accompagnando un’antica vera da pozzo, un leone gotico, dei capitelli e due fontane.

ca bemboIl giardino di Palazzo Giustinian-Brandolini (residenza veneziana della Marie Brandolini d’Addala affacciata sul Canal Grande), creato dai proprietari a fine Ottocento, protegge dalla curiosità con un un fitto boschetto artificiale di lauri, tassi e castani, mentre il bosso disegna un labirinto magico.Sullo sfondo, la facciata posteriore del palazzo e ricoperta interamente da un glicine centenario. Questo boschetto , era uno dei più estesi tra quelli presenti a Venezia.

 

Palazzo  Vendramin Carlengi. Davanti all’ala seicentesca (detta Ala bianca), a destra vendramin carlengidell’edificio, ce un discreto giardino , accessibile anche dal canale attraverso un cancello i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.Sul retro il palazzo presenta una piccola corte, chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso , è affissa una lapide che ricorda la morte di Wagner “avvenuta fra le mura del palazzo”.

Il delizioso giardino di rose di Palazzo Cappello Malipiero Barnabò, purtroppo, si concede agli sguardi solo al di là della balaustra in pietra d’Istria che si affaccia dal tratto di Canal Grande che separa Rialto dall’Accademia.Alla scenografia del giardino dalla fine dell’800 contribuisce sensibilmente l’arredo statuario ;con la fontana rappresentante il Ninfeo d’Ercole,il grandioso Nettuno inserito nella parete opposta del giardino.L’utilizzo del bosso, con i suoi toni cromatici scuri ed intensi e la sua sapiente potatura, accentua la teatralità.In giardino la grande vera da pozzo con l’arma dei Malipiero,e testimonianza del’unione dei Cappello con i Malipiero su cui sono raffigurate i bassorilievi dei due sposi, Caterino e Elisabetta.

 

Ca’ Zenobio, Dorsoduro – Fondamenta del Soccorso 2596: nell’ottocento dietro al palazzo in stile barocco veneziano venne trasformato in un giardino romantico, con vialetti, ponti, collinette.Oggi il complesso appartiene alla Congregazione Armena Mechitarista ed è visitabile solo in occasione di manifestazioni culturali e ricevimenti.venezia Labirinto Borges Fondazione Cini

Il giardino di Cà Morosini del Giardin mantiene le caratteristiche tipicamente veneziane con il giardino che si mescola con l’orto tra fiori e alberi da frutto.La vegetazione presente al suo interno varia dalla rosa, passiflora e vite americana ,ai calicanti,ortensie, rose, iris, petunie, bocche di leone, mimose, dalie, palme, albicocchi, cachi, fichi, melograni, ulivi e cipressi.Si trova a Cannaregio, Calle Valmarana al 4629,ed è gestito da suore domenicane.

Anche il palazzo di Cà Rezzonico,che si trova a pochi minuti da Campo S. Margherita ,ora sede del Museo del Settecento veneziano ci accoglie con un giardino straordinario,con aiuole di bosso con pergola ricoperta da glicine e vera da pozzo.

Quello dei Contarini Dal Zaffo è uno dei più famosi della Venezia rinascimentale, frequentato da artisti e letterati che si riunivano al Casin dei Spiriti.Il suo fascino colpi Gabriele D’Annunzio che gli dedicò alcune pagine.Si specchia sulle acque della laguna nord, e si trova a Cannaregio, Fondamenta Gasparo Contarini.Dal complesso del Palazzo fa parte il Casin degli Spiriti, vicino alla Fondamenta della Misericordia e l’Isola di S. Michele, non molto distante nella laguna.

Sulle isole gli uomini di fede hanno costruito edifici avvolti dal verde:

Nel Sant Erasmo ,la più grande isola di venezia ,ha mantenuto per secoli la sua vocazione agricola con le coltivazioni dei carciofi asparagi lattughe ,i cardi, il giuggiolo,e le vigne .

giardini biennaleSull’isola di San Giorgio Maggiore: un intreccio di 3 mila piante di bosso riproducono il nome dell’argentino Jorge Luis Borges,uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, come in un libro aperto.Si tratta di un labirinto progettato negli anni ’80 per Jorge Luis Borges nel cortile della Fondazione Cini. Oltrre ai bossi ci sono le aiuole con le specie botaniche di gigli, rose e camelie che ispirarono i leggendari tessuti disegnati nel primo ‘900 da Mariano Fortuny y Madrano, nei terreni della fabbrica manifatturiera della Giudecca.

 

Negli spazi dei conventi e delle chiese accanto ai fiori come i gigli e rose ci sono:la palma ,il fico,l’olivo,piccole vigne,la viola e il trifoglio.
Sull’isola della Giudecca,i frati cappuccini vi coltivano ulivi e viti, alberi da frutto come meli, peschi, fichi, ortaggi e le erbe aromatiche un tempo utilizzate nella farmacia. Un boschetto di olmi, cipressi e lecci caratterizza il vicino giardino novecentesco affacciato sulla laguna.

Al Redentore, si scoprirà un equilibrio più austero nel giardino con orto annesso, passeggiando tra kiwi, viti, rose ed erbe officinali.Si può visitare anche il retro della chiesa del Redentore che appare come una moschea con due minareti, la biblioteca, il refettorio e i due chiostri.

Nei preziosi giardini Bauer Palladio,(isola di Giudecca), ex orti di frati del XVI secolo:ce una
particolare ortensia Annabelle, con fiori bianchi , rose e ibischi; e la magnolia più vecchia di Venezia.

Ca’ Rezzonico e Ca’ Zenobio alla Giudecca, che ospita anche il giardino di una vivacegiardini reali signora svizzera ricavato dai terreni di una vecchia fornace. Qui si possono ammirare 600 mq con molte varietà di narcisi, clematidi e di rose antiche,

I parchi ed i giardini aperti al pubblico di Venezia sono: la Pineta di S.Elena, i Giardini Napoleonici, i Giardini Groggia, i Giardini Papadopoli,i Giardini Savorgnan e i Giardini Reali.
Alcuni parchi pubblici tuttora esistenti,risalgono al XX secolo, come i Giardini Papadopoli, che aprono le porte al visitatore che giunga da piazzale Roma.  Vennero realizzati nel 1834 su di un’area  in cui sorgevano la Chiesa e il Monastero della Croce. All’epoca era una delle aree verdi più grandi, con 12.000 mq di estensione. In quest’area incantevole si trovano piante di fusto alto , alberi da frutto e gelsi,una collezione di piante esotiche che suscitavano meraviglia e stupore nei viaggiatori..

Con i francesi vennero costruiti i Giardini Reali, degni del nuovo viceré d’Italia Eugenio
di Beauharnais, collegati ai nuovi Giardini Pubblici di Castello (detti napoleonici).

I Giardini Reali si trovano a sud di Piazza San Marco.Sono stati costruiti in seguito alle demolizioni dei granai pubblici, e anche da prigioni dove venivano rinchiusi i genovesi fatti prigionieri durante la guerra di Chioggia. Gli edifici con i granai pubblici sono visibili sulla pianta prospettica di Jacopo de Barbari del 1500.Erano chiamati Granai di Terranova perché erano stati costruiti sopra a del terreno di riporto, ossia “terra nuova”, un po’
come accadeva per le aree denominate “sacca”. In epoca napoleonica i granai pubblici vennero malauguratamente abbattuti per far posto ai Giardini Reali che attualmente vengono anche denominati Giardinetti ex-Reali.
La particolarità sono le pergole di epoca austriaca ricoperte da piante rampicanti.Le specie presenti sono le sofore, le robinie, gli allori e i faggi, pittospori, eleagni, oleandri, eponimi, vite del Canadà, glicini e edere.
Parco Savorgnan,(ora sede dell’Istituto per il Turismo Algarotti) si trova in fondamenta di Cannaregio, a pochi passi dal Ponte delle Guglie e da Palazzo Labia (sede della Rai del Veneto) e uno dei pochi giardini pubblici di venezia .
Nato come orto botanico , faceva parte del Palazzo Savorgnan,e diventa di uno dei giardini più spaziosi della città con un’area di quasi 10.000 metri quadrati,di platani e castani .

giardini papadopoliGiardini Napoleonici
Quest’area verde, comunemente nota come Giardini di Castello, vennero realizzati nel 1807 con decreto napoleonico su di un’area occupata da antichissimi complessi religiosi. In seguito all’abbattimento degli edifici, i materiali di risulta furono utilizzati per realizzare una collinetta sulla quale venne eretto un caffè, oggi trasformato in Padiglione della Biennale. Le specie arboree presenti nel giardino sono più di cento: tigli, bagolari, platani, ligustri, allori, pittospori, eponimi e anche piante esotiche rare.

 

Giardini Groggia
Questi giardini di forma quadrangolare si trovano a Sant’Alvise (Cannaregio) .
Di impianto ottocentesco e disegnati come giardini romantici, si caratterizzano per la presenza di numerosi elementi lapidei, frutto dell’attività edilizia della famiglia Groggia. Purtroppo al giorno d’oggi sono molto trascurati e per questo poco frequentati.

 

Dopo la caduta della Serenissima ,con l’arrivo degli austriaci molti giardini furono Giardino Malipierodistrutti.Questi imposero elevate tasse sulla proprietà costringendo così molte famiglie anche nobili a rinunciare al proprio spazio verde per risparmiare le imposte.

La abbondanza di verde di una volta di venezia si può dedurre dai nomi stessi di certi posti:giardini reali,pineta di Sant’elena,S.Francesco della vignia,Ca Morosin del giardin,S.Maria del orto.
Visite nei giardini segreti di venezia:

orto dei conventi -giudeccahttp://www.getyourguide.it/venezia-l35/venezia-tour-a-piedi-dei-giardini-segreti-t33033/

i ristoranti con giardini

http://2night.it/2013/07/01/giardini-segreti-nei-ristoranti-di-venezia.html
In una città fatta di pietra solo all’apparenza,ci colpisce il profumo di gelsomino o delle rose o dell orientale glicine dai suoi giardini segreti.

 

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La festa di San Marco.

basilica  di san marcoLa festa di San Marco  si svolge il 25 aprile, data della morte di San Marco,ma nella Repubblica di Venezia erano dedicati a san Marco anche il 31 gennaio, ricordo della traslazione a Venezia delle reliquie, e il 25 giugno,data del rinvenimento, nel 1094, del luogo in cui esse erano state occultate (secondo la leggenda, dentro un pilastro).

La Basilica di San Marco ,tra i monumenti più visitati e ammirati al mondo,occupa un posto privilegiato nel cuore dei veneziani poiché, oltre ad onorare il santo patrono, ogni suo dettaglio è decorato con , sculture ed opere d’arte guadagnate come bottino nelle vittorie storiche della Repubblica.
La vita di San Marco evangelista si può leggere nei atti degli apostoli,ma la sua morte e il trafugamento delle spoglie sono avvolte in mistero.Discepolo dell’apostolo Paolo, segui Paolo e Barnaba (il suo cugino),ad Antiochia e volle accompagnarli anche al ritorno .Li segui anche nel viaggio fino al Cipro ,ma quando dovettero attraversare una regione inospitale e paludosa sulle montagne di Tauro ,Marco,(chiamato anche Giovanni dai ebrei) ,rinuncio e torno a Gerusalemme.Segui poi Paolo fino a Roma dove rimase poi a servizio di Pietro .Durante questo periodo Marco trascrisse la narrazione evangelica di Pietro ,di qui era divenuto discepolo,e per questo fu invitato ad evangelizzare la parte del nord di Italia.Giunto ad Aquileia,capoluogo della Regione Venetia et Histria , vi incontrò un il controllo delle guardie
cittadino di nome Ermagora e, convertendolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città, avviando così l’evangelizzazione di tutta quest’area .

Recandosi poi ad Alessandria d’Egitto con lo scopo di convertire gli infedeli di quel paese, in una buia sera di tempesta, la navicella dove era imbarcato cerco riparo in una delle poche capanne di pescatori che sorgevano sull’isola si “dice di Rialto” .
Il Santo dopo una frugale cena coi pescatori si tese a terra, si addormentò e nel sogno che fece gli apparve un angelo, in forma di leone alato,che così gli parlò ”Su questa isoletta, o Marco un giorno una grande città meravigliosa sorgerà e in questa tu troverai il tuo ultimo riposo e avrai pace- Pax tibi, Marce, Evangelista meus.Hic requiescet corpus tuum.” (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.)”. Marco al mattino si svegliò, e raccontò ai pescatori il suo sogno, prima di salpare nuovamente per l’ Egitto dove trovò la morte.Le reliquie furono custodite nella chiesa innalzata a Canopo, il principale porto greco in Egitto prima della fondazione di Alessandria.
la cesta di ortaggiFurono avventurosamente traslate a Venezia nell’anno 828 da due leggendari mercanti veneziani: Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Il percorso da Alessandria fu ricco di peripezie,a partire della necessità di nascondere i resti del santo sotto un carico di ortaggi e carni di maiale,perché i musulmani non si sarebbero azzardati ad ispezionare un simile carico.Prima di arrivare a venezia al altezza della cita calabrese di Cropani,la barca si trovo in mezzo ad una tempesta.Le reliquie furono salvate grazie ad intervento dei marinai Cropanesi.Per questa ragione ,un pezzo delle spoglie del santo,la rotula e conservata nella chiesa di santa Lucia a Cropani,come simbolo di gratitudine per l’aiuto.

Le reliquie del Santo sono oggi conservate nel’altare maggiore della basilica Veneziana. Il trafugamento di corpo di San Marcoprestigio dato dalle spoglie di San Marco ha permesso a Venezia di aumentare molto il suo potere e la sua indipendenza.

 

 


Il programma della festa di San Marco a Venezia:

 http://www.zonalocale.it/2014/04/24/un-programma-intenso-e-ricco-per-la-festa-di-san-marco/9962

 

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Il denaro è diventato,prima ancora dei Fenici, il sogno della maggior parte delle persone sulla terra. I soldi sono diventati oggetto di culto per la maggior parte delle persone moderne .Gli abbiamo costruito più templi di tutti i templi delle altre religioni sulla terra insieme…..Leggi di più   http://ipaddy.altervista.org/il-denaro-una-nuova-religione/

Venezia , san Giovanni e Paolo

Venezia ,  san Giovanni e Paolo

Campo San Giovanni e Paolo detto anche Campo de le “Meravegie”  è un’area san giovani e paolomonumentale tra le più importanti di Venezia, seconda solo a quella di S. Marco.    Il più importante,la basilica dei Santi Giovanni e Paolo (detta San Zanipolo in dialetto veneziano) è uno degli edifici medievali religiosi più imponenti di Venezia. Nel “Pantheon dei Dogi di Venezia”, vi furono sepolti, a partire dal 1300 ,venticinque ,dei centoventicinque dogi della Repubblica, e altri importanti personaggi.

E considerata “gemella” alla chiesa dei dei fari,(le dimensioni 96 metri per 40, sono quasi simili a quella dei Frari, edificata contemporaneamente) e dello stesso trionfale stille gotico veneziano.
Secondo la tradizione agiografica,i due fratelli di sangue Giovanni

San Giovanni

e Paolo, cristiani, ricchi e particolarmente caritatevoli erano personaggi molto in vista nella Roma dell’epoca.Il loro martirio, e effettivamente avvenuto a Roma.L’imperatore Giuliano,detto anche l’Apostata, nonostante aveva inizialmente emanato un “Editto di tolleranza” specialmente per i cristiani,decise a restaurare il culto pagano.(alcuni dicono che in realtà cercava di entrare in possesso dei beni affidati loro da Costantina, figlia di Costantino il Grande.)

 

 

Secondo la leggenda, le origini della basilica sono connesse a una visione del doge Jacopo Tiepolo.

capella del rosario “Una notte il doge Jacopo Tiepolo vide in sogno l’oratorio di S. Daniele e la paludosa zona circostante,piena di meravigliosi fiori sui quali volavano bianche colombe con una croce d’oro in fronte; ad un tratto due angeli scesero dal cielo con turiboli spargenti soavi profumi e s’udì una voce: “Questo è il luogo che scelsi per i miei Predicatori”.
Il giorno dopo ottenne dal Senato l’appoggio per donare il convento (oratorio di San Daniele) ai frati domenicani, presenti in città fin da oltre dieci anni,e che abitavano ancora sotto i portici di S. Martino .Subito (1234) si inizio la costruzione (della quale rimanga solo la parte inferiore della facciata),dedicata ai martiri romani del IV secolo Giovanni e Paolo.

La chiesa fu solennemente consacrata,a quasi due secoli dalla fondazione,il 14 novembre 1430 ,e fu continuamente arricchita ,per quasi un secolo, di monumenti sepolcrali, dipinti e sculture opera dei maggiori artisti veneziani.

(i martiri)

Cercò di convincerli ad abiurare la loro fede cristiana nella speranza che per la loro notorietà molti seguissero l’esempio dei due .I due fratelli rifiutarono l’invito e Giuliano mandò loro il capo delle guardie Terenziano, con l’intimazione di adorare l’idolo di Giove. Persistendo il loro rifiuto, essi vennero sequestrati in casa per una decina di giorni, affinché riflettessero sulle conseguenze del loro rifiuto.

 

Bartolomeo Colleoni L’ esterno e molto semplice,ed e curiosamente senza campanile, che pare mancasse già dal ‘300 .La chiesa si presenta con un’altissima facciata tripartita, aperta da un rosone centrale e da due occhi laterali.Il grande portale,e ornato da sei colonne di marmo  proconnesio trasportate qui nel 1459.Autori dell’opera sono Bartolomeo Bono ed il maestro Domenico Fiorentino .

Sul fianco che prospetta sul campo si addossano vari edifici e cappelle.

La pianta dell’edificio e a croce latina con tre navate a croce, sorrette da 5 enormi colonne, formati dall’unione di tre colonne cilindriche molto sottili, per lato.

Jacopo e Lorenzo Tiepolo Foto G. Dall'Orto, 10-Aug-2007Le statue dei due patroni Giovanni e Paolo si trovano nel altare maggiore.
Alle pareti delle navate sono addossati numerosi monumenti, e a destra si aprono cappelle. Nel 1682, per svolgere meglio le imponenti manifestazioni ufficiali,(per esempio i funerali dei dogi) il coro, racchiuso fra le prime quattro colonne della navata centrale,venne demolito e in parte trasportato nel presbiterio.

(i martiri)

Trascorsi i dieci giorni, (26 Giugno 362) il comandante , ritornò nella loro casa e dopo tre ore di inutili minacce e lusinghe, li fece decapitare e seppellire in una fossa scavata nella stessa casa, spargendo la voce che erano stati esiliati. 
Dopo la loro morte ,il figlio di Terenziano, cadde in preda ad un’ossessione e urlava che Giovanni e Paolo lo tormentavano, il padre con grande preoccupazione, lo condusse sulla tomba dei due martiri, dove il ragazzo ottenne la guarigione.

 

Alla morte del doge, il più anziano dei Consiglieri rispondeva:09112012501

“Con molto dispiacere avemo sentido la morte del Serenissimo Principe di tanta bontà e pietà; però ne faremo un altro”.

Poi la morte veniva annunciata per tutta la città dal suono doppio per nove volte delle campane delle chiese Il doge era subito imbalsamato e avvolto nel mantello d’oro, con il corno dogale in testa, gli speroni d’oro calzati alla rovescia e lo stocco del comando con l’impugnatura verso i piedi.I funerali, passati tre giorni dalla morte, si svolgevano in una processione a cui partecipavano migliaia di persone.Arrivati  all’interno della chiesa e terminata l’orazione funebre, tutti si allontanavano in gondola. Il popolo non partecipava più di tanto ai funerali dei doge, forse perché secondo un’antica profezia, la chiesa sarebbe dovuto crollare il giorno di una funzione solenne .
Ogni monumento di questa basilica narra una pagina di storia veneziana,
da Giovanni Dolfin del XII secolo, uno dei sepolcri, forse il più antico della Basilica,
al monumento a Vittor Pisani, (con la statua del defunto in originale) che ricorda il trionfo sulla Genova nella decisiva battaglia di Chioggia (1380),

Andrea Tirali - Tomba dei Valier-Jacopo Tiepolo [duca di Candia (odierna Creta) e due volte bailo (ambasciatore) a Costantinopoli],il quarantatreesimo doge della Repubblica di Venezia dal 6 marzo 1229 al 2 maggio 1249, quando abdicò e si ritirò a vita privata,

-l’urna del doge Renier Zen (o Reniero Zeno) quarantacinquesimo doge della Repubblica di Venezia 1253 – 1268,
-il sepolcro trecentesco di Marco Giustiniani della Bragora,

-Alvise Diedo, membro del Consiglio dei Dieci,che riportò in salvo da Costantinopoli la flotta veneziana rinchiusa da Maometto nella rada (1453),

-il grande doge Leonardo Loredan il settantacinquesimo doge della Repubblica di Venezia,(2 ottobre 1501-21 giugno 1521) pronto a far scudo col suo corpo contro il mortale pericolo che Venezia l’ebbe dalla lega di Cambrai (1508),   http://www.magicoveneto.it/storia/serenissima/Lega-di-Cambrai-Guerra-Anti-Veneziana-1508-1517.htm

-monumento a Marcantonio Bragadin, eroe veneziano scorticato vivo dai turchi ,contiene
ciò che rimaneva della pelle dell’eroe veneziano ,conservata in un’urna , e il busto del  “più grande eroe della Serenissima”,ci ricorda l’assedio e la caduta di Famagosta (1571);

bragadin

http://dipoco.altervista.org/il-martirio-di-bragadin/

La grande battaglia di Lepanto , e commemorata nel monumento ufficiale della Signoria:
(cappella della Madonna del Rosario), dove sono le spoglie di Sebastiano Venier, ammiraglio , vincitore di Lepanto, fu eletto doge all’età di 81 anni .
Fu l’ottantaseiesimo doge della Repubblica di Venezia dal’11 giugno 1577-3 marzo 1578.

Nella Cappella Cavalli,si trovano i monumenti funebri della famiglia ducale dei Venier: Antonio, Francesco e Sebastiano Venier e monumento quattrocentesco al doge Antonio Venier, (21 ottobre 1382 -23 novembre 1400) , il sessantaduesimo doge della Repubblica di Venezia.
-i monumenti,in pietra d’Istria,ai dogi Alvise I Mocenigo, Giovanni Mocenigo (il settantaduesimo doge della Repubblica di Venezia ), e Pietro Mocenigo ( il settantesimo doge della Repubblica di Venezia),le sepulture dei dogi Alvise I, Alvise III Sebastiano, Alvise IV Giovanni ,di antica famiglia Mocenigo,

-monumento funebre del doge Andrea Vendramin,(4 marzo 1476 5 maggio 1478) fu il settantunesimo doge della Repubblica di Venezia. Ai lati si trovano due statue di “Armati ” entro le nicchie laterali,opera di Lorenzo Bregno.Queste due statue andarono a sostituire Adamo (firmato da Tullio) ed Eva (probabile opera di Francesco Segala), molto rare nell’arte funebre e ritenute  inadatte per la loro nudità. Le statue rimosse finirono a palazzo Vendramin Calergi, dove divennero proprietà, della duchessa di Berry; Adamo venne venduto poi alle Collezioni Dreyfus e Pereire finendo prima a Parigi e poi al Metropolitan Museum of Art di New York. Eva e ancora a Ca’ Vendramin.  http://dipoco.altervista.org/casino-di-venezia/

(i martiri)

Il successore di Giuliano l’imperatore Gioviano (363-364), abrogò la persecuzione contro i cristiani e diede incarico al senatore Bizante,e al suo figlio Pammachio di ricercare i corpi dei due fratelli e una volta trovati, fece erigere dallo stesso senatore e dal figlio Pannachio, una basilica sopra la loro casa nel 398.

Giovanni Battista Piazzetta (1727); The Glory of St Dominic-monumento al doge Nicolò Marcello,doge della Repubblica di Venezia ( 13 agosto 1473 -1 dicembre 1474) di Pietro e Tullio Lombardo, costruito tra il 1481 e il 1485.Il doge Nicolò Marcello coniò una nuova moneta: la mezza lira d’argento chiamata, non a caso, “marcello”.Rimasto senza discendenza diretta, lasciò gran parte della sua eredità ai poveri.Morì per un malore il 1º dicembre 1471, mentre assisteva alla processione per il conferimento del comando della flotta veneziana ad Antonio Loredan.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nicol%C3%B2_Marcello
-monumento al doge Tommaso Mocenigo,sessantaquattresimo doge della Repubblica di Venezia ( 7 gennaio 1414 – 4 aprile 1423) opera della prima metà del Quattrocento,che unisce elementi ancora gotici a elementi rinascimentali, oltre a denotare una certa influenza dell’arte di Donatello.Qui fu usato per la prima volta il baldacchino in stoffa.

-l’urna del doge Giovanni Dolfin venne eletto doge,dopo la morte di Giovanni Gradenigo,13 agosto 1356 -? 1361 .

-monumento al doge Marco Corner o Cornaro – il cinquantanovesimo doge della Repubblica di Venezia 21 luglio 1365-13 gennaio 1368.

-monumento al doge Pasquale Malipiero, sessantaseiesimo doge della Repubblica di Venezia dal 30 ottobre 1457  -7 maggio 1462, di Pietro Lombardo,

Il doge Silvestro Valier. Fu l´ultimo doge seppellito nella Basilica intorno al 1700.

Sono sepolti qui anche Emilio e Attilio Bandiera e Domenico Moro,i protagonisti del fratelli bandieraRisorgimento .

Sull’altare della cappella del Beato Giacomo Salomoni, o del Nome di Gesù, è conservato il corpo del beato domenicano Giacomo Salomoni (Venezia, 1231 -Forlì, 1314), invocato a protezione dei tumori.La volta e ornata con dipinti di Giovanni Battista Lorenzetti e di Pietro Liberi. Canova la considerava “un vero gioiello d’arte”.

Anche Palma il Giovane eresse qui un monumento funebre per sé, suo padre Palma il Vecchio e Tiziano.

(i martiri)

Sotto la basilica Celimontana dei santi Giovanni e Paolo,nascosta tra archi medievali e Casa romana al Celio  Romacontrafforti del percorso dei Fori Imperiali, a loro dedicata sono stati ritrovati ,nel 1887, resti di una villa romana (a due piani) abitata da cristiani, con il piccolo vano della “confessio” che reca affreschi di scene di martirio, testimoniato da innumerevoli citazioni in Canoni sia romani che ambrosiani,sotto cui c’è una fossa per il seppellimento di due corpi.

La parete di fondo del transetto destro e dominata da un grandioso finestrone gotico, con vetrata colorata,splendidamente illuminata,compiuta da Gian Antonio Licino da Lodi.Alla fine del XV secolo le vetrerie veneziane dell’isola di Murano, per ottenere il vetro impiegavano tecniche e materie prime che sono descritte dettagliatamente nei documenti del tempo.Per colorare il vetro si aggiungevano nel crogiolo degli ossidi di manganese (viola), cobalto (blu),rame ( acquamarina, verde e rosso) e ferro (giallo,verde). La colorazione finale dipendeva anche dalle condizioni e dal modo in cui veniva condotta la fusione .Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo Foto G. Dall'Orto lug 2006

Sotto di esso si possono vedere due altari rinascimentali: quello di destra è ornato dall’Elemosina di sant’Antonino, pala eseguita nel 1542 circa da Lorenzo Lotto, quella di sinistra dal Cristo tra i santi Pietro e Andrea, opera di Rocco Marconi. Al centro, sotto un baldacchino, è conservata la sedia del doge.

(i martiri)

E  possibile che i dati sul tempo e il luogo in cui alcuni martiri sono morti non possono essere determinate con precisione assoluta, ma è certo che il vero amore per Cristo , ha aiutato molti cristiani a scegliere una morte che porterà alla “vita eterna”,invece di una vita “da morti”.
Alcune opere che parlano del rinascimento Italiano,e di quello Veneziano in particolare si trovano :Nelle cappelle della parte destra, con il soffitto in legno dorato di Tintoretto e di Palma il giovane, con tele del Tiziano “Martirio di san Pietro” e la “Madonna e Santi” di Giovanni Bellini , ” l’Adorazione dei Pastori”, ” l’Assunta e l’Annunciazione” del Veronese.
Nel altare dedicato a san Vicenzo,troviamo un dipinto di Giovanni Bellini,tempera su tavola, databile al 1464-1470 dove sono raffigurati alcuni miracoli di San Vincenzo ,( dedicato al domenicano spagnolo San Vincenzo Ferrer Valencia,23 gennaio 1350 – Vannes, 5 aprile 1419,)

san giovani e paolo internoNella cappella di San Domenico l´affresco sul soffitto di Giovanni Battista Piazzetta. È il capolavoro del rococò veneziano nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.

 

Nell affascinante interno della basilica si trovano dei meravigliosi dipinti di epoca medioevale ,tra qui :la pala d´altare di Lorenzo Lotto, che presenta influenze di Tiziano,
“Gesù incontra la Veronica” di Carlo Caliari, “San Michele sconfigge Lucifero”, di Bonifacio de’ Pitati, “Martirio di Santa Cristina” di Sante Peranda, “Lavanda dei piedi e Cena eucaristica” di Benedetto Caliari,”San Domenico salva dei marinai invitandoli alla preghiera del rosario”, del Padovanino,” Gesù morto ” dello Giovanni Battista Zelotti,”San Francesco, sopra la porta”, di Angelo Lion, ” Onorio III “di Leandro da Bassano,nella Cappella del Rosario,dedicata alla battaglia di Lepanto del 1571, sono collocate opere di Paolo Veronese.

In questo tesoro immenso, dal significato cruciale per Venezia ne troviamo opere di: Nino Pisano, Pietro e Tullio Lombardo, Alessandro Vittoria, Giuseppe Maria Mazza,Gianmaria Morlaiter, Giovanni Bonazza ,per i monumenti di grande architettura mentre nel’ambito della pittura figurano capolavori di Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Cima da Conegliano, Paolo Veronese, Giambattista Piazzetta.

(i martiri)

Giovanni e Paolo furono molto venerati come santi, ed i loro nomi furono inseriti nel Canone della Messa.

La Chiesa cattolica celebra la loro memoria liturgica il 26 giugno.
Soprattutto nei paesi di lingua tedesca, ma non solo, i due santi sono considerati “Wetterheiligen”, cioè protettori contro le tempeste e, in genere, le avversità atmosferiche.

 
Monumento funebre del doge Pietro MocenigoNel 1806, sotto l’occupazione napoleonica, i domenicani vengono allontanati dal loro convento,che fu trasformato in ospedale, e la chiesa viene privata di numerose opere d’arte.
Nel 1867 un incendio brucia completamente la cappella del Rosario e distrugge “la Madonna con Bambino e santi” di Giovanni Bellini (1476) e “l’Uccisione di San Pietro Martire” di Tiziano, due opere capitali che rivoluzionarono l’idea di quadro d’altare.
Il restauro di questa cappella si conclude nel 1959.

 

Ecco gli orari : tutti i giorni 7.30-12.30 e 15.30-19.30 (telefono +39

041 5235913).

L’entrata alla Chiesa di San Giovanni e Paolo è gratuita per i residenti, mentre per i turisti il costo del biglietto di ingresso è di 2,50 euro.
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Congiura del Tiepolo e la vecchia del mortaio

Congiura del Tiepolo e la vecchia del mortaio.

congiuraNel 1310 nasce una congiura contro il governo della Repubblica di Venezia guidata dai patrizi Marco Querini, Bajamonte Tiepolo e Badoero Badoer. Il termine Dai del sotoportego,la fondamenta ed il ponte omonimo ,a San Marco ,viene dal esclamazione Dalli,prendili,alludendo alla congiura contro la repubblica attuata dal nobile Baiamonte Tiepolo a san Polo. Sul balcone sovrastante alle Mercerie Meridionali,nel Sotoportego del Capello nero (dal nome di un antichissimo albergo) ,vicino all’attuale Torre dell’Orologio,si trova un rilievo marmoreo che ricorda la “dona del mortier” (mortaio).Sul pavimento sottostante si trova una pietra con la data del avvenimento. Nell’ 1310 ,giugno ,una rivolta sconvolge Venezia .Tre giovani nobili Baiamonte Tiepolo ,Marco Querini e Badoero Badoer si misero contro il doge Pietro Gradenigo,e volevano istituire un nuovo governo oligarchico favorevole al papato. La guerra di Ferrara, fortemente voluta dagli torre dell orologioaristocratici,fece perdere al papa una città che li garantiva acceso al Po ,nonché le saline di Comacchio.La lega papalina (alla quale aderivano i principali stati Italiani,espugnava Ferrara (anche grazie a una pestilenza ) che ridusse la capacita di difesa della città.Il doge Pietro Gradenico si dimostro irremovibile nel difendere l’autonomia della Repubblica nei confronti del Papa. Ma a questa decisione si contro pone un gruppo di antiche famiglie che consideravano immorale ribellarsi alla volontà del papa .La congiura condotta da i tre nobili era scontenta anche per il fatto che il Gran Consiglio impediva a molte famiglie dotate di ricchezze ed ambiziose ,ma prive dei titoli necessari per partecipare al governo dello stato. Nelle riunioni tenute dai congiurati nella Ca’Granda dei Querini, emerse la necessità di rovesciare il governo aristocratico e di sbarazzarsi del doge Gradenigo, “il principale responsabile, della disastrosa guerra con il Papato, della scomunica ricaduta sulla città, dell’esclusione di tanti cittadini dal governo e delle azioni di giustizia arbitraria condotte contro gli mortaiooppositori”.L’azione venne fissata per l’alba di domenica 14 giugno 1310.L’attacco sarà dato con tre colonne di uomini armati.Le prime due , comandate da Marco Querini e Bajamonte Tiepolo, partendo da Rialto dovevano attaccare simultaneamente piazza San Marco, la prima da nord-ovest, attraverso la calle dei Fabbri, la seconda da nord, attraverso la via delle Mercerie, cogliendo di sorpresa le guardie del Palazzo Ducale. La terza colonna, comandata da Badoero Badoer,andata a raccogliere gente dalle zone di Padova,sarebbe tornata a Venezia per via acquea .

Il Doge fu avvertito pero da Marco Dona che dopo essersi unito alla congiura ,cambio idea .Il Doge convoca il consiglio ed i capi delle grande famiglie ,allarmo Arsenale e ordino alla podestà di Murano ,Burano e Chioggia di intercettare le barche di Badoer. I tre cappi non si sincronizzano a fatto ; la colona di Tiepolo si attardo a saccheggiare a Rialto ,Badoer viene bloccato da una tempesta.L’armata di Querini prendendo Calle dei Fabbri , punta sulla Piazza attraverso il Ponte dei Dai. Arrivò in piazza San Marco per prima, ma fu sconfitta dalle truppe del Doge, pronte a rispondere all’attacco. Nello scontro perirono ,il suocero di Tiepolo ,Marco Querini ed il suo cognato Benedetto ,figlio di Marco. La colonna di Tiepolo viene intercettata nello spazio angusto delle mercerie ,prima di vecchia del mortaioraggiungere San Marco.

In questo luogo si consuma una delle vicende più incredibili della storia di Serenissima :

Una donna anziana ,vedova e povera,il cui nome sarebbe stato Giustina o Lucia Rossi abitava nelle zona delle Mercerie Meridionali,a pochi metri dalla Torre dell’Orologio . Secondo la tradizione,  fu l’inconsapevole salvatrice del Doge e di Palazzo Ducale.Richiamata dal tumulto e dalle grida ,affacciatasi alla finestra,l’anziana fece inavvertitamente cadere un mortaio sulla testa dell’alfiere , accanto a Tiepolo, che recava lo stendardo con la scritta LIBERTAS, uccidendolo . Il fatto che nello stesso tempo furono attaccati dalle guardie ducali, condusse a l’idea che la congiura fosse scoperta, e provocò la ritirata generale dei rivoltosi. In ringraziamento per l’anziana che aveva abbattuto la bandiera del Tiepolo,il Doge in  congiura  targa con data sul pavimentopersona concesse alla donna e ai suoi discendenti il diritto di esporre sulla finestra il gonfalone di San Marco ogni 15 di giugno e nelle altre solennità.La donna chiese inoltre che i Procuratori di San Marco,i proprietari della casa ove abitava, e della sottoposta bottega, li mantenesse  l’affitto annuo della “casa dalla quale aveva compiuto il gesto che aveva salvato la Serenissima” (15 ducati)  per sempre ,ai tutti i suoi discendenti “.   La repressione della scongiura fu immediata. BajamonteTiepolo1Badoer fu processato e decapitato, Tiepolo, ed i suoi stretti alleati (che godevano della protezione di importanti personaggi stranieri, del papa , e di molte famiglie veneziane del Maggior Consiglio ) furono esiliati per quattro anni in Schiavonia.Fu decisa “la demolizione della casa del Tiepolo in parrocchia di Sant’Agostino (al suo posto fu collocata nel 1364 una colonna d’infamia, adesso a memoria dell’evento rimane una pietra incisa sull’angolo di Campo Sant’Agostin,con la seguente scritta: “LOC. COL. BAI. THE. MCCCX” Qui era localizzata la colonna di Baiamonte 1310),e della Ca’ Granda dei Querini dela quale rimasero solamente due grandi arcate, che nel 1339 vennero inglobate nella nuova sede del macello di Rialto. I restanti rivoltosi catturati a Rialto furono amnistiati,a condizione che facessero atto di sottomissione al Doge e alla Repubblica. Per contrastare nuove congiure contro l’ordine aristocratico della Repubblica, il Maggior Consiglio creò il Consiglio dei Dieci (10 luglio 1310 ),e una milizia cittadina affidata al comando dei Capisestiere,che rispondeva ai richiami “sciolti a stormo ” delle campane di San Marco.

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Casinò di Venezia

 

Casinò di Venezia

casinòL’origine della parola casinò (piccola casa) fornisce chiaramente una descrizione di questi locali: luoghi piccoli, ma accoglienti ed intimi, dove si poteva incontrare gli amici .La prima casa da gioco (il Ridotto di San Moisè) è nata a Venezia nel 1638. Nel 1946 il comune di Venezia acquista Ca’ Vendramin Calergi e apre, al secondo piano del palazzo, la sede principale del casino di Venezia.Negli anni trenta viene costituito il Casinò di Venezia al Lido. Nel 1999 è stato inaugurato a Ca’ Noghera un nuovo casinò , il primo casinò all’americana aperto in Italia.

Il Casinò di Venezia si è subito affermato come centro di intrattenimento dalla notorietà internazionale .Il cuore del Casinò di Venezia batte sul Canal Grande a Ca’ Vendramin Calergi, luogo dei giochi classici.

casinò venezia

Intorno al 1481,la famiglia Loredan (Andrea Loredan, potente esponente del patriziato veneziano, erede di una famiglia che diede alla Serenissima ben tre Dogi) fece costruire il palazzo.Le decorazioni di alcune pareti interne furono fatte dal più geniale tra i costruttori del rinascimento Mauro Codussi . Le pareti sono rivestite oggi a stucco, in realtà un tempo erano decorate da affreschi che riproponevano figure allegoriche, dipinte dal Giorgione. Nel 1581 i Loredan ,in difficoltà economiche, furono costretti a vendere l’edificio, e dopo vari passagi di proprietà , passò ai Calergi.Nel 1739, famiglia Vendramin, legata da parentela con i Calergi che nel frattempo, grazie a un matrimonio, erano diventati Calergi-Grimani ,divennero i nuovi proprietari e il palazzo prese il nome di queste due famiglie legate da parentela: Vendramin Calergi.


casinò internoStile rinascimentale (veneziano), residenza di dogi (famiglia Loredan ) , dimora di Richard Wagner, è uno dei più eleganti palazzi che si affacciano sul Canal Grande. Ca’ Vendramin Calergi è costituita da un pianterreno, con accesso acqueo dal Canal Grande, dal piano nobile, caratterizzato da un ampio salone centrale e da tre sale minori decorate in stile rinascimentale.Gli interiori di questo palazzo sono impetuosi .Dai soffitti con affreschi a chiaro scuro, con allegorie, ( Allegoria Nuziale,realizzata da Gian Battista Crosato, pittore veneziano del ‘700 ) ,di tappezzerie in cuoio dorato,a fondo cremisi o di damasco ,oppure di rivestimenti a marmorino bianco e grigio ,alé tele ( firmate Nicolò Bambini, pittore veneziano della fine del Seicento) ,tutto ha il fascino dello stile rinascimentale .I pavimenti in stile veneziano, ormai introvabili – assi di legno auto sostenute come chiglie di barche rovesciate che, in virtù della loro particolare architettura, oscillano quando vi si cammina sopra.

casinò venezia -il giardinoDavanti all’ala seicentesca (detta Ala bianca), a destra  dell’edificio, ce un discreto giardino , accessibile anche dal canale attraverso un cancello i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.Sul retro il palazzo presenta una piccola corte, chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso , è affissa una lapide che ricorda la morte di Wagner “avvenuta fra le mura del palazzo”.

Come quasi tutti i palazzi di venezia anche questo ha la sua storia funestata ; un terribile delitto.

In una notte del 1658 i tre fratelli Grimani (figli di sorella di Vettor Calergi,che aveva sposato un Grimani ) rapirono Francesco Querini Stampalia, loro acerrimo nemico e lo portarono nel palazzo. Dopo una serie di torture il prigioniero venne ucciso , ma il Governo di Venezia scoprì il delitto,ed i tre Grimani furono banditi per sempre dai territori della Repubblica . L’ala in cui Querini era stato assassinato fu fatta demolire e al suo posto
fu costruita una colonna d’infamia per ricordare l’evento. I tre Grimani però nel 1660 riuscirono a tornare a Venezia, pagando una tangente alla Repubblica (7350 ducati per sostenere la guerra contro i Turchi), ricostruirono l’ala distrutta e tutto fu dimenticato.
Fino a poco tempo fa il bellissimo palazzo Cà Vendramin Calergi era la sede Invernale del Casinò di Venezia ,ma li fu concesso, di avere anche una sede estiva al Lido.

casinò lidoL’idea della costruzione del Casinò di Lido a Venezia nasce nel 1936 .
Al Lido venne scelta una zona vicina al bellissimo Hotel Excelsior su un ex forte austriaco che, demolito permetteva l’utilizzo delle fondazioni e buona parte della muratura per il nuovo casino.Il Casinò del Lido, realizzato in soli 8 mesi, venne inaugurato il 30 giugno 1938 e fu l’ultima delle grandi inaugurazioni veneziane del epoca fascista.Gli interni del palazzo vennero abbelliti con dei marmi chiari più belli d’Italia, specchi, vetri e maestosi lampadari.Il Casinò venne dotato di un salone delle feste, un palcoscenico meccanico, il quale “…installato al centro della sala…costituiva una particolare novità tecnica essendo il primo in tale genere costruito in Italia”.Questo ricco Palazzo del Lido funzionò come Casinò solo una cinquantina d’anni, dopo essere stato dotato di impianti di riscaldamento, condizionamento e di sicurezza, alla fine degli anni Novanta venne chiuso per la creazione in terraferma del nuovo Casinò di Ca’ Noghera.

Attualmente viene riaperto solo in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e concesso in uso, per quei giorni, alla Società di Cultura “La Biennale di Venezia”.
Il casinò di Lido diventa notorio nel 1984 con il famoso colpo messo a punto da Felice casino lidoManiero, prima taglieggiatore del Casinò e che poi,  ( quando non veniva più pagato),decise di rapinarlo. Felice Maniero, boss della Mala del Brenta – rapine di miliardi ai danni del Casinò di Venezia –

Era una notte di Aprile del 1984, le roulette avevano chiuso da mezz’ora .L’attaco e sicuro ,con la “dritta” arrivata da un croupier a Mario Artuso, il cassiere della Mala. Sono le 2.43 quando il commando entra “in scena”. Il gruppo è composto da sette persone. Anche quella notte portavano passamontagna, pistole in quantità e l’immancabile M16. Arrivano con una barca a motore che viene ormeggiata a un pontile vicino al Casinò. Scavalcano il muretto che divide il Palazzo del Cinema dal giardino ed entrano urlando e mostrano le armi . Il messaggio è chiaro: questa è una rapina e nessuno sta scherzando. Subito cinque dei malviventi salgono al terzo piano mentre due rimangono a fare da palo. Un fattorino, un poliziotto e due controllori di sala vengono fatti distendere a terra. Al terzo piano, in una stanza dove si sono attardati dei giocatori di “chemin de fer” alcuni entrano e spingendoli, li gettano a terra mentre altri stanno già andando verso le stanze delle casseforti. Ripuliranno tutto ed in pochi minuti, i banditi lasciano il palazzo con due miliardi e mezzo lire in contanti.(1,936 lire = 1 euro)
ca nogheraNel 1999, vicino all’aeroporto Marco Polo, è nato Ca’ Noghera, il primo Casinò all’americana in Italia.Una sala tavoli da 1000 mq offre il meglio dei giochi americani (Fair Roulette, Black Jack e Poker). Ora anche un’offerta importante di Punto Banco e un tocco di gioco francese con l’arrivo dello Chemin de Fer e della Roulette Francese. Inoltre una poker room dedicata al” Texas hold ’em ” poker in forma di torneo.

Gli giochi tradizionali (o europei) in uso nei casinò italiani sono: Roulette francese, Trente et quarante, Chemin de fer, Boule, Baccarat. Negli anni ottanta sono stati introdotti i giochi americani: Roulette americana, Poker e Slot machine.
Entrare nel Club è facile: basta farne richiesta alla prima visita presso una delle due sedi del Casinò di Venezia.La card e i benefit correlati vengono rilasciati immediatamente, gratuitamente e a semplice richiesta.
Una bruta notizia arriva da parte del comune che vuole vendere il casinò di Venezia.

“Casinò di Venezia, si parte con la privatizzazione.
Anche se il casinò fruttasse il doppio o il triplo del suo valore commerciale, non si fa altro che svendere la storia, la cultura e la tradizione di un territorio ,di un pezzo di Italia.Una soluzione potrebbe essere quella di mettere in rete la casa da gioco con un sistema più ampio internazionale, per battere la concorrenza e mantenere una risorsa attrattiva per il turismo, importante economia della città.” (il Giornale)
ATTENZIONE :Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento che rientra azzardonella categoria diagnostica dei disturbi ossessivo-compulsivi,una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati ad azioni particolari o rituali da eseguire, che tentano di neutralizzare l’ossessione.Il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato
a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.

 

 

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Omosessualità nella Venezia rinascentista

Omosessualità nella Venezia.

omosessualitàLa parola omosessualità e stata creata fondendo il termine greco omoios, che vuol dire “simile”, e il termine latino sexus, che vuol dire “sesso”,e si riferisce ad “una disposizione all’esperienza sessuale, affettiva o di romantica attrazione verso le persone dello stesso sesso”.

 

Per l’uomo la penetrazione rettale è il modo più efficace per stimolare la radice del suo membro e la prostata, zona altamente erogena. Qualcuno raggiunge l’orgasmo solo così, mentre altri lo raggiungono affiancando contemporaneamente la masturbazione. L’omosessualità si riscontra in molte specie animali.La diffusione dell’omosessualità nella specie umana è difficile da determinare accuratamente, benché in molte antiche culture le relazioni omosessuali fossero altamente diffuse.

La storia dell’omosessualità

è anche una storia degli atteggiamenti sociali possibili verso un comportamento percepito come “deviante”.L’atteggiamento sociale verso i comportamenti omosessuali ha conosciuto momenti di relativa tolleranza, durante i quali la società ammetteva un certo grado di discussione ed esibizione pubblica del tema, anche attraverso l’arte e le produzioni culturali (come è avvenuto per esempio nell’Atene classica, nella Toscana del Rinascimento, o a Berlino e a Parigi nell’anteguerra) alternandoli però a momenti di repressione durissima.
Con la nascita del movimento gay,si può finalmente guardare a questo mondo come a una “comunità'” strutturata secondo valori e rituali propri.

Ma come era vista in passato la omosessualità .

In antichità ,il maschio era educato per essere padrone e dominatore nel rapporto erotico e di coppia, e tale esigeva di essere anche nel rapporto omosessuale.  Nella Roma antica, sodomizzare uno schiavo era legale,ed era il segno di potenza del  padrone.

 

omosessualità

omosessualità

Quando si parla di omosessualità in quest’epoca si parla infatti, quasi  automaticamente, di un rapporto fra un adulto e un ragazzo d’eta’ compresa tra i quattordici e diciott’anni (si ricordi che la pubertà all’epoca arrivava più tardi).
Uno dei motivi,che era accettato tacitamente anche da parte dei genitori ,era ” di essere iniziato alla sessualità, seppure in un modo sentito come “surrogato” e non certo soddisfacente”.Il secondo motivo ,anche questo abbastanza importante era il denaro (molto importante in una società povera come quella ).I soldi che un ragazzo potesse aggiungere al bilancio familiare prostituendosi non erano malvisti da tutte le famiglie e non tutti i genitori avevano voglia di chiedersi da dove venissero.Infine il terzo motivo era quello di attirare l’attenzione di un adulto (altro aspetto importante quando la condizione di giovane non era invidiata e “centrale” come nella cultura attuale).
Era buon uso tra i nobili di accettare di prendere in casa un “figlio” per garzone, e in cambio avrebbe potuto portarselo a letto senza problemi.Nascono cosi i cosi detti “boccia da cullo”.

eresia

eresia

Non doveva essere facile per i sodomiti vivere sereni e senza sensi di colpa. In un mondo dominato dalla chiesa il peccato era punito non solo dai uomini ma anche da Dio.
La Serenissima Repubblica emette leggi,che puniscono aspramente gli comportamenti “contro natura”umana cioè la omosessualità. Gli omosessuali venivano impiccati nelle due colonne della piazzetta di S. Marco e poi bruciati fin che fossero ridotti in cenere.Un colpo davvero grosso misero in scena nel 1407 i magistrati della repubblica di Venezia: trentacinque sodomiti (non si sa,per la mancanza di documenti, se ad uno ad uno o tutti assieme) furono scoperti e processati. L’avvenimento, al di la delle gravi complicazioni politiche che causo’ (quattordici imputati erano nobili) diventa per noi un grande interesse,perché costituisce una delle prime tracce di una rete di frequentazioni fra sodomiti nelle città italiane del medio evo.

san martino

san martino

Gli arresti in massa continuano a costellare per secoli le carte processuali veneziane. Ne troviamo ad esempio un altro già nel 1422: diciannove le persone coinvolte, fra cui tre barbieri e parecchi minorenni ,poi nel 1464 vengono incriminate quattordici persone (fra cui cinque nobili), molte delle quali pero fuggono prima della cattura.Nel 1474 abbiamo ancora sei sodomiti (due dei quali nobili) coimputati. La vicenda assume le tinte di un thriller quando l’accusatore viene misteriosamente assassinato.Ma di questa presenza strutturata ci parlano anche le leggi stesse di Venezia .Una di esse, nel 1450, menziona i portici vicini a Rialto e quello della chiesa di S. Martino come luoghi d’incontro di sodomiti. Inoltre i supervisori dell’Arsenale (presso cui si trova la chiesa di S. Martino, ) decidono che “a spese del nostro Tesoro sia fatto chiudere con grosse assi il predetto portico di san Martino, facendo fare quattro porte ai quattro lati delle colonne, che stiano aperte e chiuse secondo gli orari delle porte della chiesa” . Cinque anni dopo questo decreto, nel 1455, viene deciso di pattugliare certe zone di Venezia, per impedire ai sodomiti di usarle come luoghi di incontro.

Nel 1488 un editto impone di chiudere con assi di legno anche il portico della chiesa di Santa Maria Mater Domini per i motivi per cui si era già chiuso quello di S. Martino”. Un’ulteriore lista di luoghi da sorvegliare viene stilata in un decreto del 1496, che elenca “magazzini, bastie, scuole, tutti i portici, le case degli scaleteri, taverne, postriboli,
case delle prostitute; coloro che (le pattuglie) avranno trovato nei luoghi sospetti  li dovranno arrestare”.
Alcuni decreti del Consiglio dei X promulgati nel medesimo secolo, annunciano che, per estirpare «abhominabile vitium sodomiae», si erano eletti due nobili per contrada.Ogni venerdì si doveva raccogliere il collegio dei deputati ad inquisire sopra i sodomiti. I medici e i barbieri, chiamati a curare qualche uomo o anche qualche femmina, avevano tre giorni per denunciare all’amministrazione le loro”confidenze amorose”.Gli membri delle pattuglie saranno tenuti a interrogare e investigare se qualcuno gestisca luoghi pubblici o case che vengono chiamati “bastie” (taverne), nelle quali solitamente vengono commessi molti atti illeciti e disonesti,oppure se esistano frequentazioni di eta’ non conveniente, vale a dire adulti che conversano insieme a ragazzi.
SAM_8224Un nuovo decreto, questa volta per sottoporre a sorveglianza anche gli scaleteri (pasticceri), “poiché siamo stati avvertiti del fatto che nella casa di molti scaleteri di questa nostra città molti giovani, ed altri di diverse eta e condizioni, si ritrovano di giorno e di notte, e qui giocano e tengono taverna, e commettono molti atti disonesti e più famosi, processi , molti casi contro omosessuali o per violenza “contro natura” sono quelli contro un tale Francesco Cercato che fu impiccato per sodomia tra le colonne della Piazzetta San Marco nel 1480, e tale Francesco Fabrizio, prete e poeta,che fu decapitato e bruciato nel 1545 per il “vizio inenarrabile” La controriforma,cioè la risposta alla riforma di Martin Lutero (stabilita dal concilio di Trento 1570) aveva come scopo quello di “improntare una morale più severa e di spirito cristiano”.Il problema principale di Venezia ,un paese di crocevia di gente che andava e veniva per tutto il Mediterraneo, la sodomia (la pratica più diffusa in Venezia) fu condannata nel concilio di Trento.In seguito ala questa riforma il Senato deliberò che nei certi posti della città fosse concesso alle Meretrici di mettere in mostra le proprie virtù per “attirare un pubblico di uomini sempre più numeroso e mantenere così ben saldi gli usi di una cultura eterosessuale”.La zona delle Carampane” ,vicino a Rialto, era una delle aree di Venezia nella quale le prostitute di Venezia erano obbligate a concentrarsi fin dal XV secolo per disposizione delle leggi sull’ordine pubblico.  http://dipoco.altervista.org/cortigiane-venezia/

Nel 1509 a Venezia vi erano 11.654 cortigiane censite (su una popolazione di 150.000 abitanti…),

Nonostante questo,l’  omosessualità continua a persistere, e soprattutto si presenta nei confronti dei giovani, potendo comportare difficoltà di socializzazione e gravi conseguenze per l’individuo, tra le quali il suicidio.

 

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Profumo uomo ispirato a sauvage dior

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scheda tecnica 

 

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Carnevale -Le maschere veneziane

 

Carnevale  Le maschere veneziane

pierrot (1)Le maschere veneziane hanno una lunga storia di proteggere l’identità di chi li indossa durante le promiscue o decadente attività . Le maschere veneziane sono l’ emblema di Carnevale di Venezia , uno spettacolo di strada e fiera di personaggi fantastici . Realizzate per secoli a Venezia , queste maschere distintive erano fatte da carta pesta e decorate con pelliccia , tessuto , pietre preziose , o piume. Mascherato , un servo poteva essere scambiato per un nobile , o viceversa .  Gli inquisitori di Stato e spie potevano mettere in discussione i cittadini senza paura che la loro vera identità poteva essere scoperta ( i cittadini potevano rispondere senza timore di ritorsioni ). Il morale della gente era mantenuto attraverso l’uso di maschere , senza volti, tutti avevano solo voci.Il gioco d’azzardo continuava per tutto il giorno e la notte nelle case , anche nei conventi . Abbigliamento di donna la faceva più appariscente ; l’omosessualità , mentre era condannata pubblicamente ,era abbracciata dal popolo . Anche le monache e i monaci del clero  , indossavano maschere e vestiti di travestimento per nascondere le loro storie , come la maggioranza dei loro concittadini .

Pantalone

pierrot Famosa maschera veneziana nasce intorno alla metà del Cinquecento, rappresenta il tipico mercante vecchio, ricco e avaro ,lussurioso ,sordido, nemico ai giovani e sempre beffato .Altre volte si trattava di un commerciante di Vienna, un po stupido, amante del cibo e delle belle donne, ingenuo, pieno di temperamento, e il bersaglio di tutti gli scherzi, alcune delle quali molto indecente, ma perdonava tutto alla fine. E spesso lanciato come il genitore di uno dei innamorati e ha qualche rapporto d’affari o personale con il Dottore o il Capitano. Indossa tradizionalmente un grande braghetta per pubblicizzare la sua virilità (che tutti intorno a lui sanno di essere andata) insieme a una maschera con un lungo naso adunco, un giubbotto rosso stretto, calzoni e le calze rosse,una lunga zimarra nera che copre la calzamaglia rossa , pantofole e un cappello senza tesa. Pantalone è un vecchio vizioso che insidia le giovani innamorate, le pantalonecortigiane, più spesso le servette della commedia. È una delle maschere più longeve della Commedia dell’Arte. Nasce all’improvviso, con la nascita stessa della commedia, e attraversa quasi indenne, tre secoli.I nomi di Pantalone e Todero, secondo alcuni storici del teatro, hanno una derivazione simile, infatti sia a San Pantaleone che a San Teodoro i veneziani tributavano  una particolare devozione.

 

Pedrolino o Pierrot

pierrotIl personaggio fu portato in Francia, dove entrò a far parte dei repertori delle Compagnie francesi con il nome di Pierrot grazie all’apporto di Giuseppe Geratoni che per primo lo introdusse nel 1673; ma il primo grande Pierrot fu un italiano,derivato dal personaggio della commedia dell’arte, uno dei primi Zanni una vera maschera veneziana .Pierrot  è una figura stock nella Commedia dell’Arte . Pierrot è normalmente raffigurato come simpatico , affascinante e gentile , fino al punto di eccesso ,ci si incolpa per torti mai fatti e per la sua buona e natura fiduciosa è spesso ingannato . La caratteristica notevole di Pierrot e il suo   comportamento è la sua ingenuità , egli è visto come un pazzo , sempre truffato e  presso in giro dagli altri .Nonostante i suoi sospetti su cose , Pierrot finisce sempre a fidarsi delle persone e credere nelle loro bugie . Pierrot è anche visto come una persona al di fuori della realtà , in uno stato di inconsapevolezza di ciò che sta accadendo intorno ,uno per il quale non conta nulla, solo tifo e giocare tutto il tempo .

Nella versione francese Pierrot perse le caratteristiche di astuzia e doppiezza proprie dello Zanni per diventare il mimo triste, innamorato della luna.Pierrot indossa abiti bianchi , che sono a volte troppo grandi per lui, ma più comunemente e bene attrezzato, con accessori ,a volte neri . In testa porta un cappello che è alto e appuntito , oppure piccolo e teso .Pierrot è molto occasionalmente raffigurato con una lacrima sul suo viso , e di solito non indossa una maschera , l’attore in genere dovrebbe avere una vasta gamma di espressioni facciali. Questa tradizione si gioca almeno dal’inizio del 1600 . Il suo volto è a volte sbiancato con polvere o farina .

 

Scaramouche, Capitano
ScaramocchiaScaramuccia significa letteralmente “piccolo,mischia veloce” dando l’idea di un soldato che non coinvolge se stesso troppo nella battaglia, e ,questo è il suo modo di combattere , un piccolo tocco qui, un breve attacco di lì. La sua affinità per l’intrigo spesso lo ha atterrato in situazioni difficili, ma riusciva sempre a districarsi, di solito lasciando  un  innocente  come vittima. Scaramouche in origine era la variante del Capitano un altro personaggio di commedia.
Capitano era un giovane uomo di avventura o di un marinaio piuttosto vecchio, di vanto, di cappa e spada , spesso Spagnolo, vestito per uccidere , cappello piumato, stivali alti, con la spada nella cintura, era sempre un primo favorito . Aveva dei racconti straordinari su come ha battuto un intero esercito di turchi e come si e portato via la barba del Sultano, ma quando c’era un accenno di pericolo reale era il primo a scappare. Questo carattere, naturalmente, non è altro che il glorioso Miles di Plauto, chiamato in Italia il Capitano Spavento della Valle Inferno, o semplicemente Spavento.Più cacciatore di donne che un soldato, in realtà, grande amico di Pulcinella, trova sempre il modo di invertire le conseguenze dei suoi atti su qualcun altro.

Il capitano a volte è raffigurato senza maschera. Quando si utilizza una maschera, di scaramouchesolito ha il colore della pelle con un grande naso e baffi che sono ,o rettilinei e ispidi o alzati agli angoli. A volte nelle vecchie versioni e mostrato indossando un paio di occhiali, anche se utilizzati per compensare la sua scarsa visibilità, Capitano insisterà che è così il luccichio brillante o feroce nei suoi occhi belli non eclissare il sole. E ‘vestito con la sua uniforme militare, multi colorata e coperta di bottoni lucidi, ma spesso molto usurati.

 

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