Cortigiane a Venezia

Cortigiane a Venezia

tiziano-venezia-cortigiana-766x297In una città cosmopolita come Venezia, con un gran passaggio di “foresti” il fenomeno delle cortigiane era tollerato . Oltre al commercio delle spezie orientali, del sale e delle stoffe, un capitolo molto importante dell’economia veneziana era costituito da ciò che oggi chiameremmo turismo. Per attrarre questa clientela, la Serenissima si era accaparrata un gran numero di reliquie preziose. Ma siccome gli uomini d’affari e i pellegrini non vivevano di puro spirito, la prostituzione fioriva.

cortigianeDiventare cortigiana a Venezia nel cinqueceno , significa sottrarsi all’alternativa tra “maritar e monacar”, dove il matrimonio poteva rivelarsi una gabbia ben più ferrea del convento.Sposare una figlia era costosissimo e anche le famiglie più ricche difficilmente potevano permettersi più di una dote, quindi se una figlia si sposava, le altre finivano in convento. Una ragazza sposata usciva di casa due volte all’anno, a Natale e Pasqua, per andare a messa, velata in modo che non si vedesse il viso e accompagnata dai maschi di casa.

Fare la cortigiana significava prima di tutto poter disporre liberamente di sé, del proprio corpo e del proprio tempo, tutte cose negate anche alle gentildonne di rango più elevato.

carpacio le due cortigianeC’erano due categorie di cortigiane: quelle di basso rango che vivevano in case malsane e che erano frequentate dal popolino ,le “prostitute da lume” (così chiamate perché per farsi riconoscere accendevano una candela alla finestra) povere donne che praticavano tariffe decisamente più basse,e quelle d’alto rango, invidiate per la libertà che esse godevano e per le importanti amicizie che potevano assicurarsi.Le cortigiane “oneste” – ricche, ammirate e rispettate ,spesso si dimenticavano di mettersi i fazzoletti da collo gialli imposti dal Consiglio dei Dieci perché tra i loro frequentatori non mancavano alti magistrati della Repubblica .I loro abiti erano elegantissimi; famose le loro chiome biondo-rossastro, il famoso rosso Tiziano.
Il censimento del 1509 ne ha contato 11.164 cortigiane a venezia.

Le prostitute, si riconoscevano per i capelli di colore detto “rosso veneziano”, indossavano i calcagnini (o chopine), dei zoccoli con la zeppa alta (anche 50 cm), che le rendeva più alte delle altre donne ,e abiti tendenti «piuttosto al virile», come giubboni di tela, camicie e braghe da uomo.

 

ponte-delle-tetteNel 1319 morì a Venezia l’ultimo discendente della ricca e antica famiglia Trapani, in veneziano Rampani. Poiché era senza eredi e non aveva fatto testamento, tutti i suoi beni mobili e immobili passarono alla Serenissima.Una parte di queste case in veneziano Ca’ (casa) Rampani si trovavano a San Cassiano, tra il sestiere di Santa Croce e San Polo,ora chiamata zona delle carampane.
Nel settecento, secolo particolarmente disinibito dal punto di vista morale, grazie a nuove leggi che volevano incrementare il turismo nella città, le prostitute giovani e belle poterono tornare indisturbate ad esercitare l’ antico mestiere.
Nel 1421 il Governo, esasperato dagli sciami di “pubbliche meretrici” che a qualunque ora del giorno e della notte invadevano la città, decise di trasferirle  nelle case ereditate dal Rampani facendone delle “case chiuse”.Il vero problema ,che governo voleva evitare ,era l’aumento del numero degli omosessuali a Venezia ” fino a diventare un pericolo per la sopravvivenza della città”. I tribunali dell’epoca lavoravano giorno e notte per punire le violenze nate da “atti contro natura”, decapitando e bruciando i malcapitati colpevoli.
Il Senato deliberò che proprio in questi posti fosse concesso alle Meretrici di mettere in mostra le proprie virtù per attirare un pubblico di uomini sempre più numeroso e mantenere così ben saldi gli usi di una cultura eterosessuale.
Serenissima incoraggiava l’esibizionismo delle Carampane, che per attirare la clientela, stavano affacciate per ore alle finestre delle loro abitazioni mostrando il petto completamente nudo, con le gambe penzoloni . A volte le si mostravano alla finestra anche completamente nude per mostrare le loro grazie .Le finestre alle quali si affacciavano erano proprio quelle al primo piano sopra il portico, quindi ben vicine e ben visibili sia da chi passava sul ponte ,che era d’avanti, sia da chi transitava  il rio, in barca.
Il ponte situato a San Cassiano, in zona delle Carampane ,che unisce Sestiere di San ponte delle tettePolo ( una della zone più pittoresche e ricche di fascino di tutta Venezia),e quello di Santa Croce si chiama Ponte delle Tette, nome derivato dal “paesaggio” che si offriva ai passanti ,(il relativo canale si chiama Rio delle Tette).

Fu così che le nuove residenti vennero chiamate Carampane ,e il termine divenne
sinonimo di prostituta.
Con il passare del tempo nel Ca’ Rampani rimasero solo le più anziane, che potevano continuare il loro antico mestiere a prezzi modici ,imposti dal Governo, però con l’assoluta proibizione di uscire per strada .

“Carampana” oggi significa solo “donna vecchia e allampanata”, quest’ultima caratteristica fisica che risale proprio a quel periodo.(cfr De Mauro Paravia)

Il Governo emanò regole severe riguardanti il loro comportamento quotidiano.tette

Potevano uscire da casa, ma non allontanarsi dai ristretti confini del sestiere di “lavoro” e alla terza campana della sera dovevano tornare nei loro alloggi.

Non potevano frequentare le osterie e potevano girare per Venezia solo di sabato.

Non potevano abbordare clienti nei periodi sacri (Natale, Quaresima, Pasqua).
Non potevano frequentare le osterie; in centro città potevano recarsi solo di sabato, indossando però un vistoso fazzoletto giallo al collo come segno di riconoscimento e la domenica, giorno del Signore, dovevano barricarsi nelle case gestite dalla “matrona”, che amministrava la contabilità e pagava regolarmente le tasse.

Il francese Thomas Croyat scriverà che le imposte versate dalle prostitute veneziane in cambio della tolleranza erano in grado di mantenere una squadra navale.

 

 

Articolo inspirato dai seguenti articoli:

http://www.placidasignora.com/2011/10/03/storia-del-ponte-delle-tette-e-perche-si-dice-carampana/

http://venicewiki.org/wiki/Ponte_delle_Tette

http://www.venetoinside.com/it/aneddoti-e-curiosita/post/il-ponte-delle-tette-e-le-carampane-a-venezia/

 

Altri articoli: http://dipoco.altervista.org/altri-articoli