I giardini nascosti della laguna.

venezia biennaleNegli giardini nascosti della laguna troviamo autentici capolavori verdi ;l’alloro, la palma ,il bosso ,la vite canadese,la quercia gli alberi da frutto insieme a fiori da terre lontane, con  tagli differenziati ,labirinti ed effetti di “tappeto orientale”,creano delle vere opere d’arte. Accanto ai giardini “necessari” ne sorsero nei secoli anche quelli pur ornamentali ,come i giardini bizantini con il loro pozzo centrale o i ricercati giardini alla francese del ‘700.
Un tempo Venezia era circondata dal verde, i campi della città erano destinati alla coltivazione o al pascolo degli animali (da qui l’origine del nome campo), ma col passare degli secoli queste zone sono state ricoperte dalle lastre di trachite utilizzate per la pavimentazione della città,ridimensionando lo spazio verde a 120 mila metri quadri.

 

palazzo malinpiero-vera da pozzoMa dietro le facciate dei palazzi nobiliari nelle cortili dei conventi esistono ancora delle   piccole vigne ,serre nascoste,  angoli fioriti ,sparsi su tutta la città .  A Venezia ci sono più di cinquecento giardini.

Hanno origini diverse: quelli che fanno parte di antichi conventi, quelli che appartenevano alle dimore nobiliari o quelli per uso agricolo, ed ognuno con una propria peculiarità.Alcuni si sono sviluppati verticalmente ,potendo essere ammirati dall’esterno solo se si va con la testa in su,alcuni si aprono in occasione di eventi speciali,in altri si può emergere liberamente.

Nei tempi passati erano noti i giardini degli Erizzo a San Canciano, degli Zilioli e dei Buoni a Sant’Angelo, dei Michieli a San Gervasio e Protasio, dei Testa a Cannaregio. Alla Giudecca si ricordano quelli dei Dandolo, dei Gritti, dei Vendramin e dei Loredan, mentre a Murano quelli dei Morosini, dei Corner e dei Navagero.

Il giardino seicentesco di Palazzo Soranzo Cappello, a pochi passi dalla stazione giardino palazzo  soranzo-cappelloferroviaria del sestiere di Santa Croce,con l’ingresso che si affaccia in Rio Marin, ha un aspetto all’apparenza abbandonato, ma ad un’ispezione più attenta ci si accorge che il giardino è ben curato nei dettagli. Al suo interno ci sono degli alberi ma anche della bassa vegetazione. La corte esterna, delimitata da due pareti, e pavimentata, nel percorso centrale,e ,da l’idea di una “stanza” esterna al Palazzo.Vicino al muro ci sono le viti miste ai gelsomini. Lungo i viali ci incantano i peschi, i mandorli, i prugni, i ciliegi, i nespoli, gli albicocchi, le fragole. All’interno della corte, crescono due alberi di kaki.                                                                                                            Si è scelto di lasciare parte della vegetazione nata spontaneamente, per preservare l’aspetto del giardino, quasi in abbandono, suggerito dalle ambientazioni letterarie di Gabriele D’Annunzio e di Henry James.

 

Importante e straordinario è il Giardino della Fondazione Querini  Stampalia ,(Stampalia è il nome dell’isola greca che fu feudo della famiglia fino agli inizi del XVI secolo) ,in Campo S. Maria Formosa, creato e progettato dall’architetto Carlo Scarpa.
Questa volta l’elemento principale e l’acqua ,che,dal canale su cui si affaccia il palazzo, entra  attraverso paratie che corrono lungo i muri interni  ,si raduna in giardino in un’ampia vasca a più livelli in rame, cemento e mosaico e in un piccolo canale ai cui estremi si trovano due labirinti in alabastro e pietra d’Istria.
Carlo Scarpa ha trasformato il tipico cortile veneziano reinterpretando i modelli arabi e giapponesi. Al centro un tappeto erboso geometrico e un ciliegio, una magnolia e un melograno. Tutt’intorno macchie di rampicanti e cespugli completano l’arredo vegetale, accompagnando un’antica vera da pozzo, un leone gotico, dei capitelli e due fontane.

ca bemboIl giardino di Palazzo Giustinian-Brandolini (residenza veneziana della Marie Brandolini d’Addala affacciata sul Canal Grande), creato dai proprietari a fine Ottocento, protegge dalla curiosità con un un fitto boschetto artificiale di lauri, tassi e castani, mentre il bosso disegna un labirinto magico.Sullo sfondo, la facciata posteriore del palazzo e ricoperta interamente da un glicine centenario. Questo boschetto , era uno dei più estesi tra quelli presenti a Venezia.

 

Palazzo  Vendramin Carlengi. Davanti all’ala seicentesca (detta Ala bianca), a destra vendramin carlengidell’edificio, ce un discreto giardino , accessibile anche dal canale attraverso un cancello i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.Sul retro il palazzo presenta una piccola corte, chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso , è affissa una lapide che ricorda la morte di Wagner “avvenuta fra le mura del palazzo”.

Il delizioso giardino di rose di Palazzo Cappello Malipiero Barnabò, purtroppo, si concede agli sguardi solo al di là della balaustra in pietra d’Istria che si affaccia dal tratto di Canal Grande che separa Rialto dall’Accademia.Alla scenografia del giardino dalla fine dell’800 contribuisce sensibilmente l’arredo statuario ;con la fontana rappresentante il Ninfeo d’Ercole,il grandioso Nettuno inserito nella parete opposta del giardino.L’utilizzo del bosso, con i suoi toni cromatici scuri ed intensi e la sua sapiente potatura, accentua la teatralità.In giardino la grande vera da pozzo con l’arma dei Malipiero,e testimonianza del’unione dei Cappello con i Malipiero su cui sono raffigurate i bassorilievi dei due sposi, Caterino e Elisabetta.

 

Ca’ Zenobio, Dorsoduro – Fondamenta del Soccorso 2596: nell’ottocento dietro al palazzo in stile barocco veneziano venne trasformato in un giardino romantico, con vialetti, ponti, collinette.Oggi il complesso appartiene alla Congregazione Armena Mechitarista ed è visitabile solo in occasione di manifestazioni culturali e ricevimenti.venezia Labirinto Borges Fondazione Cini

Il giardino di Cà Morosini del Giardin mantiene le caratteristiche tipicamente veneziane con il giardino che si mescola con l’orto tra fiori e alberi da frutto.La vegetazione presente al suo interno varia dalla rosa, passiflora e vite americana ,ai calicanti,ortensie, rose, iris, petunie, bocche di leone, mimose, dalie, palme, albicocchi, cachi, fichi, melograni, ulivi e cipressi.Si trova a Cannaregio, Calle Valmarana al 4629,ed è gestito da suore domenicane.

Anche il palazzo di Cà Rezzonico,che si trova a pochi minuti da Campo S. Margherita ,ora sede del Museo del Settecento veneziano ci accoglie con un giardino straordinario,con aiuole di bosso con pergola ricoperta da glicine e vera da pozzo.

Quello dei Contarini Dal Zaffo è uno dei più famosi della Venezia rinascimentale, frequentato da artisti e letterati che si riunivano al Casin dei Spiriti.Il suo fascino colpi Gabriele D’Annunzio che gli dedicò alcune pagine.Si specchia sulle acque della laguna nord, e si trova a Cannaregio, Fondamenta Gasparo Contarini.Dal complesso del Palazzo fa parte il Casin degli Spiriti, vicino alla Fondamenta della Misericordia e l’Isola di S. Michele, non molto distante nella laguna.

Sulle isole gli uomini di fede hanno costruito edifici avvolti dal verde:

Nel Sant Erasmo ,la più grande isola di venezia ,ha mantenuto per secoli la sua vocazione agricola con le coltivazioni dei carciofi asparagi lattughe ,i cardi, il giuggiolo,e le vigne .

giardini biennaleSull’isola di San Giorgio Maggiore: un intreccio di 3 mila piante di bosso riproducono il nome dell’argentino Jorge Luis Borges,uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, come in un libro aperto.Si tratta di un labirinto progettato negli anni ’80 per Jorge Luis Borges nel cortile della Fondazione Cini. Oltrre ai bossi ci sono le aiuole con le specie botaniche di gigli, rose e camelie che ispirarono i leggendari tessuti disegnati nel primo ‘900 da Mariano Fortuny y Madrano, nei terreni della fabbrica manifatturiera della Giudecca.

 

Negli spazi dei conventi e delle chiese accanto ai fiori come i gigli e rose ci sono:la palma ,il fico,l’olivo,piccole vigne,la viola e il trifoglio.
Sull’isola della Giudecca,i frati cappuccini vi coltivano ulivi e viti, alberi da frutto come meli, peschi, fichi, ortaggi e le erbe aromatiche un tempo utilizzate nella farmacia. Un boschetto di olmi, cipressi e lecci caratterizza il vicino giardino novecentesco affacciato sulla laguna.

Al Redentore, si scoprirà un equilibrio più austero nel giardino con orto annesso, passeggiando tra kiwi, viti, rose ed erbe officinali.Si può visitare anche il retro della chiesa del Redentore che appare come una moschea con due minareti, la biblioteca, il refettorio e i due chiostri.

Nei preziosi giardini Bauer Palladio,(isola di Giudecca), ex orti di frati del XVI secolo:ce una
particolare ortensia Annabelle, con fiori bianchi , rose e ibischi; e la magnolia più vecchia di Venezia.

Ca’ Rezzonico e Ca’ Zenobio alla Giudecca, che ospita anche il giardino di una vivacegiardini reali signora svizzera ricavato dai terreni di una vecchia fornace. Qui si possono ammirare 600 mq con molte varietà di narcisi, clematidi e di rose antiche,

I parchi ed i giardini aperti al pubblico di Venezia sono: la Pineta di S.Elena, i Giardini Napoleonici, i Giardini Groggia, i Giardini Papadopoli,i Giardini Savorgnan e i Giardini Reali.
Alcuni parchi pubblici tuttora esistenti,risalgono al XX secolo, come i Giardini Papadopoli, che aprono le porte al visitatore che giunga da piazzale Roma.  Vennero realizzati nel 1834 su di un’area  in cui sorgevano la Chiesa e il Monastero della Croce. All’epoca era una delle aree verdi più grandi, con 12.000 mq di estensione. In quest’area incantevole si trovano piante di fusto alto , alberi da frutto e gelsi,una collezione di piante esotiche che suscitavano meraviglia e stupore nei viaggiatori..

Con i francesi vennero costruiti i Giardini Reali, degni del nuovo viceré d’Italia Eugenio
di Beauharnais, collegati ai nuovi Giardini Pubblici di Castello (detti napoleonici).

I Giardini Reali si trovano a sud di Piazza San Marco.Sono stati costruiti in seguito alle demolizioni dei granai pubblici, e anche da prigioni dove venivano rinchiusi i genovesi fatti prigionieri durante la guerra di Chioggia. Gli edifici con i granai pubblici sono visibili sulla pianta prospettica di Jacopo de Barbari del 1500.Erano chiamati Granai di Terranova perché erano stati costruiti sopra a del terreno di riporto, ossia “terra nuova”, un po’
come accadeva per le aree denominate “sacca”. In epoca napoleonica i granai pubblici vennero malauguratamente abbattuti per far posto ai Giardini Reali che attualmente vengono anche denominati Giardinetti ex-Reali.
La particolarità sono le pergole di epoca austriaca ricoperte da piante rampicanti.Le specie presenti sono le sofore, le robinie, gli allori e i faggi, pittospori, eleagni, oleandri, eponimi, vite del Canadà, glicini e edere.
Parco Savorgnan,(ora sede dell’Istituto per il Turismo Algarotti) si trova in fondamenta di Cannaregio, a pochi passi dal Ponte delle Guglie e da Palazzo Labia (sede della Rai del Veneto) e uno dei pochi giardini pubblici di venezia .
Nato come orto botanico , faceva parte del Palazzo Savorgnan,e diventa di uno dei giardini più spaziosi della città con un’area di quasi 10.000 metri quadrati,di platani e castani .

giardini papadopoliGiardini Napoleonici
Quest’area verde, comunemente nota come Giardini di Castello, vennero realizzati nel 1807 con decreto napoleonico su di un’area occupata da antichissimi complessi religiosi. In seguito all’abbattimento degli edifici, i materiali di risulta furono utilizzati per realizzare una collinetta sulla quale venne eretto un caffè, oggi trasformato in Padiglione della Biennale. Le specie arboree presenti nel giardino sono più di cento: tigli, bagolari, platani, ligustri, allori, pittospori, eponimi e anche piante esotiche rare.

 

Giardini Groggia
Questi giardini di forma quadrangolare si trovano a Sant’Alvise (Cannaregio) .
Di impianto ottocentesco e disegnati come giardini romantici, si caratterizzano per la presenza di numerosi elementi lapidei, frutto dell’attività edilizia della famiglia Groggia. Purtroppo al giorno d’oggi sono molto trascurati e per questo poco frequentati.

 

Dopo la caduta della Serenissima ,con l’arrivo degli austriaci molti giardini furono Giardino Malipierodistrutti.Questi imposero elevate tasse sulla proprietà costringendo così molte famiglie anche nobili a rinunciare al proprio spazio verde per risparmiare le imposte.

La abbondanza di verde di una volta di venezia si può dedurre dai nomi stessi di certi posti:giardini reali,pineta di Sant’elena,S.Francesco della vignia,Ca Morosin del giardin,S.Maria del orto.
Visite nei giardini segreti di venezia:

orto dei conventi -giudeccahttp://www.getyourguide.it/venezia-l35/venezia-tour-a-piedi-dei-giardini-segreti-t33033/

i ristoranti con giardini

http://2night.it/2013/07/01/giardini-segreti-nei-ristoranti-di-venezia.html
In una città fatta di pietra solo all’apparenza,ci colpisce il profumo di gelsomino o delle rose o dell orientale glicine dai suoi giardini segreti.

 

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