Conoscere Venezia

 

 

Conoscere Venezia

Possiamo conoscere, esplorare, carpire i segreti di Venezia ,attraverso uno sguardo diverso dal quello di un normale viaggiatore.
Eco qualche curiosità che fa di Venezia una città ancora più misteriosa e affascinante


venezia bienale 086Il leone alato sopra la porta d’ingresso dell’Arsenale tiene un libro senza la scritta tradizionale  PAX TIBI MARCE (pace a te Marco) inadatto a questo contesto.Fuori ,al cancello, quattro leoni continuano a fare di guardia.Il più grande ha delle iscrizioni runiche su un fianco,e fu portato qui nel 11 ° secolo dai mercenari.Uno dei  leoni  viene dall’isola greca Delos. Gli altri sono stati saccheggiati da Atene nel 1687.

Il capolavoro “Paradiso” di Tintoretto nel Palazzo Ducale è il più grande dipinto ad olio nel mondo.

 

La prima descrizione degli occhiali nacque a Venezia, nel 1284, e si tratta del Capitolare, cioè dello statuto dell’arte dei Cristalleri, in cui si definiva testualmente che gli “oglarios” dovevano essere fatti di buon cristallo e non di vetro.

La strada più stretta di Venezia si chiama Calletta Varisco che si trova su una laterale nelle vicinanze di Campo San Canciano: ha una larghezza di solo 53 centimetri!

Nel 1897-viene approvato un regolamento sanitario che pone delle regole per le costruzioni e la loro manutenzione, viene imposto l’obbligo di costruire canali, di canalizzare le acque di scarico.
SCHEOI soldi a Venezia si chiamano “schei“, tale termine deriva da una moneta usata al tempo della dominazione asburgica a Venezia con su incisa la scritta “Scheidenmunze” cioè moneta divisionale. I veneziani ne abbreviarono il nome per comodità .Sopravvissuto nel epoca contemporanea il termine indica anche: qualcosa di piccole dimensioni ,picolo come un scheo,(piccolo come un soldino) o una breve lunghezza, (spostelo de vinti schei) “spostalo di 20 cm” e si usa il gergale (esar sensa schei) per l’ “essere senza soldi”
Altro sinonimo di soldi a Venezia prima dell’euro era “Franchi”, retaggio dell’epoca napoleonica.

La circolazione via acquea a Venezia viene regolamentata come in terraferma con un’apposita segnaletica (senso unico, divieto di accesso, ecc.)

Il cognome più diffuso a Venezia e a Pellestrina è Vianello (che deriva dal latino Vivianus,”vivo, animato, vivace”.). Segue il cognome Scarpa . Il cognome caratteristico di Burano è Dei Rossi, quello di Murano è Toso, mentre quelli più comuni a Chioggia-Sottomarina sono Boscolo e Tiozzo. I diminutivi più diffusi a Venezia risultano Bepi (Giuseppe), Tony (Antonio) e Nane (Giovanni). I nomi tipici di Venezia sono Marco, Alvise, Niccolò e Jacopo.

Nel 1300 le leggi di Venezia prevedevano la tutela del lavoratore minorile ,la separazione di interessi tra medici e farmacisti persino un istituzione di servizio sanitario pubblico,e una serie di norme all’avanguardia nella giustizia e l’istituzione pubblica.

Le piazze a Venezia si chiamano Campi, infatti anticamente erano adibiti a orti. I campi di fronte alle chiese venivano spesso usati come camposanti.

I personaggi di Lancillotto Gobbo e suo padre, vecchio Gobbo , in William Shakespeare Il mercante di Venezia potrebbe essere stato ispirato dal simbolo tradizionale del Rialto ovvero il Gobbo di Rialto.

La maggior parte dei “leoni” (il simbolo alato di Venezia) fu distrutta dalle truppe Napoleoniche nel 1797, quelli che vediamo attualmente sono quasi tutti delle copie fedeli degli originali.

La parola “ciao” ha origini veneziane. Nei tempi antichi a Venezia le persone erano abituate a salutare in questo modo: “s-ciavo vostro”,che significa “servo vostro, ai vostri ordini, schiavo vostro”. Così, di volta in volta il saluto divenne prima “s-ciao” e quindi “ciao”.

venezia bienale 080L’organizzazione al interno del cantiere di Arsenale era al avanguardia ,con diversi reparti specialistici controllo di qualità sulle materie prime standardizzazione di molti fasi di produzione e persino la prima catena di montaggio della storia.Questo ciclo di produzione consentiva di costruire fino a 3 navi al giorno ,che garantiva a venezia un vero e proprio primato.

Il nome Ghetto ( la zona  dove gli ebrei  erano obbligati a risiedere) e di origini veneziane e deriva dalle fonderie presenti in località che gettavano o “fondevano” i metalli (dal verbo gettare o”affinare il metallo con la getta”,ovvero con il diossido di piombo ), fabbricando cannoni e rifornendo l’Arsenale.Da Getto a Ghetto , si arrivò,perché i primi ebrei che abitavano qui erano venuti dalla Germania e lo pronunciavano con la “g” gutturale come “ghermania”.

Il Campanile di San Marco misura 98,6 metri di altezza. Sulla sua sommità si erge un angelo dorato, le cui ali girevoli indicano su quale direzione soffia il vento a quella quota. Il 21 agosto 1609 Galileo Galilei mostrò alla Signoria di Venezia, dal campanile di San Marco
il cannocchiale.

L’espressione “Beviamo un’ombra” (ossia un bicchiere di vino), viene dal fatto che questo veniva tenuto all’ombra per essere fresco ( i scantinati erano pochi) e poi consumato in Piazza S. Marco, all’ombra delle tende e del grande campanile. Dalla cella campanaria parte, a mezzogiorno della prima domenica di carnevale,il volo dell’Angelo, dando il via ufficiale alla più grande kermesse della città.

A Venezia si bolla impietosamente la donna fredda ed impettita con il termine “Maria de tola” (asse di legno).Sembra che il termine “Marionetta” derivi da piccoli fantocci per bambini detti “Marie di legno” (o “Marióne” quando più grandi), nomi ispirati alle “Marie de tola” di cui sopra.

 

 

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