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Caravaggio e Venezia

 

 Caravaggio e Venezia

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, si forma presso la bottega del pittore Simone Peterzano nella città di Milano.

Michelangelo Caravaggio

Vocazione di San Matteo- Caravaggio

Qui Caravaggio recepisce i modi di due tradizioni diverse: da un lato il realismo lombardo, dall’altro il rinascimento veneto, con il quale viene in contatto quando Peterzano lo porta con se in alcuni viaggi a Venezia,dove ha modo di lasciarsi suggestionare dalle opere di straordinari artisti, e dove conosce l’arte del Tintoretto.

 

 

Influenza Veneziana

….Con il Martirio di San Matteo ha inizio la “poetica caravaggesca” del rapporto luce-ombra che poi si svilupperà nelle opere successive.

Nel dipinto rappresentante la Vocazione di San Matteo il racconto è immerso nella realtà del tempo, con personaggi con abiti moderni. La luce è l’elemento caratterizzante l’intera opera. E’ una luce soffusa che non entra dalla finestra ,fuori scena sulla sinistra ,ma da oltre il braccio del Cristo che emerge dall’ombra sulla destra.
Davanti a quest’opera considerata meravigliosa dai contemporanei lui dice sinceramente:
Io vedo soltanto un’imitazione di Giorgione”
U’altra influenza veneziana, e Lorenzo Lotto.Ritroviamo anche nelle sue opere gli sguardi lotteschi meditabondi e psicologicamente intensi, come quelli del Ritratto di giovane (della Gemäldegalerie di Berlino) e quello di Ludovico Grazioli di collezione privata.

 

 

Giove, Nettuno e Plutone

 

Caravaggio Jupiter Neptune Pluto

Caravaggio Jupiter Neptune PlutoE un dipinto eseguito dal Caravaggio intorno al 1597, e conservato nel casino di Villa Ludovisi, a Roma.

Il dipinto venne realizzato su commissione del suo protettore , Francesco Maria del Monte, sul soffitto della villa del cardinale presso porta Pinciana.

In questo camerino, il cardinale si dilettava nell’alchimia e, per tale ragione, Caravaggio vi dipinse un’allegoria della triade alchemica di Paracelso – Giove, personificazioni rispettivamente dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del cloruro e della terra.

È l’unica pittura murale eseguita dall’artista che aveva sempre dipinto ad olio su tela ed aveva poca pratica nella tecnica della pittura murale .

Sapendo che l’olio su muro e difficilissimo da fare perché tende di oscurarsi,staccarsi,perdere la pellicola pittorica ,Michele inizia a studiare le pitture dell’artista veneziano Sebastiano Luciani detto dal Piombo.
Il dipinto ha mostrato il suo volto evidenziando tre divinità mitologiche, Giove, Plutone, Nettuno intorno ad una sfera celeste costellata dei segni zodiacali, con l’aggiunta di due globi luminosi.

Dentro la sfera, ruota una fascia con i segni zodiacali. La raffigurazione caravaggesca è un’allegoria del processo alchemico.  I tre dei rappresentano la trasmutazione della materia nei tre stati fondamentali (solido/ liquido/ gassoso), da cui si genera la pietra filosofale ” come geroglifico dell’universo e con essa la luce, rappresentata dal grande globo luminoso dove si uniscono il principio maschile, il Sole e quello femminile, la Luna.
Le sue opere saranno giudicate poco dignitose ,in alcuni casi oltraggiose .Il motivo principale e la scelta dei modelli .Utilizzava prostitute per dipingere le madonne,malati e barboni come modelli per i santi.Inventa un suo particolare repertorio dipingendo giovani presi dalla strada, messi in posa.

Famoso e ammirato nella vita fu quasi dimenticato nei secoli successivi alla sua morte,e solo al inizio del XX secolo la sua importanza nello sviluppo dell’arte pittorica fu universalmente riconosciuta.

 

 

 

 

 

 

Ernest Hemingway ,Venezia

 

Ernest Hemingway
Nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park (sobborgo di Chicago).Fin da piccolo impara a praticare diversi sport, fra i quali il pugilato. Il fisico muscoloso, il carattere da attaccabrighe, la predilezione per le grandi mangiate e le formidabili bevute lo rendono un personaggio unico dell’alta società internazionale.

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway a Rialto

Il 6 aprile 1918 si presentò come volontario per andare a combattere in Europa con il Corpo di spedizione americano del generale Pershing. Partito con la croce rossa da Chicago, America ,come soldato riformato per un problema all’occhio sinistro,arrivo nel maggio 1918 a Schio ,Italia,in piena guerra mondiale.

Ferito alle gambe ,l’8 luglio del 1918 a Fossalta di Piave,riusci a trascinare sulle spalle un suo amico soldato ,fino allo svenimento.I dottori gli tolsero una trentina di schegge dal piede e dalle gambe.Una settimana dopo ,a Milano, gli tolgono altre 227 schegge. Compiva 19 anni.

Cosi nacque “Addio alle armi”,

pubblicato più tardi,nel 1929 ,che viene salutato con entusiasmo dalla critica e gratificato da un notevole successo commerciale.La sua nuova tecnica narrativa riusci ad influenzare successivamente generazioni intere di scrittori.

hemingway al mercato del pesce

hemingway al mercato del pesce

Si reca poi in Spagna, da dove manda un reportage sulla Guerra civile. Qui aderisce al Fronte Popolare e collabora alla riduzione cinematografica di “La terra di Spagna”.
Tra le opere più straordinarie dello scrittore sono “I quarantanove racconti”, pubblicata nel 1938,che contiene vari racconti tra cui “La capitale del mondo “, “Breve la vita felice di Francis Macomber” e “Le nevi del Chilimangiaro”.
Nel febbraio del 1939 lo troviamo a Cuba lavorando al romanzo “Per chi suona la campana.”
Partecipa alla seconda guerra mondiale,1944.Costituisce una sua sezione del servizio segreto e una unità partigiana con la quale partecipa alla liberazione di Parigi.

Dopo il 1947 Ernest Hemingway trascorre parecchio tempo in Italia. Soggiornò  soprattutto fra Venezia, l’isola di Torcello, Cortina e la laguna di Caorle, dove andava spesso a caccia, ospite di famiglie aristocratiche della zona.

A Venezia, stringe amicizia , con la diciannovenne Adriana Ivancich. La giovane e lui stesso sono i protagonisti del romanzo che sta scrivendo, “Di là dal fiume e tra gli alberi (1950) ,ambientato proprio nei luoghi veneti conosciuti dall’autore .
Si fotografa a Rialto,nel campo della Beccaria ,con il mercato del pesce,che secondo lui assomiglia ad un museo,

d'avanti a hotel Gritti

d’avanti a hotel Gritti

alloggia ad hotel Gritti,alla locanda Cipriani a Torcello,

si ferma al caffè Floriano,e al Harri’s bar ,dove sorseggia il suo “Montgommery”.

Alla fine di marzo,1954,dopo un incidente aviatico, dimagrito di dieci chili, raggiunge Venezia dove il Conte Federico Kechler lo raggiunse e lo accompagnò in varie cliniche per esami  radiografici e visite più complete.

 

Ernest Hemingway,d'avanti alla locanda Cipriani a Torcello

Ernest Hemingway,d’avanti alla locanda Cipriani a Torcello

L’amore per le situazioni di pericolo e il senso della morte lo porto a esperimentare varie avventure nella guerra,ma anche nella vita privata .I numerosi incidenti occorsi nella sua vita in buona misura sono conseguenti al suo voler vivere sempre esperienze limite.
Dopo un nuovo  incidente ,profondamente depresso perché pensa che non riuscirà più a scrivere, il 2 luglio 1961, prende il suo fucile , appoggia la doppia canna alla fronte e si spara.

 

 

A Bassano del Grappa il museo della grande Guerra ,nel’elegante palazzo Ca Erizzo Luca accoglie una sezione dedicata a Ernesto Hemingway.

Leggi di più : http://www.villacaerizzoluca.it/museo_della_grande_guerra.php

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Giovanni Caboto o John Cabot,Venezia

Veneziano, di origini Genovese,Giovanni Caboto ,e un personaggio molto importante della storia ,almeno quanto Colombo e Magellano, di qui poco si parla.
Era già un membro rispettato della comunità nel 1471,quando viene accettato nella confraternita religiosa di San Giovanni Evangelista.Era sposato con Mattea ed aveva tre figli.Pedro de Alaya un suo contemporaneo lo descrive nel 1498 “un altro Genovese come Colombo “.

Giovanni Caboto- Giustino Menescardi 1762-pittura murale palazzo ducale

Giovanni Caboto- Giustino Menescardi

Caboto ottenne la cittadinanza veneziana dopo una dimora di 15 anni nella città.Qui impara a navigare dai marinai e mercanti Veneziani. Giovanni Cabotto e menzionato in una  varietà di documenti Veneziani a partire da 1480.In un documento ,scoperto nel 2010 ,viene menzionato dal suo banchiere di Londra come Zuan Cabotto.E unico documento dove viene menzionato con il nome Veneziano,(Zuan e il corrispondente di Giovanni nella lingua veneziana.)
In un documento del 1483 lo troviamo vendendo uno schiavo a Creta.Nel 1484 è interessato all’acquisto di alcune case a Venezia delle quali curava il restauro
per farne vendita .Dopo alcune difficoltà finanziarie alla fine degli anni 1480 Cabot lascia Venezia.
Arrivato a Valencia, Spagna,fa delle proposte ( respinte), per il miglioramento del porto.
Poi si trasferì a Siviglia, dove lavora alla costruzione di un ponte di pietra sopra il fiume Guadalquivir. Si propone a Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona per un viaggio di esplorazione verso Occidente . Cabot, sembra aver cercato per un anno il sostegno per una spedizione nel Atlantico.
Si trasferì a Bristol,Inghilterra , con la sua famiglia nel 1495.

Busto di Giovanni Caboto ,Palazzo Loredan

Busto di Giovanni Caboto ,Palazzo Loredan

Ispirato dalle scoperte di Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz,Caboto credeva che navigando verso ovest era la via più breve verso l’Asia.
Il re Enrico VII, che già aveva perso l’occasione di avere Cristoforo Colombo al proprio servizio,autorizzò Caboto il 5 marzo 1496 con la seguente lettera di brevetto:
“… libera autorizzazione, facoltà e potere di navigare in tutte le parti,regioni e coste dell oriente,occidentale e mari settentrionali, sotto i nostri striscioni, bandiere e insegne,per trovare, scoprire e indagare qualunque isole, paesi, regioni o province di pagani e infedeli, in qualunque parte del mondo, che prima di questo momento erano sconosciuti a tutti i cristiani “,nella speranza di poter raggiungere il favoloso Cipangu (l’odierno Giappone).

Come Colombo,anche lui fece tre viaggi .Nel’ultimo viaggio, per molti anni, si era creduto che le sue navi si sono disperse in mare.Più recentemente gli storici hanno scoperto che lui e il suo equipaggio in realtà sopravvisse.Sono state trovate prove che suggeriscono che anche la spedizione di Caboto esplorò Bonavista,St. Giovanni a Terranova, Isola di Cape Breton, Nova Scotia, Labrador, e Maine .”L’equipaggio sembrava essere rimasto a terra abbastanza a lungo per rifornire acqua dolce e per innalzare gli striscioni veneziani
e papali ,rivendicano la terra per il re d’Inghilterra, riconoscendo l’autorità religiosa della Chiesa cattolica romana. ”
Caboto sbarcò  in Canada, scambiandola per l’Asia, durante il suo viaggio del 1497.
Infatti Cape Bonavista in Terranova sono posti riconosciuti dai governi del Canada e del Regno Unito come  ” luogo ufficiale di sbarco di Cabot.”

Palazzo Caboto,Venezia

Palazzo Caboto,Venezia

Tornato in Inghilterra,a Cabot “gli viene pagato un vasto onore.E nominato il “Grande Ammiraglio” ed è ” vestito tutto in seta”. Gli inglesi corrono come matti dopo di lui.”
La spedizione di Caboto pose le basi della futura colonizzazione inglese del Nord America e convince il re di Inghilterra che gli americani nativi possono essere convertiti in veri inglesi.Il suo nome viene subito cambiato in John Cabbot.
Il suo nome è stato dato, in occasione del quarto centenario della scoperta, allo stretto Cabbot .(che forma l’accesso al golfo del San Lorenzo ,e collega i territori canadesi e statunitensi direttamente con l’Oceano Atlantico.)

Purtroppo la Repubblica di Venezia non fu interessata a sfruttare le qualità del
giovane navigatore, perdendo l’occasione  d’inserirsi nel gruppo delle grandi potenze marinare europee impegnate nell’esplorazione degli oceani e di mari sconosciuti.
Molto tragico e ,che anche oggi molti cervelli eccelsi scelgono di emigrare alla ricerca di paesi che possano dare loro un futuro.

casa di giovanni caboto ,venezia

casa di giovanni caboto ,venezia

Caboto ,palazzo storico del’anno 1400, Riva dei sette martiri ,angolo con la via Garibaldi, Venezia,vicino ad Arsenale. È l’abitazione dell’esploratore Giovanni Caboto e del figlio Sebastiano ,una struttura trapezoidale, che ricorda una nave.Dopo che sparirono entrambi nel’ultima spedizione, i cittadini di Venezia pensarono che la loro casa portasse sfortuna.La casa fu abbandonata ed evitata da tutti i passanti.
Due lapidi sono poste a ricordare gli esploratori veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto, che nel 1497 scoprirono Terranova.

By Dipoco.altervista.org

Altro articolo su tema : L’epopea dei Caboto, gli esploratori dimenticati

http://yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=289

 

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Le “ultime cene” di Veronese

Veronese
Paolo Cagliari ,Verona 1528 – Venezia 1588,detto il Veronese era brillante ,e le  chiese  volevano un pittore brillante.Imposta le sue composizioni esclusivamente su forti contrasti luministici (anche per l’influenza di Tintoretto e Bassano).Preferisce invece la luce meridiana, toni crepuscolari e notturni.

Veronese- Nozze di Cana

Veronese- Nozze di Cana

Nozze di Cana
Nel giugno 1562 Paolo Veronese fu incaricato di dipingere la parete di fondo del refettorio benedettino di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Il dipinto mostra l’episodio della tramutazione dell’acqua in vino durante un matrimonio a Cana, contenuto nel Vangelo secondo Giovanni. Rappresenta una fastosa scena mondana inserita in una spettacolare scenografia con personaggi ed episodi tratti dalla vita contemporanea.

La composizione e divisa in due parti.La parte superiore,che mostra il celo con le sue nuvole,e da l’impressione di spazio,e un fondo terrestre invaso dalla folla.
Con poco rispetto per la vera storia religiosa il pittore introduce divertimento.Manda cosi in secondo piano l’evento sacro rappresentato.Al centro della tavolata ,al posto dei sposi, siede Cristo vicino alla sua madre.Secondo diverse interpretazioni,come musicisti che intrattengono Gesù, ritrae il pittore Tiziano suonando il contrabbasso,Tintoretto,Jacopo Bassano,e se stesso con la viola in mano.Il maestro di cerimonia barbuto potrebbe essere il poeta Aretino per qui Veronese aveva un grande rispetto.Altri personaggi celebri presenti nel dipinto sono:Eleonora d’Asburgo, Francesco I di Francia,Maria I d’Inghilterra, Solimano il Magnifico,Giulia Gonzaga.
Ognuno di questi personaggi ha il suo servo.La ricchezza dei costumi degli invitati, sontuosi ed eleganti, dai colori brillanti e motivi ricercati, le stoviglie , vasi di cristallo ,le pietanze , rappresentano la Venezia del tempo.Il quadro e ambientato in un posto con ricchi palazzi marmorei,con colone scanalate con capitelli corinzi,un architettura assomigliante a quella Palladiana.

L’immagine appare molto realistica.Non mancano i ,saltimbanchi nani,curiosi appesi
sui balconi,personaggi del’oriente con turbanti,il macellaio che affetta  carne, animali come cani,un gato che gioca, un pappagallo ,uccelli in volo, un confuso miscuglio di oggetti e persone in una gioiosa teatralità.

La gigantesca tela ,di circa 10 metri di lunghezza per 6,7 di altezza , fu trasferita nel 1797 a Parigi,al Museo del Louvre, dove è tuttora conservata.

Questo quadro scandalizza le autorità ecclesiastiche. Più tardi venne condannato perché la sua opera contiene immagini non presenti nel racconto evangelico.A Veronese furono commissionate nei decenni successivi numerose varianti, di dimensioni ridotte. Le più celebri “Cene” del Veronese sono la Cena in casa di Simone (Milano, Brera, 1570) il Convito in casa di Levi (Parigi, Louvre, 1573),la Cena in casa di Simone il fariseo.

Veronese -cena a casa di Levi

Veronese- cena a casa di Levi

Ultima cena – o,Cena a casa di Levi
Il dipinto fu commissionato a Veronese nel 1573 dai religiosi della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, per sostituire un dipinto di Tiziano andato distrutto nel 1571.
Attualmente e custodito presso le Gallerie dell’Accademia, a Venezia.
Il quadro evoca un episodio del Vangelo secondo Luca in cui Matteo, o Levi, prepara una grande festa nella propria dimora.Il soggetto del dipinto, un episodio evangelico ambientato in uno sfarzoso banchetto della Venezia del Cinquecento.
Gesù, seduto al centro del dipinto e della grande tavolata, e circondato da numerosi
personaggi . Vi sono animali e bambini che giocano sulle scale, oltre che buffoni e militari.
Molte figure discutono tra di loro animatamente o gli voltano addirittura le spalle .Sono presentate completamente disinteressate alla presenza di Cristo alla tavola.

La cena è spostata in un sontuoso palazzo in stile classico, ispirato dalle forme delle opere Palladiane.Mostra la vita quotidiana della ricca Venezia che, continua a celebrarsi pomposamente in feste e banchetti,con uno sfarzo che rimarrà insuperato fino al XVIII secolo.Questi elementi sono del tutto incompatibili con i luoghi sacri in cui gli eventi raffigurati si sarebbero svolti per la narrazione evangelica.
Quest’Ultima cena e considerata una profonda blasfemia,attirando l’ira del’inquisizione del Vaticano.Il tribunale del’inquisizione , impose a Veronese di modificare alcune parti del dipinto considerate irrilevanti alla gravità del soggetto,ma il pittore preferì di mutare il titolo in “Convito a casa di Levi”.La chiesa condanna la pittura per i suoi personaggi volgari (il servo che perde sangue dal naso),e propone il titolo “I ladri nella casa di Levi.” Veronese si difende d’avanti ai clerici dicendo
“Noi’altri ,pittori ,ci becchiamo la stessa sorte che si beccano i poeti e i matti”

Veronese- cena in casa di Simone

Veronese -cena in casa di Simone

Cena in casa di Simone
L’opera fu dipinta da Paolo Veronese, per il convento veneziano di San Sebastiano,(1570) che ospitava i frati della Congregazione di San Girolamo. Condivide con il resto delle celebre “cene” di Veronese la scenografia architettonica di impronta classica, derivata dalle architetture di Palladio.

La scena è ambientata nella corte di una lussuosa villa di campagna,che fa da cornice alla scena ed è ritratta con una caratteristica visione da basso verso alto. L’atmosfera è quella di un sontuoso banchetto della Serenissima.Il posto centrale non esiste più.La scena evangelica della Maddalena che unge i piedi di Cristo con olio profumato è spostata all’estrema sinistra. Un notevole senso di movimento lo conferisce la zuffa fra animali al centro del dipinto.Infatti a cosa guardano i personaggi rivolti verso sinistra ?

Per questi particolari irriverenti questo dipinto fu tra quelli citati nel processo dell’Inquisizione subito dal Veronese nel 1573.

Veronese-cena di san Gregorio Magno

Veronese-cena di san Gregorio Magno

Cena di san Gregorio Magno, 1572
La scena, rappresenta una delle cene di san Gregorio con dodici pellegrini,tra i quali, secondo la leggenda, un giorno apparve Gesù.
Il 10 giugno 1848 il dipinto venne tagliato in 32 pezzi dai soldati austriaci, ma l’imperatore si assunse l’onere di finanziare il successivo restauro.La tradizione vuole che anche il pittore si sia autoritratto nella figura di spalle vestita di giallo a destra.
Il quadro e esposto a Santuario di Monte Berico,Vicenza.

Veronese-ultima cena,Milano

Veronese-ultima cena,Milano

Ultima cena ,     

realizzata nel 1585 ,ora conservata nella Pinacoteca di Brera,Milano.
Tutto lo spettacolare apparato scenografico delle Cene è ormai scomparso .Il protagonista della rappresentazione, come sottolineano anche gli effetti luministici, è Gesù. L’intenzione dell’autore è di stimolare, come vogliono le indicazioni del Concilio di Trento, il sentimento devozionale degli osservatori.

 

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Venezia, scale

Le scale a Venezia ,sono di vari tipi e modelli,dalle scale esterne scoperte ,fatte di marmo , che consentono di entrare nelle abitazioni,alla scala a “L” nella corte che collega i magazzini del piano terra, ai piani nobili superiori ,o alle torri scalari medievali a chiocciola costruite dove mancava lo spazio.Alcune scale di Venezia,vere opere d’arte ,meritano nominate,e cominciano con le più spettacolari,quelle a chiocciola,a “bovolo” in dialetto veneziano.

ca d'oro,scala a "L"

ca d’oro,scala a “L”

Le scale a chiocciola dette egizie furono trovate ai tempi di Archimede usate dai schiavi per scavare le miniere.Si ritrovano poi nel tempio di Giove “per accendere alla sommità”,oppure sulla colona Trajana ed Antoniana.Ma delle scale a lumaca vuote al centro non si ha altro antico vestigio che quello di Portico di Pompeo in Roma.Delle scale ovate vuote non si trovano trace tra gli antichi.

scala del bovolo

scala del bovolo

Palazzo del “bovolo”
Il palazzo fu costruito tra il trecento e il quattrocento come dimora dei Contarini “di San Paternian”. Alla fine del quattrocento, per via dell’aggiunta della torre cilindrica traforata con archeggiature accendenti e la ampia scala a chiocciola.I Contarini furono soprannominati  “dal Bovolo”,(chiocciola in dialetto veneziano).La scala congiunge le logge sovrapposte dei cinque piani del palazzo e si conclude con una loggia a cupola dal quale si può ammirare la città.Nel 1859, Wilhelm Tempel condusse le prime osservazioni astronomiche dalla torre, con un telescopio di sua proprietà. Qui scoprì, il 2 aprile 1859, la
cometa C/1859 G1, ed il 19 ottobre 1859 la Nebulosa di Merope nella costellazione delle Pleiadi.

Da Campo Manin troverete due minuscole tabelle in alto che ve ne indicheranno la strada.
Attualmente e chiuso per ristrutturazione,ma si può fotografare da fuori.

Leggi di più . http://venicewiki.org/wiki/Scala_Contarini_del_Bovolo

La
 scala
 a
 chiocciola
 più 
bella 
del
 mondo”


J.
W.
Goethe,
Viaggio
 in
 Italia.

 scale ovate vuote,Paladdio

scale ovate vuote,Paladdio

Un capolavoro in un capolavoro ,il Convento della Carità, ora Accademia di Belle arti, è la straordinaria scala ovale con gradini pensili incastonati nella parete, che si snoda dal pianterreno fino all’ultimo piano.Se una scala una chiocciola normale in quell’epoca gira intorno ad uno stipite cilindrico o intorno ad un muro ,la scala ovale ideata da Palladio gira intorno a se stessa ,incastrata nel muro .Un esempio di un innovativa arte architettonica. La luce su tutte le scale interne deve venire dalle finestre poste sui piani di fianco o d’avanti alle scale. Ma su una scala a lumaca la luce può venire dal alto da un apertura o lanterna praticata in mezzo alla chiocciola.

scala ovale del palazzo cini di San Vio

scala ovale del palazzo cini di San Vio

Il piccolo Palazzo Cini di San Vio era la dimora di Vittorio Cini. Ma immenso per la qualità dei suoi ospiti: Giotto, Beato Angelico, Piero di Cosimo, Pontormo, Botticelli, Filippo Lippi.
Tomaso Buzzi. In suoi spazi angusti si sviluppa una perfetta scala ovale che non sfigura di fronte ai suoi storici modelli.

Scala dei Giganti

Scala dei Giganti

La scala dei giganti, Palazzo Ducale
Era il luogo di incoronazione dei Dogi, e fu luogo in cui venne eseguita la condanna del doge Falier.La scala prende il nome dai due “giganti”, le grandi statue raffiguranti Marte dio della guerra e Nettuno,dio del mare,poste ai lati.Il cerimoniale dell’incoronazione del doge prevedeva che quest’ultimo salisse sulla sommità della Scala, dove riceveva il corno ducale, cioè il berretto del doge.Successivamente il nuovo doge pronunciava il giuramento di fedeltà alla Repubblica e di rispetto della costituzione.

scala d'oro

scala d’oro

Scala d’oro.
La scala si organizza su cinque rampe,un tempo era riservata al passaggio dei Magistrati e ai personaggi illustri.E rimarcabile per le dorature e delle pitture in stucco bianco e foglia d’oro zecchino che si snodano sulle rampe che portano all’Appartamento ducale ed alle sale del governo veneziano.Le opere sono state eseguite a partire dal 1557 da Alessandro Vittoria.
Fondazione Cini

fondazione cini ,scala ,longhena

fondazione cini ,scala ,longhena

Il grande complesso monumentale del Monastero Benedettino ,venne abbandonato alla fine del settecento in seguito alla ceduta della Repubblica.Nel 1951 il fondatore Vittorio Cini comincia una vasta opera di restauro .La fondazione sara aperta in memoria del suo figlio Giorgio ,morto in un incidente con il suo aereo privato vicino a Cannes.Ritornano alla luce la biblioteca seicentesca,che adesso supera i 300 mila volumi, la fototeca con le 750 mila immagini, la più vasta raccolta di libretti d’opera del mondo e  che una volta portava verso gli appartamenti del abate , di Baltasare Longhena.Organizzato su due rampe scenograficamente illuminate è decorato con statue di Virtù e dalla tela di Valentin Lefèvre con la Scala di Giacobbe.

scala ovale del Sardi Chiesa dell' ospedaletto

scala ovale del Sardi Chiesa dell’ ospedaletto

Degni di essere menzionate sono: gli scaloni monumentali delle Scuole grandi di san Marco e di san Giovanni Evangelista, realizzati da Codussi;lo scalone “reale” a rampe divaricate, che Sansovino costruirà nella zecca,o lo scalone scenografico che resta unico nell’architettura veneziana privata,(palazzo Loredàn a santo Stefano),creata da l’architetto Antonio Abbondi (lo Scarpagnino) .
Scala mata

Avevo quattro o Cinque anni, forse sei, quando mia nonna si faceva accompagnare da me al Ghetto Vecchio di Venezia. Andavamo a visitare una sua amica, la signora Bora Levi, che abitava in una casa vecchia. A questa casa si accedeva salendo un’antica scala di legno esterna chiamata “scala matta” oppure “scala delle pantegane”.

scala matta,ghetto vecchio

scala matta,ghetto vecchio

“Favola di Venezia” Hugo Pratt
Per legge,agli Ebrei, non era consentito costruire nuovi edifici.Lo spazio risultò presto  insufficiente .L’unica soluzione d’espansione era costruire sopraelevazioni ad edifici già esistenti. Le case furono frazionate con tramezzi di legno. Si arrivo cosi a edifici di otto, nove piani,creando i primi grattacieli del Cinquecento,in una Venezia dove le case non hanno più tre-quattro piani.Un’antica scala di legno esterna chiamata “scala matta”, oppure “scala delle pantegane “collegava due di questi ” grattacieli”.Immaginatevi una persona che saliva ed altra che scendeva,magari con i bambini,o qualche animaletto capra o pecora, oppure un oca,anatra o gallina che spesso si portavano fuori nel campo.Immaginatevi due persone che litigavano attraverso queste scale,magari dai piani diversi o dai palazzi diversi.Vivere in queste condizioni era “da matti” , e per questo si chiamava ” la scala mata”,(in dialetto non si usano le doppie.)

Venezia, Gobbo de Rialto

Venezia, Gobbo de Rialto

Il gobbo di Rialto
in Campo San Giacometto. Si dice che rappresenti una ladro realmente esistito condannato a sostenere una scala di marmo fino a morirne. Altri dicono che è un uomo inginocchiato che sta sostenendo la scala che permetteva agli araldi di leggere i loro bandi.La statua veniva anche baciata dai ladri condannati a correre nudi tra due file di persone che li frustravano da San Marco a Rialto. Arrivati al gobbo lo baciavano perché segnava il termine della loro sofferenza.

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Galileo Galilei – Venezia

Galileo Galilei ,fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, considerato il padre della scienza moderna.

Galileo Galilei ritratto da Tintoretto

Galileo Galilei ritratto da Tintoretto

Il suo nome è associato al perfezionamento del telescopio, che gli permise importanti  osservazioni astronomiche.Intorno al luglio del 1609 Galileo ebbe notizia dell’invenzione di un dispositivo per far apparire più vicini oggetti distanti (il primo cannocchiale costruito per la prima volta, dall’artigiano Hans Lippershey, noto anche come Johann Lippershey o Lipperhey  (Wesel, 1570 – Middelburg, settembre 1619), un ottico tedesco naturalizzato olandese.)

Con l’aiuto dei mastri vetrai di Murano inizio a confezionare “occhialetti” sempre più perfetti
Limando il fondo di un bicchiere trasparente, dal centro verso esterno si produce la lente convessa.Su un colpo sferico di un cannone ,girato su un tornio da vasaio si poteva limare il vetro in modo da ottenere lenti concave di vari spessori.Subito dopo Galileo realizzò un cannocchiale capace di ingrandire gli oggetti fino a nove volte.

Dal campanile di San Marco ,Galileo ed i nobili Veneziani guardano il mare .Una nave che si avvicina, adesso ,grazie al cannocchiale ,e visibile due ore prima che qualsiasi persona la può vedere a occhio nudo.
Il 21 agosto lo presentò come propria invenzione al governo veneziano che, apprezzando
l’invenzione, gli raddoppiò lo stipendio e gli offrì un contratto vitalizio .
Galileo non riuscì mai a padroneggiare completamente la teoria ottica in base alla quale il
cannocchiale, costituito dall’accoppiamento di una lente concava e una convessa, funzionava.

Galileo s’impegnò nelle osservazioni astronomiche: acquisì informazioni più precise sui monti lunari,sulla composizione della Via Lattea e scoprì i quattro maggiori satelliti di Giove. Le scoperte astronomiche avvaloravano la teoria eliocentrica: l’esistenza delle fasi di Venere e anche quelle di Mercurio, osservate da Galileo, dimostrava che quei pianeti ruotavano intorno al Sole.
Le nuove scoperte furono pubblicate il 12 marzo del 1610 nel Sidereus Nuncius

campanile di San Marco

campanile di San Marco

Più tardi Magini e con lui anche l’astronomo vaticano Christoph Clavius, inizialmente aveva ritenuto che i satelliti di Giove individuati da Galilei fossero soltanto un’illusione prodotta dalle lenti del telescopio. Questa,era, un’obiezione difficilmente confutabile nel 1610-1611, conseguente sia alla bassa qualità del sistema ottico del primo telescopio di Galileo Galilei, sia all’ipotesi che le lenti potessero non solo potenziare la visione ma anche deformarla.
Nel maggio successivo Galileo aveva ricevuto la nota lettera del Bellarmino nella quale “si contiene che la dottrina attribuita al Copernico, che la terra si muova intorno al sole e che il sole stia nel centro del mondo senza muoversi da oriente ad occidente, sia contraria alle Sacre Scritture, e però non si possa difendere né tenere”.

Gli venne imposta l’abiura “con cuor sincero e fede non finta” e proibito il Dialogo. Galilei venne condannato al “carcere formale ad arbitrio nostro” e alla “pena salutare” della recita settimanale dei sette salmi penitenziali per tre anni.

Dopo l’abiura Galileo disse: “E pur si muove” .Ovviamente è una leggenda che conferma la convinzione di Galileo riguardo quello che affermava.

Il 31 ottobre 1992, la Chiesa riconosce che la condanna di Galileo Galilei fu dovuta alla sua ostinazione nel non voler accogliere l’invito della Chiesa a considerare le sue scoperte come semplici ipotesi non comprovate e, d’altra parte, alla “mancanza di perspicacia”, ovvero di intelligenza e lungimiranza, dei teologi che lo condannarono.

 

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Reliquie nelle chiese di Venezia

Reliquie,

resti,o qualsiasi oggetto che abbia avuto una connessione,con i santi e venerato,considerato santo .Gli vengono attribuiti tanti miracoli.
Nel Cristianesimo il culto delle reliquie è molto praticato nella Chiesa cattolica e in quella ortodossa.Venezia ,una città,con un grande traffico di gente ,deve avere
anche luoghi di culto e pellegrinaggi.Con ogni incursione in terre straniere portano a Venezia reliquie di santi e martiri ,costruendo chiese dedicate a loro, non solo a Venezia ma anche nelle sue principali isole .

San Marco evangelista

trafugamento di corpo di San Marco

trafugamento di corpo di San Marco-mosaico

Quando Gesù fu arrestato nel Getsemani e gli apostoli sono fuggiti , “un certo giovane
lo seguiva con un rivestimento di lino. Quando la folla ha cercato di prenderlo gettò
la coperta e corse.” In generale, si ritiene che esso sia Mark. Nel libro degli Atti è descritto come John chiamato anche Mark, che proveniva da una ricca famiglia di Gerusalemme, perché avevano la propria casa. Quando Pietro è stato liberato dal carcere andò a questa casa.
Mark non era uno dei 12 apostoli, né uno stretto collaboratore di Gesù.Fu discepolo dell’apostolo Paolo e, in seguito, di Pietro .E tradizionalmente ritenuto l’autore del Vangelo secondo Marco.La sua morte avvenne ad Alessandria, dove venne ucciso facendo trascinare il suo corpo per la città.

Le sue spoglie furono trafugate da due mercanti veneziani nell’anno 828 e trasportate, dopo averle nascoste in una cesta di ortaggi e di carne di maiale, a Venezia.Sono ancora ospitate nella basilica di San Marco.

Un frammento è conservato nella chiesa di San Marco in Città ,a Cortona, in Toscana, che condivide con Venezia anche lo stemma del leone alato.

È venerato come santo dalla chiesa cattolica, ortodossa e quella copta.

Sant’Isidoro di Chio

basilica di san marco

basilica di san marco

Nato ad Alessandria d’Egitto, Isidoro fu un marinaio di religione cristiana.
Un editto dell’imperatore Decio stabilì che tutti i soldati dovevano adorare gli dei pagani, sotto pena di tortura e morte. Isidoro proclamò senza esitare la sua fede davanti al tribunale ,in seguito a una denuncia mentre si trovavano sull’isola greca di Chio . Torturato e decapitato, il suo corpo fu gettato in un pozzo.Il suo amico, Ammone , ruba poi il corpo per seppellirlo.
Sulla sua tomba cominciarono ad essere testimoniate guarigioni miracolose.
Il culto di sant’Isidoro si diffuse in tutto il Mediterraneo e divenne protettore dei marinai.
Nel 1125 le sue reliquie furono traslate a Venezia ,dal convento di S.Giovani teologo ,di Constantinopoli come bottino di guerra nella quarta crociata.A Venezia e considerato il patrono del arte dei segatori dell’ Arsenle.
E venerato nella basilica di San Marco con un ciclo narrativo a mosaico,nella cappella di sant’Isidoro.

Il 14 maggio il calendario latino e quello bisantino lo festeggiano come santo.

San Rocco

san rocco

san rocco

Nato a Montpellier ,Voghera (1295-1327).
Durante un pietoso ufficio a Piacenza ,al ritorno dal suo pellegrinaggio verso Roma,anche lui viene colpito dalla peste.E miracolosamente curato da un angelo in una grotta (tuttora esistente, trasformata in luogo di culto) lungo il fiume Trebbia,in cui si era ritirato in compagnia del suo cane fedele.La tradizione narra che il cane gli portava ogni giorno un pezzo di pane,sottratto alla mensa.
San Rocco dedico tutta la vita all’assistenza degli ammalati di peste.Molti di essi guarirono in modo miracoloso.Considerato protettore dei appestati,la sua protezione veniva invocata nelle epidemie.

E venerato lotto-san roccocome santo dalla Chiesa cattolica ed è patrono di numerose città e paesi.

Le spoglie di San Rocco sono custodite nell’altare maggiore della chiesa di san Rocco, traslate qui nel 1520.

Nel 1575 una reliquia – le ossa di un braccio – fu fatta giungere a Roma ed un’altra porzione di reliquie (tra cui una tibia) fu donata alla chiesa – santuario di Montpellier.

http://www.classictic.com/it/venezia/scuola_grande_di_san_rocco/462/

 

San Donato,

burano,chiesa di san donato

burano,chiesa di san donato

Donato -(un figlio regalato dalla bontà di Dio),martire,vescovo di Evorea di Epiro (Euria, Evorea), ex comune della Grecia nella periferia dell’Epiro .Visse sotto il regno di Teodosio I,alla fine del IV secolo.Il miracolo a lui attribuito che più si ricorda è quello che lo portò a sconfiggere un dragone che infestava la sua regione, divorandone abitanti e bestiame. Si narra che il Santo uccise la bestia , con il solo segno della croce e con un colpetto del suo bastone.
Un altro miracolo spesso menzionato , è quello secondo il quale egli fece sgorgare in un terreno arido una vena d’acqua che divenne laghetto solo scavando leggermente con la mano.Morì dopo una tranquilla vecchiaia tra il 387 e il 390, diventando il patrono dell’antico Epiro.

Il corpo di San Donato viene venerato nella chiesa omonima di Murano,in un sarcofago di marmo posto sul’ Altare Maggiore .

Fu trasportato qui il 7 agosto del 1125 da Cefalonia,isola greca appartenendo a Venezia in quelli tempi,dal doge Domenico Michiel. Assieme ai resti del Santo vennero portate a Murano alcune ossa del famigerato dragone ucciso.
La chiesa è uno dei maggiori esempi dello stile veneto-bisantino.
La costruzione originale risale al VII secolo,mentre quella attuale risale al 999.Inizialmente la chiesa fu dedicata alla  Maria poi ,nel 1225 ,fu aggiunto il nome di San Donato.

San Donà di Piave,località veneta, assume questo nome in onore dello stesso santo.

I miracoli di San Donato d’Évria vennero spesso confusi con quelli di un altro vescovo
Donato, denominato San Donato d’Arezzo , un grande apostolo della diffusione del Vangelo nel vastissimo territorio del municipio romano aretino,dove fu eletto vescovo.Con l’accusa di aver predicato il Vangelo e di aver convertito un gran numero di pagani nonostante il severo editto imperiale di Diocleziano,che obbligava di sacrificare agli dei pagani ,Quadraziano dette ordine di portare Donato nel carcere,e lo sfidò di fare sacrifici alla dea Giunone particolarmente venerata in Arezzo.

Al suo rifiuto Quadraziano  dette ordine di infliggergli la pena capitale mediante decapitazione (anno 304). Il suo corpo venne raccolto dai cristiani e sepolto nei pressi della città di Arezzo.Il miracolo attribuito con eccessiva leggerezza in alcune immagini e quello dell’uccisione del drago.

Santa Lucia
Corpo Santa Luzia II mascheraLucia = luminosa, splendente.
Il nome e latino ed era associato alla via Lucis, cioè cammino di luce,oppure «nati al sorger della luce (cioè all’alba)» Per questo motivo e stata sempre invocata come protettrice della vista .
Nell’iconografia, già a partire dal secolo XIV non mancano gli occhi, che Lucia
tiene in mano (o su un piatto o su un vassoio), che si accompagnano spesso alla palma, alla lampada .

Denunciata dal suo fidanzato al governatore Pascasio ,per essere cristiana (erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dal’Imperatore Diocleziano) .Il governatore ordina che sia bruciata, ma il fuoco non riesce a bruciarla . Lucia perisce per spada. Inginocchiata, la vergine attende il colpo di grazia e, dopo avere profetizzato la caduta di Diocleziano e Massimiano, è decapitata.

Durante la crociata del 1204 i Veneziani collocarono il suo corpo nella chiesa di S. Giorgio Maggiore ,dove nel giorno della festa ,13 dicembre ,determinò un grande flusso di pellegrinaggi.Fu poi,trasferito con una solenne processione nella chiesa di S. Maria Annunziata o della “nunciata” nel sestiere di Cannaregio. Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a S. Lucia, nella quale le reliquie della Santa furono deposte definitivamente.Per ampliare la stazione ferroviaria ,la chiesa fu abbattuta nel 1860.Il corpo della Santa fu trasportato nella vicina chiesa di S. Geremia.
Altre reliquie della Santa si trovavano a Siracusa, recate nel 1556 .

Giovanni l’elemosinare.

san giovanni elemoniario

san giovanni elemoniario

Giovanni nacque nell’isola di Cipro da una famiglia ricca e nobile. Fu Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria d’Egitto dal 609 al 619 con il nome di Giovanni V. Fece erigere più di settanta chiese e due monasteri. Condusse una vita austera ed ascetica.Secondo un mito , aiutò un mercante che aveva perso tutti i suoi beni in un naufragio .Dedico la sua vita al aiuto dei poveri e dei diseredati.Giovanni aveva un particolare rispetto verso gli schiavi,dicendo:
“Lo schiavo, è un uomo come noi. Per lui come per noi Dio ha creato il cielo, la terra, le stelle, il sole, il mare e tutto ciò che racchiude. Come noi lo schiavo ha il suo angelo custode,per lui come per noi Gesù Cristo è morto sulla croce.”

Mori,nel’isola di Cipro.Il corpo di san Giovanni l’elemosinario (dialetto veneto), sepolto inizialmente nella chiesa di san Tychon ad Amatunte, fu poi trasferito a Costantinopoli,da dove i veneziani nel 1249 lo portarono a Venezia nella chiesa di San Giovanni Battista in Bragora.

Un’altra tradizione sostiene che il sultano Bayezid II fece dono il corpo del santo al re d’Ungheria Mattia Hunyade,attorno al 1459 .Fu custodìto nella Cappella Reale del Castello di Buda. Nel 1530 fu trasferito a Tall, vicino Presburgo, poi nel 1632 nella cappella a lui dedicata nella cattedrale di San Martino a Bratislava dove si troverebbe tuttora.

San Giovanni in Bragora,sestiere di san Polo.Dedicata a san giovanni Battista ,fu costruita da vescovo di Oderzo e ricostruita nel IX secolo per ospitare le reliquie di san Giovanni l’elemosinare. Le preziose reliquie riposano nella cappella dedicata al santo in una cassa dorata. In questa chiesa furono battezzati il futuro papa Paolo II, Pietro Barbo, e Antonio Vivaldi.

capella di santa elena ,venezia

capella di santa elena ,venezia

Santa Elena,
Il nome della madre del imperatore Constantino (Flavia Giulia ) Elena ,viene dal greco Helena – la splendente.

Viene ripudiata dal marito Costanzo Cloro per ordine di Diocliziano,per sposare la figliastra dell’imperatore Massimiano, Teodora .Dopo la vittoria contro il suo rivale Massenzio attribuita alla protezione di cristo ,Constantino,riabilito il nome della sua madre,e concesse ai cristiani la libertà di culto. Nel 324 la onorò del titolo di augusta e rinominò in suo onore, la città Drepanum (nel’attuale Turchia) in Helenopolis “città di Elena”.

Elena compie tanti opere di bene costruendo chiese ,aiutando poveri,e trovando la tomba e la vera croce di Cristo.Ha un grande ruolo nella conversione del suo figlio Costantino , poco prima di morire.More nel 329 ed è sepolta sulla via Labicana ai due lauri, oggi Torpignattara,a Roma .Il suo sarcofago in porfido è conservato oggi nei Musei Vaticani presso le Catacombe di Sant’Agnese.

Oggi tre chiese dicono di custodire le reliquie della santa Imperatrice: la basilica
dell’Ara Coeli a Roma; la chiesa di Hautvilliers e la chiesa di Saint-Leu-Saint-Gilles a Parigi, dove i Cavalieri del Santo Sepolcro avevano stabilito la sede delle loro riunioni.

Ma esiste un’altra versione della Tradizione:
Nel 1211 giunse a Venezia da Costantinopoli il corpo dell’Imperatrice, grazie al monaco
agostiniano Aicardo .Venne posto nel’isola di Sant’Elena,( sestiere di Castello),nella cappella dedicata alla madre di Costantino, che divenne un importante centro religioso.
Sotto la dominazione napoleonica, nel 1810, la chiesa venne sconsacrata e l’urna fu trasportata nella basilica di San Pietro in Castello. La chiesa dell’isola di Sant’Elena fu riaperta al culto nel 1928 ed affidata al’Ordine dei Servi di Maria; negli anni successivi l’urna venne riposta nuovamente al’interno dell’edificio sacro. La pala d’altare della chiesa, è una copia di quella presente nella chiesa dei Sette Santi Fondatori dell’Ordine dei servi di Maria a Firenze.

E venerata come Santa sia nella chiesa latina (il 18 agosto) che in quella greca (21 maggio).È considerata la protettrice dei fabbricanti di chiodi e di aghi ed è invocata da chi cerca gli oggetti smarriti.

burano campanile

san Martino,burano

Santa Barbara,
Nacque a Nicomedia nel 273.
Di religione pagana ebbe l’intenzione di richiamare il concetto di Trinità .Il padre intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana e la denunciò .Il magistrato la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita dal proprio genitore. Secondo la leggenda, il padre, procedette all’esecuzione, ma subito dopo venne ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto.

Alla fine del X secolo,i veneziani, portarono le sue spoglie da Costantinopoli a Venezia. Oggi i resti della Santa riposano nella Cappella omonima a Burano (Chiesa di san Martino).E considerata protettrice contro i fulmini e le morti improvvise e violente,ed e patrona dei vigili del fuoco.Viene festeggiata dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa il 4 dicembre.

burano

burano

Santa Fosca

Dal latino “fusculus” di colore scuro, e nata a Sabrata,nel anno 250 .Volle farsi battezzare cristiana, contro il parere della sua famiglia.Poiché la santa Fosca e la sua nutrice Maura (della Mauritania) si rifiutavano di abiurare il Cristianesimo, furono prima torturate e uccise con un colpo di spada .Quando la Libia fu conquistata dai musulmani, e loro spoglie furono portate a Torcello, Venezia,da un marinaio.Il martirio di santa Fosca viene ricordato, congiuntamente a quello di santa Maura, il 13 febbraio.

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Santo Stefano,anno 34,
Il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”.Fu il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo.Fu accusato di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio” dal sinedrio ,e condannato a morte per lapidazione.Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie entrò nella leggenda; e si racconta che molti miracoli avvennero con il solo toccare le reliquie.

Si narra che il corpo di Santo Stefano Protomartire si conserva nella omonima chiesa di Venezia,ma anche altre città come Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ravenna,dicono di avere il corpo del santo.A Roma, nel XVIII secolo si veneravano il cranio ,nella basilica di San Paolo fuori le mura .Un braccio nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, un secondo braccio nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, un terzo braccio (!) nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Inoltre quasi il corpo intero nella basilica di San Lorenzo fuori le mura.

Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, il 26 dicembre,dopo il Natale che celebra la nascita di Cristo.

 

san giovani e paolo

san giovani e paolo

Santa Caterina da Siena, 1347.
Caterina fu impegnata tutta la sua vita ad assistere gli ammalati.Secondo la leggenda , nella domenica delle Palme,nella chiesa di Santa Cristina, davanti a un Crocifisso
Caterina ricevette le stimmate ,che però su richiesta della santa rimasero a tutti invisibili.
Da una parte infermiera volontaria tra i deboli, dall’altra messaggera di pace tra i potenti,fu chiamata maestra da un numero considerevole di discepoli fra cui illustri professori universitari.Dotata di poteri soprannaturali,diventa Patrona d’Europa,per volontà di papa Giovanni Paolo II.
Una visionaria,priva di istruzione ,imparò a leggere da sola, e più tardi a scrivere, rimanendo però semianalfabeta.La Santa è patrona della Città di Siena e di Varazze.

Il suo corpo è ancora conservato nella basilica Santa Maria sopra Minerva.
Nel 1384 la testa fu portata in processione nella basilica di San Domenico, a Siena come reliquia.

La mano della Santa è custodita nel Monastero del Santo Rosario, Monte Mario, Roma.
Il piede sinistro si trova in una delle cappelle al lato destro nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia .

San Giovanni Crisostomo

Giovanni-dal ebraico dono del signore ; Crisostomo- Bocca d’oro in vecchio greco ,o Giovanni d’Antiochia, (in quel tempo la terza città per importanza dopo Costantinopoli e Alessandria),

san giovanni crisostomo,interno

san giovanni crisostomo,interno

Arcivescovo e teologo bizantino,fu il secondo Patriarca di Costantinopoli.Fu gastronomo, amante dell’eloquenza giudiziaria e del teatro.Predicatore insuperabile,combatte con rigore le eresie,e attiro forti invidie e odi da parte della nobiltà e vescovi.Nel 404 deposto ed esiliato dall’imperatore ,Giovanni,venne definitivamente allontanato da Costantinopoli. Morì il 14 settembre del 407 a Comana,oggi Gumenek,nell’attuale Turchia.

Le spoglie di Giovanni Crisostomo furono collocate nella Basilica Vaticana,a Roma,portate da Costantinopoli nella quarta crociata nel 1204.Nel novembre 2004 papa Giovanni Paolo II fece dono al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I di una parte delle reliquie di san Giovanni Crisostomo venerate in Vaticano.

A Venezia il luogo di culto dedicato al patriarca di Costantinopoli,è la chiesa di San Giovanni Crisostomo,opera di Mario Codusi.In un reliquiario del cinquecento si trova una sua reliquia (un braccio) proveniente dall’oriente .

san zaccaria

san zaccaria

San Zaccaria
Fu costruita nel IX secolo, per accogliere i resti del padre di San Giovanni Battista che erano stati donati dall’imperatore bizantino Leone V l’Armeno alla città di Venezia.

 
San Nicola

Il nome è composto da due parole: Nikao ” sconfiggere” e Laos , “persone” .

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san nicolò, Lido di Venezia

Nato a Patara , Lycia – 345 d.c Nicola divenne vescovo di Myra (oggi Kocademre ) , città Micia. E conosciuto per la sua gentilezza ed i miracoli che ha fatto tutta la sua vita .

La tomba del santo e nella chiesa di San Nicola ( Demre , Turchia) , ma nel 1087,durante le Crociate,le reliquie sono state rubate e portate a Bari .La tradizione narra che una parte delle osa furono deposte nella chiesa San Nicolò a Lido di Venezia .
Il possesso delle reliquie di San Nicola è stato a lungo conteso tra Venezia e Bari
Nel 1992 una commissione pontificia ha appurato che le reliquie sono divise fra le due città
Bari possiede i frammenti ossei di maggiori dimensioni, mentre Venezia i frammenti più minuti.

E venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, il 6 dicembre.

Altre reliquie.
Convento di Santa Chiara.
Si narra che nel 1262 un pellegrino bussò alle porte del convento,e diede alle monache un cofanetto e un anello da custodire finché non si fosse presentata un altra persona con un anello uguale a prendere la scatola .Dopo 300 anni ,le suore decisero di aprire la scatola e dentro trovarono un chiodo e una pergamena che spiegava che quel chiodo fu portato in salva dal re di Francia san Luigi e proveniva dalla croce di Cristo.

Nella Chiesa dei Frari, in un altare di una bellezza e lavorazione straordinaria è conservata una piccola parte del Sangue di Cristo, mescolato agli unguenti con cui, dopo la morte, era stato trattato il corpo.

 

Venezia ,architettura particolare

Ca' d'Oro facciata

Ca’ d’Oro facciata

I più antichi palazzi di Venezia, riflettono l’architettura bizantina,con mattoni a vista,archi a tutto sesto,motivi decorativi semplici come foglie di alberi, bassorilievi incastrati nella facciata.Come i altri stili architettonici anche lo stile bizantino e contaminato con altre forme.Troviamo elementi di architettura bizantina nel Palazzo Loredan,Fondaco dei turchi,Palazzo Donà della Madonnetta,Ca da Mosto.

ca da mosto

ca da mosto

Stile gotico veneziano o fiorito.
E uno stile che, traendo spunto e dall’architettura bizantina e da quella orientale,ricco di intarsi policromi ed elementi decorativi,molto luminoso e sinuoso si estende fino alla meta del 1400.Santa Maria Gloriosa dei Frari e la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo ,Basilica di san Maco,Palazzo Ducale ,ca d’Oro sono construite in stile gotico inspirato dal’architettura islamica.
Dopo 1500 lo stile rinascimentale con le linee, superfici e porzioni semplici ed equilibrate,viene mischiato con giochi di linee e di colori tipiche dello stile gotico.Nacquero chiese come San Zaccaria,Redentore, San Francesco e San Giorgio Maggiore
ma anche molti palazzi rinascimentali di famiglie benestanti.
Lo stile barocco veneziano deriva dallo stile classico rinascimentale arricchito da ornamenti.Ca Pesaro,Palazzo Foscari-Contarini,Palazzo Gritti, Ca Tron ,San Stae,Santa Maria della salute.

liago

liago

Liagò o Diagò
sono delle logge esterne, che, sporgendo dagli edifici, si trovano esposte ai
raggi solari,su tre lati ,delimitate da larghe vetrate.Nel dialetto veneziano “liagò”e simile a una veranda o terrazzo chiuso da vetrate.Il nome potrebbe derivare dal greco Heliacon ,cosa soleggiata.Le prime case veneziane ,costruite di legno ,avevano quasi tutte il loro liago.http://dipoco.altervista.org/liago-venezia-2/

 

Camini di Venezia o “le campane”

 

camini

camini

Nei camini tradizionali i fumi e i lapilli risalgono per tiraggio lungo la canna fumaria per
poi fuoriuscire direttamente nell’aria. L’origine è dovuta oltre alle infiltrazioni, ai furiosi incendi che spesso scoppiavano a causa del contatto, tra le faville ed i tetti delle case (le primitive abitazioni veneziane avevano tetto in paglia,poi in canne, poi “a scandola” , una assicella in legno con cui si ricoprivano i tetti invece delle tegole ). Nel 1350 una legge impone , che sia posta la copertura in sommità dei camini in modo che l’acqua
piovana non penetri nella canna.Sorsero così i “camini a tronco di cono rovesciato”,un cuffia che costringe i prodotti della combustione ad un percorso obbligato, lungo il quale perdono di forza e si raffreddano.La parte superiore della “canna” è tappata da una tettoia per impedire alle pioggia di entrare nell’abitazione.
Il fumo è quindi costretto ad uscire per dei fori laterali , infilarsi fra l’esterno della canna fumaria e un bordo ,che da la forma della parte terminale del camino,proseguendo poi verso alto.
A volte erano finemente decorate e affrescate (anche Giorgione e Tiziano lo fecero in alcune abitazioni).Le fogge più comuni sono : comignolo a tronco di cono rovesciato;a forcella; a guglia barocca; a cuffia cubica; comignoli multipli a capanna; a tronco di piramide rovesciata con corona; con copertura a tetto.

http://www.archeove.com/pubblic/camini/camini.htm

Obelischi

palazzo papadopoli

palazzo papadopoli

Il pinnacolo e la continuazione di un pilastro.
Si tratta in genere di una guglia ( un elemento architettonico decorativo a forma conica) posizionata in particolari punti.Ha solitamente una funzione strutturale , in quanto il suo carico è mirato a deviare verso il basso le spinte orizzontali provocate dall’appoggio di un arco o di una volta.
Elemento strutturale dell’architettura gotica,perde nel tempo la sua funzione. I pinnacoli diventano più decorativi che strutturali,comparati ai obelischi, strutture che, puntando verso il cielo, incorporando la magnificazione del potere, di gloria,di supremazia.

Pinnacoli a forma di obelisco si trovano sui tetti dei palazzi Palazzo Balbi, Palazzo Belloni Battagia, Palazzo Giustinian Lolin, Palazzo Papadopoli.
Barbacani

barbacane campione

barbacane campione rialto

Con il termine barbacane si indica in generale un qualsiasi rinforzo delle opere di architettura militare.Si tratta di elementi di travatura emergenti, in legno o in pietra, che sorreggono al livello del primo piano la sporgenza di un edificio rispetto alla calle o al campo sottostante. In questo modo la calle sarà più larga e le case dal primo piano in su più spaziose.

Nella zona di Rialto, in Calle della Madonna, un “barbacane campione” in pietra d’Istria,
tuttora visibile, recante incisa l’iscrizione “PER LA IVRIDICIOM DI BARBACANI”.
Questo barbacane campione definiva la misura massima di sporgenza consentita per questo tipo di struttura.

“Araldica e considerata scienza ausiliaria della storia per il supporto che fornisce alla storia “.

scudo senza stemma

scudo senza stemma

leone allato,chiesa di saint aponal

leone allato,chiesa di saint aponal

Scudi con stemmi o simboli araldici (monti, stelle, leoni ecc.) furono scolpiti, a sancire la proprietà di un immobile, sulla chiave di volta dei portali, su capitelli, mensole e frontoni di finestre.Lo stemma, (corona in greco) , un’insegna simbolica dipinta sullo scudo aveva la funzione di identificare il cavaliere di turno, reso irriconoscibile dall’armatura e dalla visiera calata sul viso.Il titolo era abbreviato, davanti al nome, dalla sigla N.H. (Nobil Homo, assieme alla variante N.D. Nobildonna).
La maggior parte dei scudi patrizi e leoni alati sono stati scalpellati dal esercito francese durante l’occupazione napoleonica.Gli attuali leoni sono stati portati dai altri paesi o fatti dopo l’occupazione.

vera da pozzo

vera da pozzo

La vera da pozzo
I primi pozzi naturali si crearono scavando una fossa nella sabbia,dove l’acqua arrivava dalla falda freatica tramite un sodo strato di creta ,che si trovava nel sottosuolo lagunare.Cosi nascono i pozzi “alla veneziana”.lo scavo si faceva in genere sotto il livello medio del mare (5-6 metri) ,e le pareti venivano ricoperte con un strato di argilla di 50-60 cm. Sul fondo al centro dello scavo veniva posta una lastra di pietra su cui si costruiva la canna del pozzo.Una serie di canali aperti,costruiti a secco,si ponevano lungo il perimetro della vasca (i cassoni).Ai vertici dei cassoni vi era un elemento verticale di raccordo (la piela),coperto da una lastra lapidea(il sigillo)con piccoli fori(i gattoli).La pavimentazione era inclinata verso i gattoli,e a la fine era la vera da pozzo che fungeva sia da parapetto che da sostegno per la carrucola con cui le donne veneziane attingevano l’acqua tramite secchi.
La vera da pozzo, che in termine architettonico si dice puteale, nel corso dei secoli acquista forme d’arte sempre più elaborate e complesse.Alcune di queste vere furono ricavate da grandi capitelli provenienti da costruzioni di epoca romana.
Le vere di moltissimi pozzi veneziani presentano iscrizioni o bassorilievi relativi alla famiglia che si era fatta carico della costruzione del pozzo.Variatissima e fantasiosa la decorazione a rilievo: piante, festoni di frutta e di fiori, fogliami arricciati, putti, angeli reggi-scudo, pavoni, teste leonine, motivi allegorici iscrizioni morali.

nissioleti

nissioleti

nissioleti

nissioleti

I nissioeti.
I cartelli indicanti le calli, i campi e i canali sono chiamati  ‘nissioeti’  termine veneziano per lenzuolino . La sua peculiarità consiste nel fatto che non si tratta di un cartello ma di un vero e proprio affresco: infatti i nomi delle strade o dei canali e le indicazioni verso i punti cruciali della città sono dipinti a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case, entro un rettangolo di colore bianco circondato da un riquadro .

Anche la numerazione anagrafica degli edifici veneziani è realizzata quasi sempre nello stile del nissioleto.

 

 

Le gobbe
Sono delle colate di malta che impedivano ai malviventi di nascondersi negli angoli bui,
al tempo in qui non c’era illuminazione pubblica.Nelle buie calli si potevano trovare anche dei burloni,temuti in quanto ,era quasi una moda, tagliare il soprabito ai malcapitati.

gobba

gobba

Questi elementi di architettura rendono venezia così particolare!

I ponti di Venezia

I ponti di venezia

Una città senza strade ,con più di 150 canali , Venezia,ha più di 400 ponti che collega fra loro le 118 isolette.

Il ponte di Rialto

il ponte di rialto

il ponte di rialto

Il primo passaggio sul Canal Grande era costituito da un ponte di barche.Il primo ponte
poggiante su pali in legno,assunse il nome di “ponte della Moneta” nome derivato dal’antica  zecca,che sorgeva di fianco .Nel 1310 il ponte fu danneggiato nel corso della ritirata dei rivoltosi guidati da Bajamonte Tiepolo.Nel 1444 invece crollò sotto il peso della grande folla radunata per assistere al passaggio del corteo della sposa del marchese di Ferrara. Un altro crollo avvenne nel 1524.
Architetti famosi come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio, il Vignola e Michelangelo presentarono progetti per il rifacimento ,in pietra ,del ponte di Rialto.L’attuale ponte in pietra ad arcata unica, realizzato da Andrea Da Ponte in collaborazione col nipote Antonio Contin risale al 1591.

Il Ponte di Rialto ,con una lunghezza di 48 metri ed un´altezza massima di 7,5 metri, diventò uno dei simboli architettonici di Venezia . Fu l´unico ponte che attraversava il Canal Grande fino al 1854 quando si costruì il Ponte dell´Accademia.

ponte del accademia 1933

ponte del accademia 1933

Il ponte dell’Accademia è il secondo ponte costruito su Canal Grande.Su progetto dell’ ingegnere austriaco Alfred Neville, inizialmente era in ferro di una sola travata orizzontale di 50 m .Nell’attesa della costruzione di un nuovo ponte in pietra,il 15 febbraio 1933 venne aperto al pubblico un ponte provvisorio in legno progettato da Eugenio Miozzi . Ha avuto bisogno tuttavia di una manutenzione continua e costosa, e nel 1986 è stata necessaria
la totale sostituzione degli elementi in legno, con l’inserimento di archi metallici in grado di reggere meglio la struttura.
Il ponte degli Scalzi o della Ferrovia

ponte dei scalzi 1934

ponte dei scalzi 1934

La sua costruzione si rese necessaria dall’inaugurazione della stazione ferroviaria nel 1846 .Il primo ponte,una passerella in ferro,con una campata piatta viene inaugurata in aprile 1858, dall’architetto austriaco Alfred Neville. L’altezza limitata (4 metri) impediva il passaggio di imbarcazioni alberate.Lo stile era dichiaratamente “industriale” ,e per attraversarlo veniva pagato un pedaggio ,il prezzo che prima si pagava ai due traghetti sospesi a causa della
costruzione del ponte.
Il nuovo ponte a singola arcata,in pietra d’Istria, su progetto dell’ingegnere Eugenio Miozzi, fu inaugurato il 28 ottobre 1934.L’ubicazione venne scelta tenendo conto della larghezza del Canal Grande, che in questo punto non supera i quaranta metri.Il suo nome ,Scalzi, deriva dalla vicinanza all’omonima chiesa.
Il ponte di Calatrava

calatrava venezia

calatrava venezia

Inaugurato 11 settembre 2008 il ponte della Costituzione meglio noto dopo la costruzione come ponte di Calatrava è il quarto ponte su Canal Grande ,e attraversa il Canal Grande fra piazzale Roma e la stazione ferroviaria Venezia Santa Lucia. La struttura è in acciaio, i pavimenti in vetro della Saint Gobain, pietra d’Istria e Trachite Grigia Classica di Montemerlo. Anche i parapetti sono in vetro trasparente, con corrimano in ottone.
Il più caro ponte di Venezia,e costato 12 milioni di euro.Solo la sostituzione di 14 gradini rotti e costata nel 2012 , 80 mila euro,(il prezzo di fabbricazione di un gradino varia da 4 a 7 mila euro).L’ovovia,il dispositivo di trasporto disabili e costato 1,8 milioni di euro.Il costo di manutenzione/gestione sarà di 50 mila euro all’anno,tra ponte e dispositivo di trasporto disabili.

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ponte della libertà 1933

ponte della libertà 1933

Il ponte della libertà
Costituisce l’unica via d’accesso per il traffico stradale e ferroviario tra la terraferma e Venezia.Già dal 1846,esisteva una linea ferroviaria che collegava la città all’entroterra veneto.Il ponte automobilistico traslagunare detto anche il ponte littorio ha quattro chilometri di lunghezza ed è largo venti metri ,fu allora il più lungo al mondo.
Opera di Eugenio Miozzi (progettista dei ponti degli scalzi e accademia) fu inaugurato il 25 aprile 1933.

Il ponte dei sospiri

Il ponte dei sospiri

Il ponte dei sospiri
Risale al 1600 e collega il palazzo ducale con le Prigioni – chiamati anche i piombi -per la
copertura in piombo del tetto.Nelle celle venero rinchiusi tra i altri Casanova e Silvio Pellico. Il nome del ponte e dovuto ai sospiri che emettevano i condannati quando erano condotti verso il luogo di esecuzione.
I ponti :dei Carmini, di Santa Fosca, della Guerra e, dei Pugni.

In tempi antichi esistevano a Venezia due fazioni: i Castellani e i Nicolotti, i primi vivevano
nella zona a est della città (quella industriale, con l’Arsenale), i secondi su quell’area a ovest di Venezia (erano prevalentemente pescatori). Le due fazioni erano costantemente rivali e si affrontarono fin dal ‘300, nelle così dette “Guerre (o Lotte) dei pugni”. Esse erano particolarmente cruente e si svolgevano su alcuni ponti di Venezia: “dei Carmini”, “di Santa Fosca”, “della Guerra” e, appunto ” dei Pugni”. Le lotte potevano essere di tre tipi: un incontro di boxe singolo (la Mostra), un combattimento multiplo (la Frota), la lotta per la conquista del ponte (Guerra Ordinata). Non essendoci spallette a protezione su quei ponti molto spesso i contendenti cadevano in acqua. Le Guerre dei Pugni provocavano molti feriti e, più raramente, anche dei morti.  Le Guerre dei pugni  vennero
proibite nel 1705. In quest’anno infatti uno degli scontri sfociò in una sanguinosa battaglia che solo dopo molte ore riuscì a essere sedata.A Venezia queste guerre vennero sostituite , durante il periodo del Carnevale, dalle “Forze d’Ercole”. A ricordo della tradizione ai quattro angoli della piazzetta centrale ,sono state poste quattro sagome in pietra d’Istria con la forma del piede del uomo.
Il ponte di San Marziale
Nel 1797 alcuni abitanti lo occuparono,minacciando di distruggerlo per rendersi isolati ,e per instaurare una nuova repubblica, indipendente dai nuovi padroni francesi.

ponte dei squartati

ponte dei squartati

Si chiama Ponte dei Squartati perché questo era il luogo prestabilito nel quale si esponeva  un quarto del condannato a morte,per decapitazione.I quarti andavano esposti a nord,
a sud ,a est, e a ovest,come monito per il popolo. La testa, invece, restava esposta su una picozza in Piazza San Marco.
Il ponte dei tre ponti e formato in realtà di cinque ponti messi insieme. A pochi passi da piazza Roma,congiunge il rio dei squartai,il rio delle Burchielle,e il rio Nuovo.

ponte della paglia visto dal ponte di rialto

ponte della paglia visto dal ponte di rialto

Il ponte della paglia -il più trafficato dell’intera città ,scavalca il rio palazzo al altezza del ponte dei sospiri dove tutti i turisti si fermano per scattare le foto  .Il nome deriva dal fatto che qui si scaricavano le barche cariche di paglia per i cavalli del palazzo ducale,ubicati nelle stalle di Castello ,oppure per i vari usi di copertura dei tetti delle case più povere.
I soldati che sorvegliavano il ponte dalle due garitte,casette in legno,controllavano il commercio e facevano pagare i dazi dovuti allo stato.Su questo ponte,d’avanti alle carceri venivano esposti i cadaveri degli annegati per il dovuto riconoscimento dai famigliari.

L’intitolazione di ponte del Paradiso sul rio del arsenale ,il ponte del Purgatorio e il ponte del Inferno ricordano “Il canto dell’inferno ” della divina Commedia di Dante ,dove e ricordato l’antico Arsenale veneziano.

arsenale, ponte del paradiso

arsenale, ponte del paradiso

Il ponte della Veneta Marina–  sul rio della tana,detto anche delle catene ,anticamente
in legno ,era apribile al centro per permettere il transito delle navi ,da e verso l’Arsenale.Le due pedane erano appese da grosse catene .Su muro di una casa vicina si possono vedere ancora i grossi ganci d’attacco .Dopo alcuni incidenti,il ponte viene ricostruito apribile in modo girevole.L’attuale ponte e costruito in una posizione leggermente diversa
in linea con la nuova riva del’impero,oggi Riva dei sette martiri.

Ponte delle tette.

ponte delle tette

ponte delle tette

Per attirare la clientela,le prostitute, stavano affacciate per ore alle finestre delle loro abitazioni mostrando il petto completamente nudo, con le gambe penzoloni .Le finestre alle quali si affacciavano erano proprio quelle al primo piano sopra il portico, quindi  ben visibili sia da chi passava sul ponte ,che era d’avanti, sia da chi transitava  il rio, in barca.

http://dipoco.altervista.org/cortigiane-venezia/

Unico ponte a venezia senza corrimano.

ponte del del chiodo

ponte del del chiodo

Venezia ,i templari

templari

templari

Venezia i templari.
L’ordine monastico guerriero,Poveri cavalieri di Cristo, nacque per difendere i luoghi santi e pellegrini che venivano spesso assaliti e depredati .Cambio presto nome in “Ordine dei poveri cavalieri di Cristo del Tempio di Gerusalemme”- riconosciuti come i Templari.

Le regole dei Templari erano rigidissime: non si poteva andare a caccia ,giocare dadi o carte,era abolito tutto ciò che potesse essere motivo di divertimento ,non si doveva ridere,parlare troppo,urlare senza motivo,i capelli dovevano essere corti o rasi,bisognava “dormire in armi” per essere pronti alla battaglia rispettare le regole su modo di mangiare o vestirsi.
Uno dei posti principali per i mercanti pellegrini e crociati,Venezia ,aveva rapporti di alleanza , con i templari.Per la loro serietà i templari avevano molti vantaggi economici dalla gente che affidava le loro merci nelle mani sicure,contro una lettera di ricambio.
Le più conosciute imbarcazioni templari che partivano con pellegrini o varie merci ,dalle armi cavalli o alimenti,sono:La buona ventura ,La rosa del tempio,Il falco del tempio.

San Giorgio in Alga

San Giorgio in Alga

La maggior parte di quello che si parla riguardo i templari a Venezia sono storie,supposizioni e leggende.Riguardando il tesoro dei templari sono nate tante storie .Quello che si sa di sicuro e che il re di Francia catturo solo i templari ,non il loro tesoro.
Una delle tante leggende dice che i templari arrivarono a Venezia con un notevole tesoro che venne sotterrato nella piccola isola san Giorgio in Alga.

 

 

Chiesa di San Giovanni in Bragora - Venezia

Chiesa di San Giovanni in Bragora – Venezia

Le prime notizie del’insediamento dei templari a Venezia risalgono al anno 1187 ,in un atto di donazione ,fatta da Arcivescovo di Ravenna di alcuni terreni siti in Venezia nella zona Fossaputrida,nel territorio dell’attuale parrocchia di San Giovanni in Bragora, per costruire un ospedale e un chiesa.Uno dei altari della chiesa san Giovanni in Bragora,e dedicato alla presentazione di Maria al Tempio,elementi comuni alle chiese di appartenenza templare.Attualmente di epoca templare rimane solo il chiostro .

Venezia-chiesa di S.Giovanni del Tempio

Venezia-chiesa di S.Giovanni del Tempio

Per quasi due secoli ,la loro sede principale a Venezia fu invece a San Giovanni Battista del Tempio– un complesso che comprendeva l’ospedale di S.Caterina,oggi Chiesa del Ordine di Malta o chiesa di San Giovanni di Malta.
Nel chiostro sono rimaste alcune tombe e stemmi dei cavalieri templari.Una vecchia cronaca narra che nelle mura di San Zuan (Giovanni ), Misser Zerman nobile templare, nasconde un grande tesoro ,”di taverne ,soldi e donne”.Che fine ha fatto questo tesoro? Poco si sa.
Uno dei loro conventi,chiesa e monastero, era in un giardino annesso a piazza San Marco acanto al alla Napoleonica ,chiamato santa Maria in Broglio (in orto), successivamente Santa Maria dell’Ascensione.In epoca templare la chiesa era piena di reliquie tra qui un frammento della Santa Croce,dono fatto dal doge Giovanni Dandolo nel 1280.

Dopo la sospensione del ordine dei templari il cavaliere Fra Nicola da Parma, priore di Venezia del ordine dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme ,e il cavaliere Fra Bonacorso Trevisan,fecero richiesta ufficiale al doge Soranzo,per ottenere i beni appartenenti ai templari,e nel 1313 entrano in possesso del complesso,casa e chiesa di San Giovanni del Tempio ,e di santa Maria in Broglio.

La sede del sovrano Militare Ordine di Malta, e il palazzo di proprietà dei templari, che fu assegnato alla “religione degli ospedalieri di San Giovanni”

La chiesa di santa Maria in Broglio fu venduta ai Procuratori di San Marco che la concessero alla confraternita dello Spirito Santo.Nel 1324 la casa dei templari fu venduta diventando Locanda-Osteria della luna oggi albergo Luna Baglioni in calle C’a Vallaresso.
Un altro segno della presenza dei templari a Venezia si trova sulla facciata del palazzo Carlengi, oggi Casino :
NO NOBIS DOMINE NO NOBIS SED NOMINE TUO DA GLORIAM.(non a noi signore non a noi ma dal tuo nome da gloria)

Chiesa Santa Maria Maddalena

Chiesa Santa Maria Maddalena

La chiesa Maria Maddalena nel sestiere di Cannaregio ,un edificio religioso eretto nel 1222 ,appartenente alla famiglia Balbi,carica di simboli massonici.

Da datti incerti sembra che un altra locanda si trova nel sestiere di dorsoduro fra calle Rossi e il cimitero del campo Angelo Rafaelle su rio San Sebastian .Si racconta che questo fosse il luogo dove alloggiavano i templari provenendo dalla terraferma.
Secondo le tradizioni veneziane nella chiesa San Barnaba ,e stato seppellito nel 1612 il corpo mummificato di un cavaliere crociato Francese di nome Nicodeme de Besant -Mesurier,custode del santo graal.

templari in italia
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