Archivio mensile:Aprile 2014

I giardini nascosti della laguna.

venezia biennaleNegli giardini nascosti della laguna troviamo autentici capolavori verdi ;l’alloro, la palma ,il bosso ,la vite canadese,la quercia gli alberi da frutto insieme a fiori da terre lontane, con  tagli differenziati ,labirinti ed effetti di “tappeto orientale”,creano delle vere opere d’arte. Accanto ai giardini “necessari” ne sorsero nei secoli anche quelli pur ornamentali ,come i giardini bizantini con il loro pozzo centrale o i ricercati giardini alla francese del ‘700.
Un tempo Venezia era circondata dal verde, i campi della città erano destinati alla coltivazione o al pascolo degli animali (da qui l’origine del nome campo), ma col passare degli secoli queste zone sono state ricoperte dalle lastre di trachite utilizzate per la pavimentazione della città,ridimensionando lo spazio verde a 120 mila metri quadri.

 

palazzo malinpiero-vera da pozzoMa dietro le facciate dei palazzi nobiliari nelle cortili dei conventi esistono ancora delle   piccole vigne ,serre nascoste,  angoli fioriti ,sparsi su tutta la città .  A Venezia ci sono più di cinquecento giardini.

Hanno origini diverse: quelli che fanno parte di antichi conventi, quelli che appartenevano alle dimore nobiliari o quelli per uso agricolo, ed ognuno con una propria peculiarità.Alcuni si sono sviluppati verticalmente ,potendo essere ammirati dall’esterno solo se si va con la testa in su,alcuni si aprono in occasione di eventi speciali,in altri si può emergere liberamente.

Nei tempi passati erano noti i giardini degli Erizzo a San Canciano, degli Zilioli e dei Buoni a Sant’Angelo, dei Michieli a San Gervasio e Protasio, dei Testa a Cannaregio. Alla Giudecca si ricordano quelli dei Dandolo, dei Gritti, dei Vendramin e dei Loredan, mentre a Murano quelli dei Morosini, dei Corner e dei Navagero.

Il giardino seicentesco di Palazzo Soranzo Cappello, a pochi passi dalla stazione giardino palazzo  soranzo-cappelloferroviaria del sestiere di Santa Croce,con l’ingresso che si affaccia in Rio Marin, ha un aspetto all’apparenza abbandonato, ma ad un’ispezione più attenta ci si accorge che il giardino è ben curato nei dettagli. Al suo interno ci sono degli alberi ma anche della bassa vegetazione. La corte esterna, delimitata da due pareti, e pavimentata, nel percorso centrale,e ,da l’idea di una “stanza” esterna al Palazzo.Vicino al muro ci sono le viti miste ai gelsomini. Lungo i viali ci incantano i peschi, i mandorli, i prugni, i ciliegi, i nespoli, gli albicocchi, le fragole. All’interno della corte, crescono due alberi di kaki.                                                                                                            Si è scelto di lasciare parte della vegetazione nata spontaneamente, per preservare l’aspetto del giardino, quasi in abbandono, suggerito dalle ambientazioni letterarie di Gabriele D’Annunzio e di Henry James.

 

Importante e straordinario è il Giardino della Fondazione Querini  Stampalia ,(Stampalia è il nome dell’isola greca che fu feudo della famiglia fino agli inizi del XVI secolo) ,in Campo S. Maria Formosa, creato e progettato dall’architetto Carlo Scarpa.
Questa volta l’elemento principale e l’acqua ,che,dal canale su cui si affaccia il palazzo, entra  attraverso paratie che corrono lungo i muri interni  ,si raduna in giardino in un’ampia vasca a più livelli in rame, cemento e mosaico e in un piccolo canale ai cui estremi si trovano due labirinti in alabastro e pietra d’Istria.
Carlo Scarpa ha trasformato il tipico cortile veneziano reinterpretando i modelli arabi e giapponesi. Al centro un tappeto erboso geometrico e un ciliegio, una magnolia e un melograno. Tutt’intorno macchie di rampicanti e cespugli completano l’arredo vegetale, accompagnando un’antica vera da pozzo, un leone gotico, dei capitelli e due fontane.

ca bemboIl giardino di Palazzo Giustinian-Brandolini (residenza veneziana della Marie Brandolini d’Addala affacciata sul Canal Grande), creato dai proprietari a fine Ottocento, protegge dalla curiosità con un un fitto boschetto artificiale di lauri, tassi e castani, mentre il bosso disegna un labirinto magico.Sullo sfondo, la facciata posteriore del palazzo e ricoperta interamente da un glicine centenario. Questo boschetto , era uno dei più estesi tra quelli presenti a Venezia.

 

Palazzo  Vendramin Carlengi. Davanti all’ala seicentesca (detta Ala bianca), a destra vendramin carlengidell’edificio, ce un discreto giardino , accessibile anche dal canale attraverso un cancello i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.Sul retro il palazzo presenta una piccola corte, chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso , è affissa una lapide che ricorda la morte di Wagner “avvenuta fra le mura del palazzo”.

Il delizioso giardino di rose di Palazzo Cappello Malipiero Barnabò, purtroppo, si concede agli sguardi solo al di là della balaustra in pietra d’Istria che si affaccia dal tratto di Canal Grande che separa Rialto dall’Accademia.Alla scenografia del giardino dalla fine dell’800 contribuisce sensibilmente l’arredo statuario ;con la fontana rappresentante il Ninfeo d’Ercole,il grandioso Nettuno inserito nella parete opposta del giardino.L’utilizzo del bosso, con i suoi toni cromatici scuri ed intensi e la sua sapiente potatura, accentua la teatralità.In giardino la grande vera da pozzo con l’arma dei Malipiero,e testimonianza del’unione dei Cappello con i Malipiero su cui sono raffigurate i bassorilievi dei due sposi, Caterino e Elisabetta.

 

Ca’ Zenobio, Dorsoduro – Fondamenta del Soccorso 2596: nell’ottocento dietro al palazzo in stile barocco veneziano venne trasformato in un giardino romantico, con vialetti, ponti, collinette.Oggi il complesso appartiene alla Congregazione Armena Mechitarista ed è visitabile solo in occasione di manifestazioni culturali e ricevimenti.venezia Labirinto Borges Fondazione Cini

Il giardino di Cà Morosini del Giardin mantiene le caratteristiche tipicamente veneziane con il giardino che si mescola con l’orto tra fiori e alberi da frutto.La vegetazione presente al suo interno varia dalla rosa, passiflora e vite americana ,ai calicanti,ortensie, rose, iris, petunie, bocche di leone, mimose, dalie, palme, albicocchi, cachi, fichi, melograni, ulivi e cipressi.Si trova a Cannaregio, Calle Valmarana al 4629,ed è gestito da suore domenicane.

Anche il palazzo di Cà Rezzonico,che si trova a pochi minuti da Campo S. Margherita ,ora sede del Museo del Settecento veneziano ci accoglie con un giardino straordinario,con aiuole di bosso con pergola ricoperta da glicine e vera da pozzo.

Quello dei Contarini Dal Zaffo è uno dei più famosi della Venezia rinascimentale, frequentato da artisti e letterati che si riunivano al Casin dei Spiriti.Il suo fascino colpi Gabriele D’Annunzio che gli dedicò alcune pagine.Si specchia sulle acque della laguna nord, e si trova a Cannaregio, Fondamenta Gasparo Contarini.Dal complesso del Palazzo fa parte il Casin degli Spiriti, vicino alla Fondamenta della Misericordia e l’Isola di S. Michele, non molto distante nella laguna.

Sulle isole gli uomini di fede hanno costruito edifici avvolti dal verde:

Nel Sant Erasmo ,la più grande isola di venezia ,ha mantenuto per secoli la sua vocazione agricola con le coltivazioni dei carciofi asparagi lattughe ,i cardi, il giuggiolo,e le vigne .

giardini biennaleSull’isola di San Giorgio Maggiore: un intreccio di 3 mila piante di bosso riproducono il nome dell’argentino Jorge Luis Borges,uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, come in un libro aperto.Si tratta di un labirinto progettato negli anni ’80 per Jorge Luis Borges nel cortile della Fondazione Cini. Oltrre ai bossi ci sono le aiuole con le specie botaniche di gigli, rose e camelie che ispirarono i leggendari tessuti disegnati nel primo ‘900 da Mariano Fortuny y Madrano, nei terreni della fabbrica manifatturiera della Giudecca.

 

Negli spazi dei conventi e delle chiese accanto ai fiori come i gigli e rose ci sono:la palma ,il fico,l’olivo,piccole vigne,la viola e il trifoglio.
Sull’isola della Giudecca,i frati cappuccini vi coltivano ulivi e viti, alberi da frutto come meli, peschi, fichi, ortaggi e le erbe aromatiche un tempo utilizzate nella farmacia. Un boschetto di olmi, cipressi e lecci caratterizza il vicino giardino novecentesco affacciato sulla laguna.

Al Redentore, si scoprirà un equilibrio più austero nel giardino con orto annesso, passeggiando tra kiwi, viti, rose ed erbe officinali.Si può visitare anche il retro della chiesa del Redentore che appare come una moschea con due minareti, la biblioteca, il refettorio e i due chiostri.

Nei preziosi giardini Bauer Palladio,(isola di Giudecca), ex orti di frati del XVI secolo:ce una
particolare ortensia Annabelle, con fiori bianchi , rose e ibischi; e la magnolia più vecchia di Venezia.

Ca’ Rezzonico e Ca’ Zenobio alla Giudecca, che ospita anche il giardino di una vivacegiardini reali signora svizzera ricavato dai terreni di una vecchia fornace. Qui si possono ammirare 600 mq con molte varietà di narcisi, clematidi e di rose antiche,

I parchi ed i giardini aperti al pubblico di Venezia sono: la Pineta di S.Elena, i Giardini Napoleonici, i Giardini Groggia, i Giardini Papadopoli,i Giardini Savorgnan e i Giardini Reali.
Alcuni parchi pubblici tuttora esistenti,risalgono al XX secolo, come i Giardini Papadopoli, che aprono le porte al visitatore che giunga da piazzale Roma.  Vennero realizzati nel 1834 su di un’area  in cui sorgevano la Chiesa e il Monastero della Croce. All’epoca era una delle aree verdi più grandi, con 12.000 mq di estensione. In quest’area incantevole si trovano piante di fusto alto , alberi da frutto e gelsi,una collezione di piante esotiche che suscitavano meraviglia e stupore nei viaggiatori..

Con i francesi vennero costruiti i Giardini Reali, degni del nuovo viceré d’Italia Eugenio
di Beauharnais, collegati ai nuovi Giardini Pubblici di Castello (detti napoleonici).

I Giardini Reali si trovano a sud di Piazza San Marco.Sono stati costruiti in seguito alle demolizioni dei granai pubblici, e anche da prigioni dove venivano rinchiusi i genovesi fatti prigionieri durante la guerra di Chioggia. Gli edifici con i granai pubblici sono visibili sulla pianta prospettica di Jacopo de Barbari del 1500.Erano chiamati Granai di Terranova perché erano stati costruiti sopra a del terreno di riporto, ossia “terra nuova”, un po’
come accadeva per le aree denominate “sacca”. In epoca napoleonica i granai pubblici vennero malauguratamente abbattuti per far posto ai Giardini Reali che attualmente vengono anche denominati Giardinetti ex-Reali.
La particolarità sono le pergole di epoca austriaca ricoperte da piante rampicanti.Le specie presenti sono le sofore, le robinie, gli allori e i faggi, pittospori, eleagni, oleandri, eponimi, vite del Canadà, glicini e edere.
Parco Savorgnan,(ora sede dell’Istituto per il Turismo Algarotti) si trova in fondamenta di Cannaregio, a pochi passi dal Ponte delle Guglie e da Palazzo Labia (sede della Rai del Veneto) e uno dei pochi giardini pubblici di venezia .
Nato come orto botanico , faceva parte del Palazzo Savorgnan,e diventa di uno dei giardini più spaziosi della città con un’area di quasi 10.000 metri quadrati,di platani e castani .

giardini papadopoliGiardini Napoleonici
Quest’area verde, comunemente nota come Giardini di Castello, vennero realizzati nel 1807 con decreto napoleonico su di un’area occupata da antichissimi complessi religiosi. In seguito all’abbattimento degli edifici, i materiali di risulta furono utilizzati per realizzare una collinetta sulla quale venne eretto un caffè, oggi trasformato in Padiglione della Biennale. Le specie arboree presenti nel giardino sono più di cento: tigli, bagolari, platani, ligustri, allori, pittospori, eponimi e anche piante esotiche rare.

 

Giardini Groggia
Questi giardini di forma quadrangolare si trovano a Sant’Alvise (Cannaregio) .
Di impianto ottocentesco e disegnati come giardini romantici, si caratterizzano per la presenza di numerosi elementi lapidei, frutto dell’attività edilizia della famiglia Groggia. Purtroppo al giorno d’oggi sono molto trascurati e per questo poco frequentati.

 

Dopo la caduta della Serenissima ,con l’arrivo degli austriaci molti giardini furono Giardino Malipierodistrutti.Questi imposero elevate tasse sulla proprietà costringendo così molte famiglie anche nobili a rinunciare al proprio spazio verde per risparmiare le imposte.

La abbondanza di verde di una volta di venezia si può dedurre dai nomi stessi di certi posti:giardini reali,pineta di Sant’elena,S.Francesco della vignia,Ca Morosin del giardin,S.Maria del orto.
Visite nei giardini segreti di venezia:

orto dei conventi -giudeccahttp://www.getyourguide.it/venezia-l35/venezia-tour-a-piedi-dei-giardini-segreti-t33033/

i ristoranti con giardini

http://2night.it/2013/07/01/giardini-segreti-nei-ristoranti-di-venezia.html
In una città fatta di pietra solo all’apparenza,ci colpisce il profumo di gelsomino o delle rose o dell orientale glicine dai suoi giardini segreti.

 

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The festival of San Marco,and the legends

italy basilica san marcoThe festival of San Marco takes place on April 25, the date of the death of St. Mark, but on the time of the Republic of Venice were also dedicated to St Mark January 31, in remember the translation of the relics in Venice,and June 25, the date of the discovery of the relics in 1094, the place where was been hidden (according to legend, in  pillar). http://dipoco.altervista.org/venice-basilica-san-marco-stories-reality/

The Basilica of San Marco, one of the most visited and admired monuments in the world, occupies a privileged place in the heart of Venice because ,in addition to honoring the saint patron , every detail is decorated with sculptures and works of art gained as booty in historic victories of the Republic.

The Life of Saint Mark the Evangelist can be read in the Acts of the Apostles, but his death and the theft of the remains are wrapped in mystery. Disciple of the Apostle Paul, follow Paul and Barnabas (his cousin), in Antioch and also the transfer of the body of San Marco in Venicewanted to accompany them to the return.He follow them even in the journey to Cyprus, but when they had to cross a swampy and inhospitable region of the mountains of Taurus, Mark (also called John by Jews), give up and goes back to Jerusalem.Then follow Paul to Rome where he remained in the service of Peter.

During this period Mark wrote down the Gospel narrate by Peter, and become a disciple of him. He was invited by Peter to  evangelize the northern part of Italy. Arrived to Aquileia, the capital the Venetia et Histria region, he met here a citizen named Ermagora and converting him to Christianity, consecrating him bishop of the city. Thus start the evangelization of the whole area.

Direct to Alexandria in order to convert the heathen of the Egypt, on a dark stormy night, the ship was boarded to seek shelter in one of the few fishermen’s huts on the island “called Rialto” . After a frugal dinner with the fishermen ,the saint ,leaned down, and fell asleep. In his dream an angel appeared in the form of a winged lion, who addressed him thus: “On this island, Mark,in a wonderful day, a great city will rise and in this city your ultimate rest will find peace .“Pax tibi, Marce, Evangelista meus.Hic requiescet corpus tuum. “(Peace to you, Mark, my evangelist. Here your body will rest)”. Mark woke up in the morning and told his dream to the fishermen, before setting sail for the Egypt ,where he died.

The relics were kept in the church erected at Canopus, (the second greek port in the muslim guardsEgypt before Alexandria). They were transferred in Venice in the year 828 by two legendary Venetian merchants: Buono from Malamocco and Rustico from Torcello. The route from Alexandria was full of ups and downs, from the need to hide the remains of the saint under a load of vegetables and pork, “because Muslims would not have dared to inspect a similar load”.

Before arriving in Venice at the Calabrian cites ,at Cropani area, the boat arrived in the middle of a storm.The relics were saved thanks to the intervention of the Cropane’s sailors. For this reason, a piece of the remains of the saint, the patella ,is in the church of Santa Lucia in Cropani, as a symbol of gratitude for the help.

The saint’s relics are now preserved on the altar of the basilica of Saint Mark in Venice . The prestige given by the remains of St. Mark in Venice made possible the greatly increase of Venice’s power and independencethe basket with the spoils of the saint

 

 

 

 

 

 

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April 25, the feast of liberation, the feast of St. Mark and legends

april 25April 25, the feast of liberation, the feast of St. Mark and legends. On April 25, we celebrate the Feast of the liberation of Italy from the occupation by the German army and the fascist government (1945).Men and women of all ages are dead then to grant us the democratic rights of which we enjoy today. Every year in various Italian cities are organized deposition of laurel wreaths at the monument to the fallen, marches and demonstrations to celebrate ,and remember the liberation.

April 25 on a warm spring weather ,in Venice, are organized , from flag-raising ceremony at the “Path of Remembrance”, from the “bòcolo” of love until the military parade in Piazza San Marco, concerts, puppet shows, children’s playground laboratories, trash art, pizzas, lunches and dinners, beers and excellent selection of wines.
About 1200 Venetian participate in the construction of a giant human rose that will decorate St. Marco square.The participants will arrive wearing clothes of red color (which will create the flower), green (stem and leaves.) From the top of the bell tower ,the images taken , will make a highly dramatic effect.

According to one legend, the tradition of the rose “bocolo” evokes an unexpected love between two young people from two enemy families.
A rose , who was born near the tomb of St. Mark, would be donated to a sailor of Giudecca island ,by the name Basil as a reward for his cooperation in stealing the remains of the saint from Alexandria,Egypt. Planted in the garden of his house, the rose became the boundary of the property divided among his sons, after the death of Basil .The time and the nature of human being ,divided into two opposite branches of the Basil family .
Following the breakdown of harmony between the two branches, the plant stopped flowering.
Many years later (an April 25) a love at the first sight was born between a girl from one of the two branches  and a young man from the other branch of the family. The two young people fell in love looking through the rose ground who separated the two gardens.The rose miraculously began to flourish again and the guy take a bushing and gave it to the girl.

In memory of this love, which would restore peace between the two families, the Venetians still offering the red rose bloom “bocoli”to their beloved: girlfriends, wives and mothers.

Due to this tradition ,the feast of St. Mark is also called the Feast of the Blooming Rose (from rosebud)

At the celebration are associated with this some popular legends.
The February 1340, Venice was hit by a terrible storm. The sky remained covered with
the storm clouds, dark as night even though it was the dawn of the day.The intensity of the storm was so strong that threatened seriously the city. To the three at the afternoon the storm suddenly ceased and the waters returned calm .
From this curious meteorological event was born the legend called the fisherman’s ring.

The final episode is depicted in a painting of the sixteenth-century painter Paris Borden, secure in the galleries of the Academy.

(Nobody knows if this story is linked to the Pope’s ring,that it is called “ring of the fisherman,” too,because St. Peter was a fisherman and Jesus made him become a fisher of men.)

the three gentlemens - St Mark mosaicThe story begins on the “Deck of straw” (or below), ahead of the Bridge of Sighs, where the corpses of the drowning people were displayed, to be recognized by the familiars or friends. An humble fisherman, shelter from the storm under the bridge, suddenly saw a man on the bank of the canal leading to the bridge.With a calm tone, but authoritative ordered him to take him to the island of St. George, in front of Piazza San Marco. Spite of the rain and bad weather fisherman accept it, (it was good practice to obey the orders of noblemen if you did not want to go into trouble ). Once they reached on the other side on board ,get, a tall sword-wielding warrior .He turned to the fisherman with the quiet but firm tone ordering him to go to the Lido to the shore of the church of St.Nicholas. The fisherman look at both of them and think, at least i’m not too tired, and if i oar a bit will pass the cold. He could not say no even if he want to say that.
When they reached their destination, a third man, with a religious appearance of a bishop dressed in ceremonial robes, climb aboard, and gave an authoritative command to go to offshore.

But just after they veered towards the sea, a short distance from the entrance of the harbor,  a terrifying vision appear.

A large ship with black sails, full of demons, was preparing for the assault on the city.The Paris Borden- the sailor gives the ring to the dogethree passengers stared at the horrible scene and made the sign of the cross for three times. Immediately after they saw the cursed ship sink between the terrible screams, while the wind and the rain ceased and the sea calmed.The three passengers ordered the fisherman to come back and let every one of them where they had boarded.

At the “Bridge of the straw”, the last passenger give a final order of the scared fisherman : Now go to your prince and you tell truthfully what you saw today. At his doubt that someone will believe him the gentleman handed him a ring and said: Give it to your doge, and ahead of him and his court will say that we have liberated the city from the flood,which was the work of Devil .The person we met at St. Nicholas was right Nicholas the saint, like the one that had boarded to St. George was George the saint, and that I ,who give you this ring ,i am St. Mark the Evangelist, the master of your city.
So saying, he blessed him and he goes. The fisherman went to the Doge’s Palace. No one stopped him when he went in the right direction boardroom, even if he had never been in those place.No one stopped him when he began to speak ahead of the Doge, and the senators, telling his incredible story. San Marco-the treasure
When the fisherman open his hand to confirm what he said, everyone saw the ring that all knew ,and that for centuries sought, the ring belongs at San Marco.
The ring is still preserved in the treasury of the Basilica of San Marco.
As a reward granted to the fisherman, the Doge gave him and his family the exclusive privilege to extract and sell  to his advantage the sand of the beach of Saint Erasmus island where he lived. From the family of fisherman originated the middle ages “sand sellers” of the Grade city.

from Encyclopedia of Fairy Tale.

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25 aprile, festa della liberazione,festa di san Marco e leggende

Il 25 aprile si celebra la Festa della liberazione d’Italia dalla occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945.Uomini e donne di tutte le età sono morti allora per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo.
Ogni anno in svariate città italiane vengono organizzati deposizione delle corone di alloro al monumento ai caduti,cortei e manifestazioni per festeggiare e ricordare la  liberazione.

25 aprile festa della liberazione25 aprile in un caldo clima primaverile si organizzano a Venezia ,dall’alzabandiera al “Percorso della Memoria”, dal “bòcolo” alle innamorate fino alla parate militare in Piazza San Marco ,concerti,laboratori di Murales, spettacoli di burattini, spazio giochi per piccoli ,laboratori di trash art;pizze, pranzi e cene,birre e  vini del territorio.

Circa 1200 veneziani parteciperanno alla realizzazione di una gigantesca rosa umana che decorerà Piazza San Marco.I partecipanti arriveranno indossando abiti di colore rosso (che creeranno il fiore), verde (stelo e foglie).L’immagine effettuata dall’alto, ripresa dal Campanile ,darà un effetto altamente scenografico.

Secondo una delle leggende ,la tradizione del boccolo di rosa rievoca un amore inaspettato tra due giovani appartenenti a due famiglie nemiche.
Un roseto ,che nasceva accanto la tomba di San Marco , sarebbe stato donato a un marinaio della Giudecca di nome Basilio come premio per la sua grande collaborazione nella  trafugazione delle spoglie del Santo. Piantato nel giardino della sua casa  alla morte di Basilio il roseto divenne il confine della proprietà suddivisa tra i suoi figli.Il tempo divise in due rami opposti la famiglia di Basilio.
In seguito alla rottura dell’armonia tra i due rami ,la pianta smise di fiorire.venezia rosa

Molti anni dopo (un 25 aprile ) nacque amore a prima vista tra una fanciulla discendente da uno dei due rami e un giovane dell’altro ramo familiare . I due giovani si innamorarono guardandosi attraverso il roseto che separava i due orti.Questo iniziò miracolosamente a rifiorire e il giovane cogliendone un boccolo lo donò alla fanciulla.
In ricordo di questo amore , che avrebbe restituito la pace tra le due famiglie, i veneziani offrono ancor oggi il boccolo rosso alle proprie amate: fidanzate, mogli e mamme.
Per questa tradizione la festa di san Marco è anche chiamata la Festa del Bocolo (da bocciolo di rosa)

Alla celebrazione si associarono col tempo alcune leggende popolari.il pescatore con i santi-mosaico nella Basilica di San Marco

Il febbraio 1340 ,Venezia fu investita da una tremenda burrasca.il cielo era rimasto coperto di nubi,scuro come la notte anche se era l’alba del giorno.L’intensità della tempesta fu cosi forte che minacciava seriamente la città.Verso le tre di pomeriggio la tempesta cessò improvvisamente e le acque tornarono quiete .
Da questo curioso evento meteorologico nacque la legenda chiamata l’anello del pescatore.

L’episodio finale e raffigurato in un quadro cinquecentesco del pittore Paris Borden, custodito nelle gallerie dell’Accademia.

la tempesta(Per quanto riguarda l’anello del Papa ,esso si chiama “anello del pescatore”, perché San Pietro era un pescatore e Gesù lo ha fatto diventare pescatore di uomini.)

La storie inizia sul ponte della paglia (o meglio sotto),d’avanti al ponte dei sospiri ,dove venivano esposti i cadaveri dagli annegati perché qualcuno gli riconoscesse.Un umile pescatore, al riparo dalla tempesta sotto il ponte ,vide all’improvviso un uomo in piede sulla riva del canale che portava al ponte.
Con un tono calmo ,ma autorevole gli ordino di condurlo al isola di san Giorgio,di fronte alla piazza San Marco.Nonostante la pioggia ed il maltempo il pescatore accetto,(era buona usanza ubbidire ai ordini dei nobiluomini se non volevi andare nei guai.) Una volta aggiunti sulla sponda opposta all’imbarco gli aspettava un guerriero alto e armato di spada e corazza.Il guerriero sali a bordo e si rivolse al pescatore con il tono tranquillo ma fermo:San Marco sala del tesoro
ordinandoli di andare a Lido fino alla riva della chiesa di san Nicolo. Il pescatore gli guardo tutti e due e ci penso:al meno non sono troppo stanco,ed a remare mi passera un po il freddo.Non poteva dire di no anche se lo voleva.Quando giunsero a destinazione,un terzo uomo,un religioso con aspetto di un vescovo vestito con abiti da cerimonia,sali a bordo,ed in modo autorevole ordino di andare in mare aperto.
Ma appena dopo aver virato verso il mare,a poca distanza dall’imbocco del porto,si presento una visione terrificante.
Una grande nave con le vele nere,piena di demoni ,si preparava al assalto alla città.I tre passeggeri fissarono l’orribile spettacolo e fecero per tre volte il segno della croce.Subito dopo si vide la nave maledetta affondare tra le urla terribili ,mentre il vento e la pioggia cessarono ed il mare si tranquillizzò.I tre passeggeri ordinarono al pescatore di ritornare e lasciare ognuno di loro dove gli aveva presso. Arrivati al ponte della paglia ,l’ultimo passeggero da un ultimo ordine al pescatore spaventato: Ora andrai al tuo principe e racconterai con sincerità quello che hai visto oggi. Al suo dubito che qualcuno lo credesse il gentiluomo gli porse in mano un anello e aggiunse: Consegnalo al tuo doge,e d’avanti a lui e alla sua corte dirai che oggi abbiamo liberato la città dal diluvio ,che era opera del diavolo in persona.Quello che abbiamo incontrato a san Nicolò era proprio santo Nicolò,come quello che era salito nella barca a san Giorgio era san Giorgio,ed io che ti do questo anello sono san Marco evangelista,padrone della tua città.
il pescatore da l'anello al dogeCosi dicendo lo benedisse e se ne andò.Il pescatore si diresse al Palazzo Ducale. Nessuno lo fermo quando andò proprio nella direzione della sala del consiglio,anche se non era mai stato in quelli posti.Nessuno lo fermo quando si mise a parlare d’avanti al Doge,e ai senatori,narrando la sua incredibile storia.
Quando il pescatore apri la mano per confermare quello che diceva ,tutti videro l’anello che tutti conoscevano e che da secoli cercavano,l’anello appartenente proprio a San Marco.

L’anello e ancora custodito nel tesoro della Basilica di San Marco.
Come ricompensa il Doge concesse al pescatore ed alla sua famiglia il privilegio esclusivo di estrarre e vendere a suo vantaggio la sabbia del lido di Sant’Erasmo dove abitava.Dalla famiglia di quel pescatore ebbero origine i sabbioneri di Grado.

tratto dal’Enciclopedia della Fiaba.

Il programma della festa di San Marco a Venezia:

 http://www.zonalocale.it/2014/04/24/un-programma-intenso-e-ricco-per-la-festa-di-san-marco/9962

 

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La festa di San Marco.

basilica  di san marcoLa festa di San Marco  si svolge il 25 aprile, data della morte di San Marco,ma nella Repubblica di Venezia erano dedicati a san Marco anche il 31 gennaio, ricordo della traslazione a Venezia delle reliquie, e il 25 giugno,data del rinvenimento, nel 1094, del luogo in cui esse erano state occultate (secondo la leggenda, dentro un pilastro).

La Basilica di San Marco ,tra i monumenti più visitati e ammirati al mondo,occupa un posto privilegiato nel cuore dei veneziani poiché, oltre ad onorare il santo patrono, ogni suo dettaglio è decorato con , sculture ed opere d’arte guadagnate come bottino nelle vittorie storiche della Repubblica.
La vita di San Marco evangelista si può leggere nei atti degli apostoli,ma la sua morte e il trafugamento delle spoglie sono avvolte in mistero.Discepolo dell’apostolo Paolo, segui Paolo e Barnaba (il suo cugino),ad Antiochia e volle accompagnarli anche al ritorno .Li segui anche nel viaggio fino al Cipro ,ma quando dovettero attraversare una regione inospitale e paludosa sulle montagne di Tauro ,Marco,(chiamato anche Giovanni dai ebrei) ,rinuncio e torno a Gerusalemme.Segui poi Paolo fino a Roma dove rimase poi a servizio di Pietro .Durante questo periodo Marco trascrisse la narrazione evangelica di Pietro ,di qui era divenuto discepolo,e per questo fu invitato ad evangelizzare la parte del nord di Italia.Giunto ad Aquileia,capoluogo della Regione Venetia et Histria , vi incontrò un il controllo delle guardie
cittadino di nome Ermagora e, convertendolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città, avviando così l’evangelizzazione di tutta quest’area .

Recandosi poi ad Alessandria d’Egitto con lo scopo di convertire gli infedeli di quel paese, in una buia sera di tempesta, la navicella dove era imbarcato cerco riparo in una delle poche capanne di pescatori che sorgevano sull’isola si “dice di Rialto” .
Il Santo dopo una frugale cena coi pescatori si tese a terra, si addormentò e nel sogno che fece gli apparve un angelo, in forma di leone alato,che così gli parlò ”Su questa isoletta, o Marco un giorno una grande città meravigliosa sorgerà e in questa tu troverai il tuo ultimo riposo e avrai pace- Pax tibi, Marce, Evangelista meus.Hic requiescet corpus tuum.” (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.)”. Marco al mattino si svegliò, e raccontò ai pescatori il suo sogno, prima di salpare nuovamente per l’ Egitto dove trovò la morte.Le reliquie furono custodite nella chiesa innalzata a Canopo, il principale porto greco in Egitto prima della fondazione di Alessandria.
la cesta di ortaggiFurono avventurosamente traslate a Venezia nell’anno 828 da due leggendari mercanti veneziani: Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Il percorso da Alessandria fu ricco di peripezie,a partire della necessità di nascondere i resti del santo sotto un carico di ortaggi e carni di maiale,perché i musulmani non si sarebbero azzardati ad ispezionare un simile carico.Prima di arrivare a venezia al altezza della cita calabrese di Cropani,la barca si trovo in mezzo ad una tempesta.Le reliquie furono salvate grazie ad intervento dei marinai Cropanesi.Per questa ragione ,un pezzo delle spoglie del santo,la rotula e conservata nella chiesa di santa Lucia a Cropani,come simbolo di gratitudine per l’aiuto.

Le reliquie del Santo sono oggi conservate nel’altare maggiore della basilica Veneziana. Il trafugamento di corpo di San Marcoprestigio dato dalle spoglie di San Marco ha permesso a Venezia di aumentare molto il suo potere e la sua indipendenza.

 

 


Il programma della festa di San Marco a Venezia:

 http://www.zonalocale.it/2014/04/24/un-programma-intenso-e-ricco-per-la-festa-di-san-marco/9962

 

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The self crucifixion of Lovat Mattio

The self crucifixion  of Lovat Mattio

crucifixion

crucifixion

Self crucifixion is an aberrant form of masochism that is justified by the ascetic guise. The next one is the terrible tale of self crucifixion emerged from the archives of the hospital of Nervous Diseases, San Servolo located on an island in the Venetian lagoon.
In calle Muneghe, in the Cannaregio area, in 1805 lived a man suffering from a terrible illness: self-injury. He lives atrocious days, injuring his own body for religious reasons.

Mattio Lovat, a simple shoemaker , “was convinced to be born into the world to redeem the humanity.”  It was known in the area to have already tried to crucify himself, sticking nails in his hand and in the foot. Found self crucified in the area of the small square called san Canciano ,in Venice in the “street of the cross” (calle crosera in the venetian dialect), was saved for the intervention of the passing people,who take him to the hospital.

cale crosera

cale crosera

But ,after two months, his sick mind emulating another plan more efficiently. Locked in his room,he hang from the ceiling a rough cross, made with the axis of the bed, in front of the window, facing the street. Mattio Lovat was able again to nail down his body, as already proven in the past, with his head surmounted by a crown of thorns put together by himself, to become more like Christ.
To the incredulous eyes appeared the horrifying spectacle of self crucifixion.Lovat was not dead yet,despite the bleeding .He died after a few days of agony, in the asylum of San Servolo Island (called the island of Fools) for infection and pain produced by his wounds

SAM_8028From this incredible event,the writer Vassali Sebastian wrote a great romance: Mark and Mattio.
You can read  also  a biography of a medical case history in 19th century Europe  http://cadmus.eui.eu/handle/1814/28030

 

 

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L’ autocrocifissione di Mattio Lovat

crocifissione

crocifissione

Autocrocifissione : Forma aberrante di masochismo che si giustifica con un pretesto ascetico.

Quel che segue è il terribile racconto emerso dagli archivi dell’ospedale di San Servolo, situato,in un’isola della laguna veneziana.

In calle delle Muneghe ,nella zona di Cannaregio , nel anno 1805 abitava un uomo affetto di una terribile malattia : l’autolesionismo .Vive degli giorni atroci,ferendo il proprio corpo per motivi religiosi.
Mattio Lovat,un semplice calzolaio (ciabattino in dialetto veneto),si mette in testa di essere venuto al mondo per redimere l’ umanità.  Era conosciuto nella zona per avere già provato a crocifiggersi, conficcandosi dei chiodi in una mano e in piede. Fu trovato nel area del campiello san Canciano di Venezia in “calle della croce” (calle crosera in dialetto) ,e si salvo per l’intervento del pubblico assistente,che lo porto in ospedale.

autocrocifissione di Mattio Lovat,calle crosera

autocrocifissione di Mattio Lovat,calle calle crosera

Ma la sua mente ammalata emulo un altro piano più efficiente . Chiuso nella sua stanza ,appese al soffitto una croce rudimentale ,fatta con le assi del letto ,d’avanti alla finestra che dava sulla strada. Mattio Lovat riusci ad inchiodare il suo corpo ,come già provato nel passato,con la testa sormontata da una corona di spine confezionata da se stesso,per rendersi più simile a Cristo.
Agli sguardi increduli appariva lo spettacolo orripilante dell autocrocifissione. Lovat non era ancora morto,nonostante il dissanguamento.Mori dopo qualche giorno di agonia ,nel manicomio di isola di San Servolo (l’isola dei matti) per l’infezione e dolori atroci prodotti dalle ferite.

 

corte delle muneghe

corte delle muneghe

Da questo incredibile caso Sebastiano Vassali ha tratto un ottimo romanzo : Marco e Mattio.
Un altra variante di questa storia : http://librighibellini.blogspot.it/2008/12/autocrocifissione.html

 

 

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Pasqua

La Pasqua è una delle più importante festività del cristianesimo.
Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall’aramaico: pasha, che corrisponde all’ebraico pesah, il cui senso generico è “passare oltre”. Il significato effettivo della parola non è del tutto certo.

risurrezioneLa Pasqua ebraica, chiamata Pesach (“passare oltre”,”tralasciare” in aramaico), celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto e deriva dal racconto della decima piaga,nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12:21-34).

Nella Bibbia ebraica, il nome di Pesach è riservato soltanto al giorno 14 del mese di Nisan, in ricordo del korban.Gli ebrei celebrano la Pasqua in otto giorni (sette in Israele). Durante la festa un ebreo ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga Mosèdall’Egitto. Per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche “festa degli azzimi”. La tradizione ebraica ortodossa prescrive inoltre che, durante la Pasqua, i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie riservate strettamente a questa ricorrenza.Prima dell’inizio della festività gli ebrei eliminano da casa ogni traccia di lievito e qualsiasi cibo che ne contenga (questo viene indicato con il termine chametz).

La Pasqua cristiana , con nuovi significati , ha origine in questa festività,e presenta importanti legami ma anche differenze con la Pasqua ebraica.

Gli eventi pasquali li troviamo nelle sacre scritture: Gesù, secondo gli Vangeli, è morto in croce nei giorni in cui ricorreva la festa ebraica . Questo evento venne visto dai primi cristiani come la realizzazione di quanto era stato profetizzato sul Messia.

I cristiani , vedono nell’eucarestia  il momento in cui la Pasqua di Cristo sostituisce
la Pasqua dei Giudei e il ricordo della morte del Figlio sostituisce il ricordo del Passaggio.Il “pesah” è attraversamento del Mar Rosso, dalla schiavitù alla Terra Promessa per gli ebrei; e, dal vizio del peccato alla libertà della salvezza, attraverso la purificazione del battesimo per i cristiani.
pasqua risurrezioneLa tradizione della Chiesa cattolica vuole che la data della Pasqua venga annunciata ai fedeli dal sacerdote celebrante durante i riti della festività dell’Epifania (6 gennaio).
La Pasqua è preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno della durata all’incirca di quaranta giorni, chiamato generalmente Quaresima, che nel rito romano ha inizio il Mercoledì delle Ceneri. Nella forma ordinaria del rito romano, l’ultima settimana del tempo di quaresima è detta Settimana santa, periodo ricco di celebrazioni e dedicato al silenzio e alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palma.
Per questo motivo nelle chiese cattoliche, durante questa domenica, vengono distribuiti ai fedeli dei rametti di olivo benedetto (segno della passione di Cristo).
Nei paesi parlanti di lingua Spaniola , durante la Settimana santa si susseguono moltissime processioni sia nelle città più grandi che in quelle più piccole. Si tratta di processioni estremamente folkloristiche che attirano migliaia di turisti ogni anno e a cui partecipano i cosiddetti Nazarenos: penitenti incappucciati appartenenti a diverse confraternite religiose che contribuiscono a rendere le processioni ancora più suggestive.

In particolare alcune chiese dell’Asia seguivano la tradizione di celebrare la pasqua
nello stesso giorno degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono chiamati  quartodecimani. Ciò diede luogo a una disputa, detta Pasqua quartodecimana, fra la chiesa di Roma e le chiese asiatiche.Nei secoli precedenti potevano esistere diversi usi locali sulla data da seguire, tutti comunque legati al calcolo della Pasqua ebraica.

Nella Chiesa cattolica, la data della Pasqua è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile.La festa della Pasqua cristiana è mobile, poiché cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera (quest’ultimo per la Chiesa cade sempre il 21 marzo, anche se l’equinozio astronomico oscilla tra il 20 e il 21). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo dal Concilio di Nicea I.
La data della Pasqua, variabile di anno in anno secondo i cicli lunari, determina anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste.

uova dipinte

uova dipinte

Una piccola parte della Chiesa ortodossa segue il calendario giuliano per tutte le feste, mentre il resto considera che la data della celebrazione della Pasqua si basa su due fenomeni astronomici: l’equinozio di primavera e la rotazione  della Luna attorno alla Terra. Pertanto, la Pasqua si celebra la Domenica dopo la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. La data della Pasqua può variare dal 4 aprile al’8 maggio.
La maggioranza dei cristiani in Egitto sono copti e appartengono a una branca della chiesa ortodossa. Il loro calendario è diverso da quello cattolico e la Pasqua copta, come le altre festività religiose importanti,cade in genere una settimana dopo quella cristiana. In alcuni anni però le date coincidono e i copti e i cattolici festeggiano la Pasqua nello stesso giorno, come è accaduto  nel 2007.La Pasqua copta è preceduta da un lungo digiuno di 55 giorni in cui ci si astiene da tutti gli alimenti di provenienza animale, si rispetta una rigorosissima dieta vegana. Questo periodo è caratterizzato da un’intensa vita religiosa di preghiera e penitenza.

coranLa Pasqua Islamica (Eid al-Adha) e molto diversa da quella cattolica.Con l’ Eid al-Adha si ricorda e celebra la storia di Abramo e di suo figlio Isacco. È, infatti, detta festa del  sacrificio poiché si commemora quello che il primo patriarca dell’Islam fece nei confronti del figlio Isacco.
Si narra che Dio, volendo mettere alla prova la fede di Abramo, gli impose di sacrificare il figlio sul Monte Moira.Prima che l’omicidio venisse compiuto, apparve un angelo che fermò Abramo benedicendolo e dicendogli che il Signore aveva apprezzato la sua ubbidienza.

I Testimoni di Geova non celebrano la pasqua e credono che la celebrazione della Pasqua oggi non si basa sulla Bibbia.

“Gesù ci ha comandato di commemorare la sua morte,non la sua risurrezione. Pertanto, si celebra la commemorazione della morte di Gesù ogni anno nel giorno della sua morte corrispondente in calendario biblico.”

Avventisti del Settimo Giorno celebrano la Pasqua dal servizio di comunione, che si tiene ogni tre mesi.
“Anche se non celebrano la Pasqua nella prima settimana fissa dopo l’equinozio di primavera, in questa occasione,gli Avventisti condividono i messaggi su la morte di Gesù e la verità della sua risurrezione,e godono insieme con altri cristiani questo grande evento. ”

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The House of Three Eyes


The House of Three Eyes

 

The House of the Three EyesThe House of Three Eyes,at Giudecca,Venice, is a building of the twentieth century, a splendid testimony of the Venetian architecture, the result of different architectural trends, from traditional Venetian warehouse to the avant-garde trend of the twentieth century.The House of Three Eyes
was designed and built by the Italian artist Mario De Maria,(Marius Pictor, Bologna, 1852 – Venice, 1924),which between 1912 and 1924 made here his new Venetian home. (Here’s a wonderful Venetian moonlight painting by de Maria that hangs in the Musée d’Orsay.)

The building has three floors, but stressed the importance of the main floor, with three huge (oci, Venetian for the eyes), large lancet windows overlooking the Giudecca Canal and the basin of San Marco.All the palace look like the little replica of the Doge’s Palace that stares right in front of it.palazzo ducale
On the second floor,on the central part,must be noted the presence of a double lancet window ,framed by neo-Gothic decorations.The House of Three Eyes, was declared in 2007 by the Regional Directorate for Cultural Heritage and Landscape of the Veneto: “well of historical and artistic interest.”
Between the 1970 and 1980, the The House of Three Eyes, becomes a real Venice,Giudecca ,The House of the Three Eyeshouse of culture, a place of artistic production and the “upper room” of meetings and discussions, study for artists participating at the Biennale and hospitable space for intellectuals passing through Venice.
The House of Three Eyes is linked to many famous Italian and international, people. Here lived many characters related to the art world, from Victor Grubicy to Hundertwasser, from the daughter of Peggy Guggenheim to Sciltian,from Morandi to Fontana and Dario Fo or the architect Renzo Piano.
In 1970 Enrico Maria Salerno takes here some scenes from the movie “The Anonymous Venetian”.
The House of the Three EyesAfter an accurate restoration (2000-2012), the House of Three Eyes has become an exhibition space , with particular attention to photography,open to the public. Here will be hosted the major international exhibitions.
On the interior of the House of Three Eyes are still preserved the original furnishings and many photographic materials and art-related events from the former owner,the artist Mario De Maria.

 

“THE WAY OF ENTHUSIASTS” EXHIBITION AT LA CASA DEI TRE OCI, VENICE  http://purple.fr/diary/tag/the+house+with+three+eyes/

 

 

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La Casa dei Tre Occhi

La Casa dei Tre Occhi
casa dei tre occhiLa Casa dei Tre Occhi ,a Giudecca,e un edificio del XX secolo, splendida testimonianza dell’architettura veneziana, frutto di diverse tendenze architettoniche,da quelle della tradizionale casa-fondaco veneziana a quelle avanguardiste del XX secolo .Fu disegnata e realizzata dall’artista Mario De Maria ;(Marius Pictor , Bologna, 1852 – Venezia, 1924),che tra 1912 e 1924 fece qui la sua nuova dimora (casa–studio) veneziana.

( Qui nasce ” la meravigliosa luna di Venezia ” dipinto di de Maria che pende al museo d’Orsay.)

L’edificio è di tre piani, ma è sottolineata l’importanza del piano nobile, con i tre enormi òci (veneto per occhi), grandi finestre ogivali con vista sul Canale della Giudecca e sul Bacino di San Marco.Tutto il palazzo sembra la piccola replica del Palazzo Ducale che guarda proprio di fronte ad essa. Al secondo piano,nella parte centrale, va segnalata la presenza di una bifora incorniciata da decorazioni neogotiche. E stato dichiarato nel 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto “bene di interesse storico e artistico”.

Venezia,Giudecca Casa dei tre oci,Tra gli anni ’70 e ’80, la casa dei tre occhi ,diventa una vera e propria casa della cultura, luogo di produzione artistica e cenacolo di incontri e dibattiti, studio per gli artisti che partecipavano alla Biennale e spazio ospitale per gli intellettuali di passaggio a Venezia.
La casa dei tre occhi è legata a numerosi nomi illustri,italiani e internazionali, qui soggiornarono e abitarono molti personaggi legati al mondo dell’arte,da Vittore Grubicy a Hundertwasser, dalla figlia di Peggy Guggenheim a Sciltian, da Morandi e Fontana a Dario Fo o l’architetto Renzo Piano.
Nel 1970 Enrico Maria Salerno ambienta qui alcune scene del film ” Anonimo veneziano”.tre oci

Dopo un accurato restauro iniziato nel 2000, la Casa dei Tre Occhi (Oci) è diventata nel 2012 uno spazio espositivo aperto al pubblico,con particolare attenzione a quello fotografico. Qui verranno ospitate grandi mostre fotografiche internazionali e piccole mostre dossier di giovani fotografi emergenti.Al interno sono conservati ancora gli arredi originali e molti materiali fotografici e artistici legati alle vicende di De Maria e della Casa.     http://www.treoci.org/ mostre di fotografia

 

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