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San Lazzaretto nuovo- Venezia

san lazzaretto nuovo

san lazzaretto nuovo

La parola Lazzaretto nasce a Venezia,nel 1348,quando iniziano ad essere isolati i ammalati  di peste, nell ‘ isola che si chiamava Santa Maria di Nazareth ,l’attuale Lazzaretto vecchio.La parola Nazareth si trasformo in Nazaretum e poi soprapponendo il nome del protettore dei appestati san Lazzaro,si forma una sola parola: Lazzaretto.Il nome si diffuse poi per indicare tutti i ospedali di malattie infettive.
L’assenza di fognature ,abbandono di rifiuti direttamente in strada,la scarsa igiene personale, furono le cause propizi per diffusione di malattie.Non era chiara l’origine delle malattie e non si aveva idee di come si curano.I rimedi erano nella maggior parte non sanitari:preghiere, penitenze,quarantene,e ricerca di capri espiatori.(Si pensava che i portatori di malattie erano i ebrei e le streghe possedute dai demoni).

Molto vicino alla costa del Lido di Venezia d’avanti al isola di Sant’ Erasmo,San Lazzaretto nuovo inizialmente era un posto isolato con una vigna ,una chiesa e un lungo muro e si chiamava “l’isola della vigna murata”. Di proprietà dei monaci Benedettini,diventa un posto “di contumacia”,cioè di isolamento in quarantena,per quelli che erano sospetti di essere ammalati,prima di entrare nella vita sociale.
I pesuposti contagiati che partivano dai porti dove si sapeva che c’era la peste , e quelli
privi di certifcati medici,erano potrati qui dai guardiani che avevano una bandiera gialla
chiamata “di contumacia “.Da quest’isola dopo un attenta esaminare ,quelli ammalati andavano al ospedale di Lazzaretto vecchio,il posto di ricovero .Qui tornavano anche le persone guarite dal Lazzaretto Vecchio.

Durante la peste 1575-1577 qui furono ospitati dieci mila persone e tre mila navi.Delle volte le migliaia di persone arrivate erano “alloggiate ” sui canali ,nei barconi.Su un nave era stata issata una forca per giustiziare i trasgressori delle ordinanze igieniche e sanitari.Era vietata la vendita di alimentari ritenuti pericolosi.

Al Lazzaretto nuovo la gente fumava pipe , per far passare il tempo ,ma anche perché si credeva che il fumo protegge dal contagio.Per purificare l’aria si bruciava legno di ginepro. Da queste credenze deriva la maschera del dottore della peste con un becco pieno di erbe aromatiche.

La maschera del dottor peste

 http://dipoco.altervista.org/venezia-carnevale-le-maschere/

san lazzaretto nuovo venezia

san lazzaretto nuovo venezia

Anche le loro merci venivano mese in quarantena,nei appositi depositi.
Qui venivano decontaminate.I tessuti di cottone ,pelle ,lana si disinfestavano in un aria piena di fumi aromatizzati con erbe di ginepro, rosmarino,e poi tenuti al aria aperta più volte al giorno.Le spugne e le cere erano  immerse in acqua salata della laguna,le tele erano bollite e le piume erano cosparse di cera.Grazie a queste misure di quarantena la peste scompare a Venezia con un secolo di anticipo rispetto ai altri paesi .

Verso la fine del 700 l’ospizio viene spostato sul isola Lazzaretto nuovissimo vicino a Malamocco.Sotto Napoleone l’isola viene trasformata in bastione ,per la difesa della  laguna, poi trasformata in polveriera dal esercito italiano.Dal 1966 cade in abandono.
Nel 2004 sono iniziati i lavori di recupero ,e di bonifica per l’allestimento del “museo della città di Venezia” .

Oggi e meta turistica di tanti viaggiatori.

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Isola-del-Lazzaretto-Nuovo-6361.html

Il ponte dei squartati-venezia

ponte dei squartati,rio del magazen.

ponte dei squartati,rio del magazen.

Si chiama Ponte dei Squartati perché vicino a questo ponte  si esponeva , un quarto del condannato a questa orrenda fine.

bocca di leone- per  denunce anonime

bocca di leone- per denunce anonime

 

 

 

Il compito di scoprire e giudicare gli atti di tradimento contro la città l’ aveva il “consiglio dei dieci”,una commissione straordinaria di dieci membri.

 

 

Sorvegliavano qualsiasi cosa : l’amministrazione la diplomazia,il senato, il doge.I capi dei dieci erano rinnovati ogni mese.
Le denunce anonime erano esaminate in modo più severo.L’avocato comunale aveva bisogno di più della meta dei voti per proporre la condanna. Nel 1542 fu decretata una legge che stabiliva l’accettazione delle denunce solo se venivano citati almeno tre testimoni presenti al fatto.
Le sentenze e il nome dei trasgressori erano stati proclamati da un ufficiale in piedi sula Pietra del Bando ,la grossa colonna di porfido rosso vicino alla Basilica di San Marco ,e a Rialto uno dei punti di arrivo delle punizioni leggere,il Gobo.  Poi il bando veniva attaccato sulle porte delle principali chiese della città.

 

Venezia Gobbo de Rialto

Venezia Gobbo de Rialto

Il percorso del condannato,assumeva il significato di un rituale che serviva come esempio.Iniziava da San Marco, dove si usciva dalle carceri, attraverso il famoso ponte dei sospiri.

Per i reati minori , il colpevole era stato denudato e frustato lungo le strade da Piazza San Marco a Rialto . Salvava se stesso da ulteriore frustate e umiliazioni baciando la statua del gobo  e la croce,(con uno San Marco di sopra ).

 

Pietra del bando ,basilica di san marco

Pietra del bando ,basilica di san marco

Per il taglio di una mano veniva legato ad un palo sopra un palco in legno su una chiatta che si dirigeva nei pressi del monastero di Santa Croce. Arrivato a Rialto gli venivano inflitti quattro morsi di tenaglia che stringeva e rompeva le sue carni ,uno per ogni arto.A Santa Croce, nei pressi di una colonna, gli si tagliava la mano .Il moncherino si chiudeva
successivamente dentro delle guaine di maiale al fine di non morire subito dissanguato. La mano troncata veniva appesa ad una catena attorno al collo .

Se era condannato al “trascino a coda di cavallo”, veniva portato fino al luogo dove era stato commesso il delitto e gli veniva tagliata la mano.

Di solito il condannato a morte veniva punito con più supplizi : trascino a coda di cavallo,taglio di una mano, frustato  da Piazza San Marco a Rialto,poi l’uccisione tra le collone.

 

alla base di questa colona venivano tagliate le mani

alla base di questa colona venivano tagliate le mani

Tra le due Colonne della piazzetta di San Marco, un palco in legno appositamente  costruito attendeva la vittima che ,salita i gradini,veniva preso in consegna dal boia. Qui veniva decapitato e squartato.

 

 

 

 

 

ancorette per i quarti

ancorette per i quarti

Le “ancorette portafortuna” che si vedono preso il campo San Canciano  sono dei ganci in qui venivano appesi i quarti della persona condannata a essere squartata. Altre ancorette esistevano in fondamenta dei squartati ,ai Tolentini.
I quarti andavano esposti uno sulla strada per Padova, uno sulla strada per Mestre, uno sulla strada per Chioggia e infine, uno per quella di Lido. La testa, invece, restava esposta su una picozza in Piazza San Marco.

 

 

palazzo ducale le due colone rosse

palazzo ducale le due colone rosse

 

Altri tipi di   condanne   :

impiccagione,  annegamento nei canali,appendere sulla forca ,sepolti nel terreno,fino a ginocchia a testa in giù ,in buche scavate appositamente tra le collone della piazzetta.

Il colpevole poteva essere anche “accoppato”, metodo molto in voga in quel periodo, vale a dire colpito con forza alla base della testa, la cosiddetta “coppa”, con un pesante maglio di legno.

Vedi anche Venezia criminale:

http://www.venezia.net/20/11/2013/davide-busato-venezia-criminale-serial-killer-serenissima.html
Dalle due collone rosse della loggia di Palazzo Ducale ,il Doge assisteva alle esecuzioni più importanti.

Visita il mio sito:   http://ginocosta.altervista.org/blog/reddito-extra/

Venezia- Regata storica

Venezia,regata storica

Venezia,regata storica

http://dipoco.altervista.org/venice-the-regatta/

http://dipoco.altervista.org/venice-the-regatta/

 

 

 

 

 

Parola internazionale regata, deriva dalla parola aurigare -termine usato con il senso di gareggiare,che prende puoi il senso di competizione agonistica su barche . A Venezia, si può ammirare ogni anno ,nella prima domenica di settembre,   lungo il Canal Grande ed è composta da due fasi distinte tra loro: il corteo storico e, le regate competitive.
Le prime regate sono legate alla “festa delle Marie” (la tradizione narra che i pirati rapirono le giovane veneziane in età da sposare ma furono subito inseguiti dagli uomini ,che remando furiosamente sulle loro barche riuscirono a raggiungere e liberare le giovani).Ma e possibile che la regata abbia avuto radici ancora più antiche .http://dipoco.altervista.org/venezia-carnevalele-feste-delle-marie/

Le gare:

regata storica - gara dei gondolini

regata storica – gara dei gondolini

,Se inizialmente si disputavano anche su galee, peatoni, burchi, o su barchette agili a due o più remi,oggi le quattro competizioni sono suddivise per categorie di età e per tipologia di imbarcazione.
Si parte dai giardini di santa Elena d’avanti al cordone di partenza,chiamato “lo spaghetto”,
e si prosegue lungo il Canal Grande fino alla stazione Santa Lucia dove si gira intorno un paletto infisso nel mezzo del Canal Grande poi si ritorna fino alla “macchina” ,un edificio galleggiante davanti a ca’ Foscari. Nel passato la competizione tra barche si svolgeva nel tratto compreso tra il Lido e Piazza San Marco.
L’albo d’oro della regata si riferisce ai vincitori della competizione.I premi consistono in denaro e bandiere ,che sostituiscono le medaglie: rossa per primo posto,bianca per secondo,(nel passato era celeste) verde per terzo posto,e blu per ultimo.
Inizialmente l’ultima bandiera era gialla con un maialino dipinto,considerato un animale poco veloce. Ai quarti classificati veniva concesso in premio anche un maialino vivo. Il suo passaggio tra le barche degli spettatori costituiva un termometro dell´umore dei veneziani verso il governo della città, e quando questi non erano dei più soddisfatti, il maiale veniva acclamato con fischi e urla di “ecco il sindaco, viva il sindaco”. Viene sostituito a partire dal 2002 con un maialino in vetro di Murano.

regata - il corteo storico

bissone

Il corteo storico è una sfilata di imbarcazioni multicolori del cinquecento,con gondolieri in costume di epoca che portano il Doge,la Dogaressa,Caterina Cornaro,e tutti i magistrati e persone importante di Venezia.

Rievoca l’accoglienza riservata nel 1489 a Caterina Cornaro, sposa del Re di Cipro, che rinunciò al trono a favore di Venezia . Nel 1472 la diciottenne Caterina venne condotta a Famagosta, sull’isola di Cipro, dove furono celebrate nozze sontuose. Un anno dopo il re morì lasciando la vedova incinta .L’anno seguente morì anche il figlio di febbri malariche. A soli vent’anni viene incoronata regina di Cipro. Rimane nell’isola fino al 1489, quando, su richiesta del governo veneziano, deve abdicare e tornare in patria, e, per aver
mantenuto Cipro sotto la giurisdizione della città lagunare, le viene attribuito l’appellativo di “Figlia Adottiva della Repubblica”.Fu nominata signora di Asolo, dove ebbe gli stessi poteri del doge, chiamando a corte poeti e letterati del secolo: Giorgione, Lorenzo Lotto e Pietro Bembo. Divenne così famosa che Tiziano la dipinse in un famoso ritratto. Cà Corner della Regina, costruita per volere della
famiglia di Caterina, si trova vicino al sestiere di Santa Croce e si affaccia sul Canal Grande.

Leggi di più   http://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_Cornaro

regata, il doge

regata ,il doge

Anticamente le bissone,barche da parata che aprono il corteo storico,andavano indietro alle imbarcazioni di gara .A bordo,alcuni patrizi muniti di archi, lanciavano palle di terracotta  (balote)  alle imbarcazioni più indisciplinate.

 

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Ultima cena Tintoreto

Tintoretto,ultima cena,san rocco

Tintoretto,ultima cena,san rocco

Ultima cena,nella religione cristiana, indica  la cena di Gesù con gli apostoli durante la pasqua ebraica, precedente la sua morte.
…Mentre gli apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l’avrebbe presto tradito.Secondo il vangelo di Matteo, Gesù avvertì gli apostoli che il traditore sarebbe stato colui che avrebbe intinto insieme a lui la mano nel piatto.
…Mentre la cena continuava, Gesù, improvvisamente, prese del pane e, dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse: “Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”.Sono queste le scene dipinte nella maggior parte dei quadri.
Tintoretto ha dipinto ben 7 grandi quadri ,in una scala larga ,per poter essere esposti in qualunque delle grandi chiese di Venezia. L’intera opera è molto profonda, si tratta di una tavola diagonale, che permette allo spettatore di entrare nell’opera. La scena si presenta dinamica, espressiva e in movimento.

tintoretto,ultima cena,san marcuola

tintoretto,ultima cena,san marcuola

Nei dipinti di Scuola Grande di San Rocco e chiesa di San Marcuola troviamo gli apostoli in movimento con l azione da un lato al altro del tavolo, con due bambini che partecipano alla scena.
A San Rocco troviamo un’ultima cena ambientata in una grande cucina di palazzo con tanto di caminetto e di piattaia sullo sfondo.Dietro al tavolo la cucina con dei servanti che lavorano al pasto.Le tre figure in primo piano (due poveri ed un cane), hanno lo scopo di rimarcare lo stacco in profondità con i primi personaggi del tavolo. Ai lati della composizione della chiesa di San Marcuola ,le due figure femminili impersonano la Fede a sinistra e la Carità a destra.

 

 

Tintoretto,ultima cena,san simione profeta

Tintoretto,ultima cena,san simione profeta

Nella chiesa di San Simone Profeta un quadro più piccolo della ultima cena (1560) .Nella parte destra in fondale ,troviamo ritratta la figura di quello che ha commissionato il lavoro, molto probabile il parroco della chiesa. Ce da ammirare il candelabro con la lavorazione finemente realizzata ,che pende sopra il tavolo,ma che non fa  troppa luce.

 

Tintoretto,ultima cena,san polo

Tintoretto,ultima cena,san polo

Nella chiesa di San Polo un altro quadro con lo stesso nome. L’Ultima Cena e raffigurata in un’ambientazione che suggerisce l’intimità di un interno domestico e rappresenta il momento dell’Eucarestia .Il pavimento ha lo stesso colore  ,roso con quadri bianchi,come quello del quadro della chiesa di  di San Marcuola.  Si nota la non simmetria del quadro data dal fatto che alcuni apostoli sono girati verso la parte destra per offrire ai mendicanti seduti per terra ,un pezzo di pane.Tutti i apostoli sembrano in movimento di torsione rispetto alla figura centrale di Gesù.

 

Tintoretto,ultima cena,santo stefano

Tintoretto,ultima cena,santo stefano

Nella più grande pittura (1576 ,chiesa di Santo Stefano) ,troviamo un altro bambino che corre verso gli apostoli.Il tavolo e più basso,e i apostoli sembra che stanno inginocchiati attorno a Gesù.Un cane riposa guardando verso il tavolo ansando l’aria .Un mendicante mezzo spoglio guarda dalla parte destra del quadro,verso il tavolo .Nella parte sinistra una donna,che sembra di essere una domestica fa il gesto di benedire la scena con le braccia .

Tintoretto,ultima cena ,san trovaso

Tintoretto,ultima cena ,san trovaso

A  San Trovaso ,il quadro della ultima cena (1556), ha una grande enfasi e realismo.La cena sembra tenersi in un taverna veneziana,con gli apostoli seduti intorno ad una tavola da quattro persone .Sopra la testa di Gesù e un paesaggio ,visto dietro alla taverna che da l impressione di realismo,con arcate e pilastri contro la luce del sole.
Il dipinto raffigura il momento dell’annuncio del tradimento.
Ognuno dei apostoli sembra preso in movimento .Uno si gira apparentemente sorpreso verso Gesù,un altro cerca di alzare un vaso che accudisce l’interesse di un gato,un altro vuole prendere un fiasco di vino .Si nota, nella semi oscurità ,una donna,che fila la lana in cima alla gradinata e altre due, intrise di luce nel secondo piano fortemente illuminato.

 

 

Tintoretto,ultima cena ,san giorgio

Tintoretto,ultima cena ,san giorgio

Una donna chinata sopra un cestino ,che sembra incuriosire un gatto,offrendo un piatto ad un servo vestito di blu e la parte destra del quadro che si può ammirare nella isola di San Giorgio Maggiore La grande pittura del 1591 ,meraviglia il visitatore con il misto di ombre e luci ,con gli angeli che appaiono misteriosamente nel fumo delle candele.La luminosità del’aureola degli apostoli e di Gesù conferisce spiritualità alla scena. Il movimento sembra una scena di un ballo armonizzandosi con gli movimenti degli angeli.

 

Venetocultura

http://venetocultura.org/Tintoretto%20Ultima%20cena%20San%20Simeone%20profeta.php

100 anni prima Leonardo Da Vinci realizzava il suo capolavoro in cui il Cristo è perfettamente in posizione centrale fra gli apostoli in una composizione di armonia ed equilibrio,ultima cena ,simbolicamente rappresentata negli quadri e molto diversa rispetto a quello che in realtà avveniva ad una cena duemila anni fa . La pubblicità ,il romanzo ed il filmo Il codice di Da vinci di Dan Brown,ci fa vedere il quadro di una cena moderna,con persone ,ben lavate e stirate ,sedute intorno al tavolo,con tovaglia e posate.

…Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola,e gli apostoli avevano dibattuto su chi dovesse sedersi nel posto più vicino a lui. La tavola secondo l usanza dell’epoca era a semicerchio, i divani erano disposti radialmente all’esterno del semicerchio.Gesù occupava dunque il posto centrale al vertice del semicerchio .La maggior parte della gente mangiava direttamente con le mani,da vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare.Molto diffusa era l usanza di stare distesi su divano poggiato su gomito mentre con la mano libera si mangiava…

E ovvio che tutte le pitture sulla tema della ultima cena traspongono lo stile e la moda dell epoca in qui sono state fatte ,tenendo conto anche di tutti i desideri del committente del quadro .

 

 

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Moro , Venezia

Il moro di Venezia

Moro significa proveniente dalla Morea, ovvero dal Peloponneso.  Il Regno di Morea si trova nell’attuale zona del Peloponneso Greco, confinante con  Albania. Morea deriva dalla trasposizione di “Romea” rimasto usuale fino al 19° secolo.

moro,venezia

moro,venezia

La guerra di Morea (1684-1699) l’ultima grande avventura espansionistica della Repubblica di Venezia,e stato unico dei sette conflitti con i turchi in qui Venezia e l’aggressore.

 Ma i veneziani nominano ‘ mori ‘ anche la gente con il color scuro della pelle ,e, fu la prima nazione a liberare gli schiavi africani che venivano  trasportati dalle navi,dandoli l’opportunità di una vita normale.

Venezia ,campo dei mori

Venezia ,campo dei mori

Venezia –Campo dei mori:
Le quattro statue del XIII secolo posate su frammenti di are romane raffiguranti dei personaggi orientali ,giungono a Venezia nel 1113 dalla Morea .
E molto probabile che queste statue sono legate alla presenza del antico fondaco dei Arabi in questa zona. Continua a leggere

Venezia – ex scuola dei morti

Ex scuola dei morti,Venezia

Scuola dei morti- Venezia

Ex scuola dei morti- Venezia

 Ex scuola dei morti ,vicino ala chiesa di San Geremia (o Santa Lucia),Venezia, e  il luogo dove si radunava l’antica confraternita del suffragio dei morti (o confraternita di Santa Veneranda),che si occupava principalmente di accompagnare i defunti in funerale con canzoni e preghiere (con un decreto ufficializzato dal Senato nel 1659).

Gli associati godevano dell’indulgenza plenaria, concessa da papa Clemente VIII, di:

8 giorni di indulgenza se partecipavano a tutti gli offici dei morti.

Il teschio e l'iscrizione

Il teschio e l’iscrizione

se il lunedì ed il venerdì recitavano il ” de profundis per le anime del Purgatorio ” avevano 100 giorni indulgenza .
L’iscrizione alla Scuola dei morti era vietata ai minori sotto diciotto anni.
I membri della Scuola dei morti dovevano confessarsi una volta al mese e comunicarsi quattro volte all’anno nella chiesa di San Geremia, recitare le orazioni prestabilite ogni sera al tocco dell’Ave dei Morti, versare ogni mese quattro soldi e pagare due lire di multa se non partecipavano ai funerali e non mandavano nessun altro, vestito con il proprio abito.
Ogni membro versava sei lire che servivano per comperare il candelotto con cui accompagnare in funerale i defunti e per far celebrare le messe per le anime del Purgatorio.

Il palazzo viene distrutto durante il bombardamento austriaco del 1849 (durante l ‘assedio che l’esercito austriaco strinse attorno alla città in risposta alla rivolta veneziana),
e ricostruito nella forma che la vediamo oggi. Nella parte superiore si vede un teschio scolpito e l’insegna della scuola e l’inscrizione:
D.O.M. SUFFRAGGIO AGREGATO ALL’ARCICONFRATERNITA DEL SUFRAGGIO DEI MORTI DI ROMA.

Ex scuola dei morti

Ex scuola dei morti

Oggi l’ex Scuola dei morti è adibita a sede dell’oratorio di San Geremia.

 

Orchestra da camera di San Marco ripropone:

http://www.virtuosidivenezia.com/

 

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Altane, Venezia

altane

altane

Venezia,altane .Le altane, sono molto simile alle  terrazze pensile , aperte su uno o più lati, in legno o in ferro ,sorrette da pilastri, esposte al sole e al vento , poggiate sui tetti,vicino al sole.
Elemento minore dell’edilizia veneziana,(che probabilmente esiste solo in questa città e a Firenze) continuano da sempre ad attirare l’attenzione. A differenza delle terrazze e dei balconi comuni, queste non sporgono oltre la sagoma dell’edificio sul quale sono costruite ma come dice il nome si sviluppano verso alto .

 

In una città la cui struttura urbana è formata da calli molto strette e spesso ombreggiate ,si  trovano questi ingegnosi spazzi sollevati, sostituendo un giardino ,dove i veneziani vanno a prendere il sole, stendere il bucato, godere il panorama .

LE ALTANE DI VENEZIA

Libreria Tolettahttp://www.tolettaedizioni.it/2013/12/le-altane-di-venezia/

venezia

venezia

Si racconta che le donne veneziane una volta ci salivano sulle altane ,per schiarirsi i capelli con i raggi del sole.Cosi ,il biondo ,il rosso veneziano dei capelli si otteneva asciugandosi al sole. L’operazione si ripeteva nuovamente , dopo un trattamento con delle tinture  tramandate fino ai  nostri giorni .
(“Les femmes blondes selon les Peintres de l’école de Venise”, Armand Baschet e Feuillet de Conches, 1865 Parigi.)

venezia

venezia

Dal trecento  l’immagine dell’altana si ritrova nelle opere di pittori celebri da Bellini, Carpaccio e de’Barbari, a Canaletto, Zompini, fino a Ciardi, dove si possono ammirare altane ancora esistenti, visibili o nascoste.
Le altane di oggi  impreziosite dalle decorazione di piante, fiori, diventano piccole serre.Su di esse si vedono posizionate sedie e tavoli , sdraio da spiaggia,oppure delle tende per proteggere dagli eccessivi raggi solari o dai sguardi indiscreti.

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Antonio Vivaldi- Venezia

Vivaldi

Vivaldi

Lucio Antonio  Vivaldi nasce il 4 marzo 1678 a Venezia. Sarà ufficialmente battezzato  nella chiesa di San Giovanni in Bragora non lontano dall’abitazione dei Vivaldi,
alla Ca’ Salomon ,attualmente Campo Bandiera e Moro, tra i numeri 8905 e 8908 ,nel sestiere Castello.

I problemi di salute afflissero Vivaldi per tutta la vita,forse un asma bronchiale, ciò che lui stesso definirà strettezza di petto.
Studia il violino ,e dimostrò un grande talento, assieme al suo padre che era violinista dell’orchestra di San Marco,la basilica in quel tempo era solo la Cappella privata del Doge .
Il 23 marzo 1703 fu ordinato sacerdote e fu subito soprannominato il Prete Rosso ,poi diviene insegnante di violino preso l’istituto della Pieta (un ospizio gratuito per orfanelle e bambini provenienti da famiglie molto povere),con uno stipendio di 60 ducati annuali.Queste giovani cantavano e suonavano con ogni strumento; facevano della musica la loro occupazione principale, disponevano dei migliori maestri e le loro esecuzioni erano quindi celebri in tutta Europa.
Nel 1705 compose una serie di dodici sonate a tre ,dedicata al nobile veneto Annibale Gambara ,ed in seguito (1713) la sua prima opera Otone in Villa su libretto di Domenico Lalli,Orlando finto pazzo (1714) e L’estro armonico Op.n.3 una colezzione di composizioni strumentali dedicate a Ferdinando di Toscana .
Nel 1708 apparve una seconda raccolta di 12 sonate per violino e basso continuo (Opus 2), ma la rinomanza a livello internazionale fu raggiunta con la sua prima collezione di 12 concerti per uno, due e quattro violini con archi, L’estro armonico (Opus 3).

Chiesa di San Giovanni in Bragora – Venezia

Chiesa di San Giovanni in Bragora – Venezia

Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e furono seguiti nel 1714 da La stravaganza (Opus 4), una raccolta di concerti per solo violino e archi.
Giuditta triumfante debuto nel novembre 1716 ,con il testo scritto dal poeta veneziano Giacomo Casetti ,basato sulla lotta tra i veneziani e i turchi.

Per tre anni compone musica per il Teatro Arciducale ,alla corte di Mantova, con il titolo di maestro di Capella , poi ,nel 1725 porto al termine op.8 con le cellebrrime Quattro Stagioni.Dopo il grande succeso,Vivaldi prende la direzione del teatro sant Angelo
a Venezia continuando a scrivere opere come Dorilla in Tempe,Farnace e Siroe,Re di Persia.
Detto il Prete Rosso per il colore dei suoi capelli, fu uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo e uno dei più grandi compositori di musica barocca.
Il primo incontro con l’importantissimo commediografo Carlo Goldoni risale al anno 1735.
All’apice della sua carriera, Vivaldi ricevette numerose commissioni dalle famiglie nobiliari e reali d’Europa. La serenata La Gloria, Imeneo (RV 687) fu scritta per il matrimonio di Luigi XV. L’Opus 9, La cetra, fu dedicata all’imperatore Carlo VI.
Poi la sua musica cadde nell’oscurità, dove rimase fin quasi alla metà del XX secolo,
quando la figura di Vivaldi è tornata nel panorama della storia della musica europea.
La morte di Vivaldi ,avviene il 28 luglio 1741 a Viena.Muore povero e solitario, rovinato, si disse, dalla sua eccessiva prodigalità.

Una biografia completta di Vivaldi:
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=454&biografia=Antonio+Vivaldi
Nel 1705 i Vivaldi traslocano a Campo San Provolo, Venezia, al numero 4358 e lì restano fino al 1722.Poi si spostarono nella casa situata ai piedi del Ponte del Paradiso, Campo di Santa Maria Formosa.  Dal 1730 al 1740 i Vivaldi vissero al numero 4644 di Calle Bembo. Il loro appartamento era situato sul mezzanino e si affacciava sul Canal Grande .

tre putti musicanti

tre putti musicanti

Monumento dedicato a  Antonio Vivaldi
Bronzo di Gianni Aricò dedicato a Antonio Vivaldi a San Basilio ,ingresso della stazione marittima di Venezia. Nominato “tre putti musicanti”,il gruppo statuario rappresenta le giovane orfanelle istruite alla scuola della Pietà.

Opera che ricorda il grande musicista ,trasforma i modelli robusti ,di un gruppo statuario alto più di tre metri,di bronzo,in un piacevole morbidezza .La tecnica usata , il modellato «non-finito» che vive di vibrazioni sensibili ,sembra di invitare lo spettatore “a sentire” la musica fine e ritmata di Vivaldi.
I capelli pettinati al vento, i volti soavi delle fanciulle,che riflettono gioie,dolori,freschezza; riflettono,le gioe e le paure di Vivaldi,le indimenticabile quattro stagioni.

Gianni Aricò, artista veneziano,
http://www.aricogianni.com/azienda/biografia.html

lapide a memoria di Antonio Vivaldi

lapide a memoria di Antonio Vivaldi , calle della pieta

Lapidi a memoria del compositore a Venezia si possono trovare in Calle della Pietà e sui muri della chiesa di san Giovanni Battista in Bragora.
 Quelli che vogliono fare un percorso turistico,possono visitare il sito :
Dove abitava e lavorava Vivaldi?
http://www.antonio-vivaldi.eu/it/contenu.php?id=2#
Ateneo San Basso- Venezia (piazzeta dei leoni)

I Virtuosi di Venezia nelle celebri ed emozionanti “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi: quattro concerti per violino ed archi che rappresentano le scene della natura in musica, ispirati ciascuno ad ogni stagione…
http://www.virtuosidivenezia.com/luoghi.php

 

 

 

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I campanili pendenti a Venezia

I campanili pendenti a Venezia, nel centro storico, sono tre. Il quarto campanile pendente e quello della chiesa di San Martino,a Burano, a otto leghe da Venezia .A causa del cedimento del suolo su cui sorgono, che a Venezia non è dei più solidi, molti campanili presentano la caratteristica di non essere proprio in asse, ma di essere pendenti.
Il Campanile della Chiesa di San Giorgio dei Greci, è il Campanile di Santo Stefano
hanno una inclinazione simile a quella della Torre di Pisa, dalla sommità alla base un’inclinazione di 2 metri circa, ma non sono altrettanto celebri.

san pietro castello

san pietro castello-i campanili pendenti

Il campanile meno pendente dei tre,è quello della basilica di San Pietro di Castello.

La chiesa è situata all’estremità nord-orientale della città di Venezia,nell’isola di S. Pietro , sestiere di Castello, il primo insediamento abitativo e il primo centro religioso, politico e commerciale della città non lontano dai bacini dell’Arsenale.

La prima chiesa,risale al VII secolo,ed è intitolata ai santi bizantini Sergio e Bacco .
La “nuova” chiesa ,edificata nel IX secolo,fu al inizio sede vescovile dipendente dal patriarcato di Grado dal 775 al 1451, poi cattedrale e sede patriarcale di Venezia fino al 1807 – quando il titolo passò a San Marco.

Il campanile e una struttura massiccia ,ma elegante, in pietra d’istria e staccato dal corpo della chiesa. La sua costruzione risale al 1463, anche se nel 1482 venne ricostruito in seguito al danneggiamento da parte di un fulmine (opera di Mauro Codussi 1482-90) .
La piccola cupola della sommità oggi e sostituita da un tamburo poligonale.

Dal 1630 alla caduta della Repubblica la Serenissima Signoria svolgeva un annuale pellegrinaggio nella basilica l’8 gennaio, per celebrare la liberazione della città dalla peste.
L’altar maggiore, di marmi policromi intagliati, realizzato su disegno di Baldassarre Longhena (1649), contenente un’urna con le spoglie del primo Patriarca di Venezia, San Lorenzo Giustiniani. La pala d´altare fu realizzata da Paolo Veronese.
A rafforzare il fascino di questa antica chiesa, nella navata destra è posta la cosiddetta Cattedra di San Pietro, tradizionalmente considerata il seggio del Santo ad Antiochia , proveniente da Antiochia, ma assemblata probabilmente nel XIII secolo utilizzando un’antica stele funeraria di arte arabo-mussulmana con iscrizioni del Corano e decorazioni arabe.

Durante la prima guerra mondiale la cupola è stata colpita due volte da bombe incendiarie .

Aperta al pubblico:

Da lunedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 16.45).
Domenica, 1 gennaio, 15 agosto, 25 dicembre ,chiuso.
http://www.arte.it/guida-arte/venezia/da-vedere/chiesa/chiesa-di-san-pietro-di-castello-967

 

 
La chiesa di Santo Stefano

Santo Stefano Venezia

Santo Stefano Venezia-CAMPANILI PENDENTI

Si trova nel sestiere di San Marco ,non lontano dal Ponte dell’Accademia ed è la terza chiesa conventuale veneziana assieme ai Frari e santissimi Giovanni e Paolo.
Il suo campanile, staccato dal corpo della chiesa, con i suoi 66 metri è uno dei più alti di tutta la città.Di impianto romanico con cella a tre archi e sovrastato da un tamburo ottagonale. 
Il campanile pendente di Santo Stefano ,ricostruito, in secoli diversi, ben quattro volte ha rischiato di crollare più volte è sta in piedi per miracolo.

Durante la sua (ultima) costruzione,raggiunta un’altezza di circa 30 metri, un cedimento delle fondamenta lo fece inclinare, ma i lavori continuarono e al altezza di 66 metri arrivo con un’inclinazione dalla sommità alla base di 2 metri circa.Vicino alle sue fondamenta si vedono i grandi supporti che lo sostengono e gli impediscono di cadere.

La chiesa fu spesso teatro di episodi di violenza e anche di omicidi, tanto che per questo motivo nel corso dei secoli venne sconsacrata per ben sei volte.
Il portale,è in stile gotico fiorito veneziano della bottega di Bartolomeo Bon.La sagrestia contiene un vero e proprio museo di grandi nomi del Rinascimento veneziano. Ospita quattro tele di Jacopo Tintoretto: Resurrezione (1565) , l’Ultima Cena (1579-80), Cristo lava i piedi agli apostoli (1579-80) e l’Orazione nell’orto (1579-80). Altro grande artista presente in questo spazio è Antonio Vivarini con due notevoli opere: San Nicola di Bari e San Lorenzo martire (1475);sopra il Martirio di Santo Stefano (1630 -1638) di Sante Peranda.
Nella chiesa si conserva il corpo di santo Stefano protomartire.
http://dipoco.altervista.org/venezia-la-chiesa-di-santo-stefano/

Sotto l’altare della chiesa passa un canale, navigabile solo con bassa marea.
Nel centro del Campo Santo Stefano è situato il monumento a Nicolò Tommaseo letterato e patriota veneziano del XIX secolo.
In questa grande piazza di Venezia sorgeva un tempo la Chiesa di S. Angelo ed a lato esisteva un campanile, anch’esso pendente.

http://www.arte.it/guida-arte/venezia/da-vedere/chiesa/chiesa-di-santo-stefano-798
La chiesa di San Giorgio dei Greci.

san giorgio dei greci sam

san giorgio dei greci

Al momento del crollo dell’impero bizantino e della presa di Costantinopoli da parte dei turchi, un certo numero di greci ortodossi cercò riparo nella città lagunare. Ben presto ebbero bisogno d’una chiesa .
L’erezione della chiesa di San Giorgio dei Greci iniziò nel 1536 su progetto di Sante Lombardo e fu ultimata nel 1561 sotto la guida di Giannantonio Chiona,nel sestiere di Castello,non distante dalla Riva degli Schiavoni ,nelle vicinanze della chiesa di San Zaccaria.La sua costruzione si è resa possibile grazie ai contributi dei greci ortodossi di Venezia e dei marinai greci di passaggio nella città.Nel periodo di massima fioritura Venezia contava circa 12.000 greci.

Il Campanile fu edificato da Bernardo Ongarin tra il 1587 ed il 1592, su progetto di Simone Sorella.Il campanile pende da quando fu costruito, perché il terreno su cui poggia cedette da un lato.
Pur non presentando particolari rischi, viene comunque continuamente monitorato dal comune di Venezia.

La sua pendenza e ben visibile dal ponte sul rio dei Greci,vicino al ponte dei sospiri,e ogni turista che è passato questo ponte lo ha fotografato.
La chiesa di San Giorgio godeva del particolare privilegio di essere sottoposta direttamente al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il quale vi inviava i propri chierici, quasi tutti personaggi eminenti dell’epoca. Attorno alla chiesa si è sviluppato il famoso quartiere dei greci.
L’interno ha una struttura a navata unica ed è ricoperto di affreschi, opera di Giovanni di Cipro.L’iconostasi è caratterizzata da decorazioni in marmo e da pitture di Michele Damasceno raffiguranti vari santi e, sull’architrave, le Dodici feste. Nella parte centrale ,un “Cristo Pantocrator” ,la più importante opera della chiesa ,opera di anonimo bizantino ,completa la decorazione dell’iconostasi risalente alla fine del Trecento .Sono inoltre presenti numerose altre opere pittoriche (Ascensione di Giovanni Ciprioto; la tavola Ultima Cena del cretese Benedetto Emporios; Deposizione di Michele Damasceno).

 

La conquista della Repubblica di Venezia da parte di Napoleone, nel 1797,ha causato la decadenza della ricchissima comunità greco-ortodossa della città lagunare.
La vicina Scuola di San Nicolò dei Greci, ridisegnata da Baldassare Lunghena nel 1678, è ora il Museo delle Icone dell’Istituto Ellenico.

http://www.veneziasi.it/it/chiese-venezia/chiesa-san-giorgio-greci.html
Chiesa di San Martino a Burano,a otto leghe da Venezia.

burano campanile

burano campanile

Al inizio chiesa parrocchiale di Burano, divenne chiesa di San Martino, vescovo di Tours dopo l’anno 1000 .
Fu costruita tra il 1500 e il 1600 e fu consacrata il 29 ottobre del 1645 dall’allora vescovo di Torcello Marco Antonio Martinengo.
Il campanile, alto 53 metri è a pianta quadrata. Costruito nel XVII secolo, ha caratteristiche architettoniche rinascimentali e neoclassiche. Ha subito vari restauri nel corso dei secoli, soprattutto nella parte alta, dalla cella campanaria in su.
Tra le opere di manutenzione nota è quella realizzata su progetto del Tiralli, avvenuta tra il 1703 e il 1714. L’angelo in bronzo della sommità fu distrutto dall’uragano che colpì l’isola il 25 settembre 1867,e sostituito poi da una croce di ferro.
La struttura subì i primi cedimenti già in fase di costruzione che progredirono lentamente fino al secondo dopoguerra, epoca in cui si registrarono rapidi incrementi al punto tale che il Comune di Venezia diede corso ad un intervento di consolidamento statico concluso nel 1970. A causa di un cedimento del terreno è inclinato sull’asse di 1,83 m.

Vista dall’esterno, la chiesa manca di ingresso principale, infatti si entra lateralmente da una porta ,vicina alla Cappella di Santa Barbara.

L’interno, strutturato su una pianta a croce latina con soffitto a volta, è a tre navate con transetto .
Nel primo altare a sinistra si trova il dipinto di Jacopo Palma il Giovane San Rocco, San Sebastiano e Sant’Antonio Abate. A sinistra dell’altare vi è una porta che conduce alla sacrestia, dove sono conservati “L’Addolorata”, di Nicola Grassi, sec. XVIII e il “Cristo Sorretto da un Angelo” attribuito ad Antonio Zanchi, sec. XVIII.Poco più avanti è possibile ammirare la “Crocifissione” (1725), opera giovanile di Giambattista Tiepolo (1696 – 1770).
Secondo la tradizione furono tre santi a difendere la diocesi di Torcello dalla peste, per la quale morirono migliaia di persone.La popolazione inizio la costruzione di un altare non appena passò il pericolo della peste.La pala che adorna l’altare, opera di Bernardino Prudenti (sec. XVII), rappresentante i tre santi :Sant’Albano tra San Domenico e Sant’Orso, con la sua data di creazione (1638). Sotto la mensa dell’altare è situato un sarcofago di marmo su cui riposano i corpi dei tre santi.
Nella chiesa si conservano anche le reliquie di Santa Barbara.
La piazza di Burano, è stata dedicata a Baldassarre Galuppi (1706-1785),nato a Burano, uno dei compositori più originali d’Italia nel genere comico, detto “Il Buranello”.

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Chiesa-di-San-Martino-Vescovo-Burano-6119.html

 
Vi sono stati dei tentativi per raddrizzarne alcuni campanili pendenti in varie parti di Venezia. Un tentativo fortunato fu quello, dell’architetto Giuseppe Sardi con il campanile dei Carmini:
Nel 1678 Sardi progettò il campanile della chiesa di Santa Maria dei Carmini, che però divenne pericolosamente pendente a causa di un errore del capomastro a cui era affidata la sua esecuzione. Quest’ultimo venne soprannominato Lo Stortina, ma per Sardi la cosa non fu così divertente. Gli esperti ne richiesero la demolizione, ma lui provò in tutti i modi a raddrizzare il campanile – e ci riuscì!
Altri interventi furono meno fortunati e furono la causa del definitivo crollo del campanile,
oppure sono stati mozzati perché erano tropo pericolanti (San Boldo, Santa Margherita).

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I dogi di Venezia

I Dogi furono i capi della Repubblica per oltre mille anni.La denominazione di Doge (Dose in lingua venetica ) avviene fra IX e X secolo.

La qualifica del Doge e quella del serenissimo principe ,di rango appena inferiore al Papa ,al imperatore e ai re ,ma superiore ai tutti principi di stirpe reale anche se nei atti pubblici viene chiamato “monsignor il Doge” .Di fatto regna non governa .
Il Doge e il vortice della costituzione della repubblica.E il simbolo della potenza e di
fasto della Serenissima.

il doge  (regata storica)

il doge (regata storica)

Le cerimonie dei Dogi di Venezia

La cerimonia d’incoronazione del nuovo doge era di una vivacità impareggiabile .Il neoeletto era accompagnato da sei grandi savii  (o savi -i sapientes- rappresentando il Consiglio permanente del doge) .Fra le salve di artiglieria e suoni di capanne si recava al Palazzo ducale ,poi a San Marco,dove,salito sulla tribuna di marmo che si trovava a destra del coro si mostrava al popolo.Dopo la messa ,prestava giuramento di fedeltà ,e riceveva lo stendardo con il leone alato.Poi rivestito del manto ducale era portato dai operai del Arsenale ,intorno a piazza San Marco ,gettando alla folla le monete d’argento e d’oro.
Ritornato al Palazzo Ducale ,dal’alto in cima alla scala, fra le due statue ,Nettuno e Marte
,sotto il leone andante si svolgeva la cerimonia solenne dell incoronazione ducale.Durante
l’incoronazione il nuovo Doge riceveva la “Zoia “,il berretto ducale,dalle mani del più anziano consigliere dopo aver giurato fedeltà alé leggi dello stato.

bucintoro,la nave dei dogi

bucintoro,la nave dei dogi

Nelle cerimonie d’avanti a Lui vengono recati la spada ,la sedia di stoffa dorata e il parasole. Al suo fianco incedono il gran capitano e i suoi staffieri ,poi il gran cancelliere con i suoi segretari e dietro di lui vengono in ordine gerarchico i membri della Signoria,i Dieci,gli Avocati Comunali,i Procuratori,il Senato.
Il vestito :

il gran mantello di porpora (più tardi di brocarto d’oro ) foderato e bordato d’ermellino
le calzature rosse degli imperatori bizantini.La corona d’oro viene sostituita nel XIV secolo
dal copricapo chiamato corno ducale.Ha la propria nave chiamata Bucintoro.

palazzo ducale

palazzo ducale

I suoi diritti sono pochi.Nomina il patriarca di Venezia, il primiziere e i canonici di San Marco ,e introduce al Maggior Consiglio delle proposte che devono essere discusse con priorità assoluta.
E controllato incessantemente dai suoi consiglieri ,non partecipa alé deliberazioni dei savii ,al Senato .Il suo voto non ha più valore di chiunque altro senatore.In materie di politica estera il Doge non poteva decidere ne la pace ne la guerra ,concludere trattati ,inviare o ricevere ambasciate ,senza il concorso dei savii che formavano il suo consiglio.E l’eletto dell’aristocrazia ed e il suo servitore.Non aveva altro potere reale che il diritto di condurre in tempo di guerra le operazioni militari e di comandare la flotta.
Il Doge era il più sorvegliato e il più obbediente dei servitori della Serenissima.

 

Sarebbe molto difficile ricordare tutti i centoventi Dogi di Venezia. Anche se tutti sono importanti per la storia di Venezia,eco alcuni dogi di Venezia con le loro caratteristiche:

Il primo doge di Venezia fu Paulicio Anafesto (697-717).

Pietro Tradonico (836 -864) non sapeva leggere e scrivere ,pertanto gli documenti e gli editti venivano firmati con “signum magnus”
Pietro I Candiano (887),con la più breve carica ,sei mesi.Fu ucciso durante una rappresaglia contro i pirati “narentani”.

Pietro Orseolo II

Pietro Orseolo II

Pietro Orsello II (991-1009)-apre la strada del mercato navale,riconquista Bari e Taranto dalle mani dei pirati saraceni.La repubblica fu riconosciuta dal stato pontifico.
Ottone Orselo (1009-1026) fu eletto doge a 15 anni.

Faldero (Ordelaf) Falier Dodoni (1102-1118) -Riconquista Zara e si proclamo re di Ungheria e di Croazia.

Enrico Dandolo, divenne doge di Venezia a settant‘anni ( gennaio 1193) quando era già vecchio e cieco.
Dandolo dimostro’ un’incredibile forza fisica e mentale per la sua età.

http://www.loccidentale.it/node/53855
Marin Faliero all eta di 60 anni diventa doge (11 settembre 1354),e il 17 aprile 1355 fu decapitato per avere congiurato contro la Repubblica.
http://dipoco.altervista.org/doge-venezia-marin-faliero/

il Doge Francesco Foscari

il Doge Francesco Foscari

Francesco Foscari fu uno dei più amati ma anche dei più odiati Doge nella storia di Venezia.Passa nella storia come il Dogato più longevo 1423 -1457.
http://scrignodeltempo.blogspot.it/2013/01/francesco-foscaridoge-di-venezia.html

Sebastiano Venier, amiraglio , vincitore di Lepanto (1571) contro i Turchi, fu eletto doge all’età di 81 anni.

http://venipedia.it/personalit%C3%A0/dogi/venier-sebastiano

I dogi Bertucci (1656-1658 padre) e Silvestro (1694-1700-figlio) Valier .
Questi avevano un unico vizio: il gioco d’azzardo, frequentando spesso la casa da gioco del Ridotto.
Francesco Corner eletto il 17 maggio 1656 a 71 anni, mori il 5 giugno dello stesso anno.E il record del dogato più breve della storia della Repubblica.

http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-corner_res-45e19bfa-87eb-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)/

Marino Faliero

Marino Faliero

Francesco Loredan (1752-1765) Inizio ad ammalarsi nel 1755,a settant’anni .L’agonia doro sette anni e nessun mezzo chirurgico o altra diavoleria conosciuta non riusci a curarlo.

 

Nel “Pantheon dei Dogi di Venezia”, http://dipoco.altervista.org/venezia-san-giovanni-paolo/
vi furono sepolti, a partire dal 1200 ,venticinque ,dei centoventicinque dogi della Repubblica .La basilica
dei Santi Giovanni e Paolo (detta San Zanipolo in dialetto veneziano) è uno degli edifici medievali
religiosi più imponenti di Venezia.

Alla morte del doge, il più anziano dei Consiglieri rispondeva:

basilica san Giovanni e Paolo

basilica san Giovanni e Paolo

“Con molto dispiacere avemo sentido la morte del Serenissimo Principe di tanta bontà e pietà; però ne faremo un altro”.
Poi la morte veniva annunciata per tutta la città dal suono doppio per nove volte delle campane delle chiese
Il doge era subito imbalsamato e avvolto nel mantello d’oro, con il corno dogale in testa, gli speroni d’oro calzati alla rovescia e lo stocco del comando con l’impugnatura verso i piedi.I funerali, passati tre giorni dalla morte, si svolgevano in una processione a cui partecipavano migliaia di persone.
Arrivati all’interno della chiesa e terminata l’orazione funebre, tutti si allontanavano in gondola.
Il popolo non partecipava ai funerali dei doge, forse perché secondo un’antica profezia, la chiesa sarebbe dovuto crollare il giorno di una funzione solenne .
Ludovico Manin 1789-1797 ultimo doge veneziano.Pietro Gardenigo ,dopo l’elezione commenta: I ga fato doxe un furlan.La republica xe morta.(Hanno proclamato doge un friulano.La repubblica e morta.) Il 12 maggio 1797,circondato dal esercito francese,senza alcuna resistenza il doge depose le insegne dogali .L’abdicazione avviene a favore di una Municipalità provvisoria .Il 16 maggio fu firmato il trattato di sottomissione alla repubblica francese,guidata da Napoleone Bonaparte.

 

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