Venezia , san Giovanni e Paolo

Venezia ,  san Giovanni e Paolo

Campo San Giovanni e Paolo detto anche Campo de le “Meravegie”  è un’area san giovani e paolomonumentale tra le più importanti di Venezia, seconda solo a quella di S. Marco.    Il più importante,la basilica dei Santi Giovanni e Paolo (detta San Zanipolo in dialetto veneziano) è uno degli edifici medievali religiosi più imponenti di Venezia. Nel “Pantheon dei Dogi di Venezia”, vi furono sepolti, a partire dal 1300 ,venticinque ,dei centoventicinque dogi della Repubblica, e altri importanti personaggi.

E considerata “gemella” alla chiesa dei dei fari,(le dimensioni 96 metri per 40, sono quasi simili a quella dei Frari, edificata contemporaneamente) e dello stesso trionfale stille gotico veneziano.
Secondo la tradizione agiografica,i due fratelli di sangue Giovanni

San Giovanni

e Paolo, cristiani, ricchi e particolarmente caritatevoli erano personaggi molto in vista nella Roma dell’epoca.Il loro martirio, e effettivamente avvenuto a Roma.L’imperatore Giuliano,detto anche l’Apostata, nonostante aveva inizialmente emanato un “Editto di tolleranza” specialmente per i cristiani,decise a restaurare il culto pagano.(alcuni dicono che in realtà cercava di entrare in possesso dei beni affidati loro da Costantina, figlia di Costantino il Grande.)

 

 

Secondo la leggenda, le origini della basilica sono connesse a una visione del doge Jacopo Tiepolo.

capella del rosario “Una notte il doge Jacopo Tiepolo vide in sogno l’oratorio di S. Daniele e la paludosa zona circostante,piena di meravigliosi fiori sui quali volavano bianche colombe con una croce d’oro in fronte; ad un tratto due angeli scesero dal cielo con turiboli spargenti soavi profumi e s’udì una voce: “Questo è il luogo che scelsi per i miei Predicatori”.
Il giorno dopo ottenne dal Senato l’appoggio per donare il convento (oratorio di San Daniele) ai frati domenicani, presenti in città fin da oltre dieci anni,e che abitavano ancora sotto i portici di S. Martino .Subito (1234) si inizio la costruzione (della quale rimanga solo la parte inferiore della facciata),dedicata ai martiri romani del IV secolo Giovanni e Paolo.

La chiesa fu solennemente consacrata,a quasi due secoli dalla fondazione,il 14 novembre 1430 ,e fu continuamente arricchita ,per quasi un secolo, di monumenti sepolcrali, dipinti e sculture opera dei maggiori artisti veneziani.

(i martiri)

Cercò di convincerli ad abiurare la loro fede cristiana nella speranza che per la loro notorietà molti seguissero l’esempio dei due .I due fratelli rifiutarono l’invito e Giuliano mandò loro il capo delle guardie Terenziano, con l’intimazione di adorare l’idolo di Giove. Persistendo il loro rifiuto, essi vennero sequestrati in casa per una decina di giorni, affinché riflettessero sulle conseguenze del loro rifiuto.

 

Bartolomeo Colleoni L’ esterno e molto semplice,ed e curiosamente senza campanile, che pare mancasse già dal ‘300 .La chiesa si presenta con un’altissima facciata tripartita, aperta da un rosone centrale e da due occhi laterali.Il grande portale,e ornato da sei colonne di marmo  proconnesio trasportate qui nel 1459.Autori dell’opera sono Bartolomeo Bono ed il maestro Domenico Fiorentino .

Sul fianco che prospetta sul campo si addossano vari edifici e cappelle.

La pianta dell’edificio e a croce latina con tre navate a croce, sorrette da 5 enormi colonne, formati dall’unione di tre colonne cilindriche molto sottili, per lato.

Jacopo e Lorenzo Tiepolo Foto G. Dall'Orto, 10-Aug-2007Le statue dei due patroni Giovanni e Paolo si trovano nel altare maggiore.
Alle pareti delle navate sono addossati numerosi monumenti, e a destra si aprono cappelle. Nel 1682, per svolgere meglio le imponenti manifestazioni ufficiali,(per esempio i funerali dei dogi) il coro, racchiuso fra le prime quattro colonne della navata centrale,venne demolito e in parte trasportato nel presbiterio.

(i martiri)

Trascorsi i dieci giorni, (26 Giugno 362) il comandante , ritornò nella loro casa e dopo tre ore di inutili minacce e lusinghe, li fece decapitare e seppellire in una fossa scavata nella stessa casa, spargendo la voce che erano stati esiliati. 
Dopo la loro morte ,il figlio di Terenziano, cadde in preda ad un’ossessione e urlava che Giovanni e Paolo lo tormentavano, il padre con grande preoccupazione, lo condusse sulla tomba dei due martiri, dove il ragazzo ottenne la guarigione.

 

Alla morte del doge, il più anziano dei Consiglieri rispondeva:09112012501

“Con molto dispiacere avemo sentido la morte del Serenissimo Principe di tanta bontà e pietà; però ne faremo un altro”.

Poi la morte veniva annunciata per tutta la città dal suono doppio per nove volte delle campane delle chiese Il doge era subito imbalsamato e avvolto nel mantello d’oro, con il corno dogale in testa, gli speroni d’oro calzati alla rovescia e lo stocco del comando con l’impugnatura verso i piedi.I funerali, passati tre giorni dalla morte, si svolgevano in una processione a cui partecipavano migliaia di persone.Arrivati  all’interno della chiesa e terminata l’orazione funebre, tutti si allontanavano in gondola. Il popolo non partecipava più di tanto ai funerali dei doge, forse perché secondo un’antica profezia, la chiesa sarebbe dovuto crollare il giorno di una funzione solenne .
Ogni monumento di questa basilica narra una pagina di storia veneziana,
da Giovanni Dolfin del XII secolo, uno dei sepolcri, forse il più antico della Basilica,
al monumento a Vittor Pisani, (con la statua del defunto in originale) che ricorda il trionfo sulla Genova nella decisiva battaglia di Chioggia (1380),

Andrea Tirali - Tomba dei Valier-Jacopo Tiepolo [duca di Candia (odierna Creta) e due volte bailo (ambasciatore) a Costantinopoli],il quarantatreesimo doge della Repubblica di Venezia dal 6 marzo 1229 al 2 maggio 1249, quando abdicò e si ritirò a vita privata,

-l’urna del doge Renier Zen (o Reniero Zeno) quarantacinquesimo doge della Repubblica di Venezia 1253 – 1268,
-il sepolcro trecentesco di Marco Giustiniani della Bragora,

-Alvise Diedo, membro del Consiglio dei Dieci,che riportò in salvo da Costantinopoli la flotta veneziana rinchiusa da Maometto nella rada (1453),

-il grande doge Leonardo Loredan il settantacinquesimo doge della Repubblica di Venezia,(2 ottobre 1501-21 giugno 1521) pronto a far scudo col suo corpo contro il mortale pericolo che Venezia l’ebbe dalla lega di Cambrai (1508),   http://www.magicoveneto.it/storia/serenissima/Lega-di-Cambrai-Guerra-Anti-Veneziana-1508-1517.htm

-monumento a Marcantonio Bragadin, eroe veneziano scorticato vivo dai turchi ,contiene
ciò che rimaneva della pelle dell’eroe veneziano ,conservata in un’urna , e il busto del  “più grande eroe della Serenissima”,ci ricorda l’assedio e la caduta di Famagosta (1571);

bragadin

http://dipoco.altervista.org/il-martirio-di-bragadin/

La grande battaglia di Lepanto , e commemorata nel monumento ufficiale della Signoria:
(cappella della Madonna del Rosario), dove sono le spoglie di Sebastiano Venier, ammiraglio , vincitore di Lepanto, fu eletto doge all’età di 81 anni .
Fu l’ottantaseiesimo doge della Repubblica di Venezia dal’11 giugno 1577-3 marzo 1578.

Nella Cappella Cavalli,si trovano i monumenti funebri della famiglia ducale dei Venier: Antonio, Francesco e Sebastiano Venier e monumento quattrocentesco al doge Antonio Venier, (21 ottobre 1382 -23 novembre 1400) , il sessantaduesimo doge della Repubblica di Venezia.
-i monumenti,in pietra d’Istria,ai dogi Alvise I Mocenigo, Giovanni Mocenigo (il settantaduesimo doge della Repubblica di Venezia ), e Pietro Mocenigo ( il settantesimo doge della Repubblica di Venezia),le sepulture dei dogi Alvise I, Alvise III Sebastiano, Alvise IV Giovanni ,di antica famiglia Mocenigo,

-monumento funebre del doge Andrea Vendramin,(4 marzo 1476 5 maggio 1478) fu il settantunesimo doge della Repubblica di Venezia. Ai lati si trovano due statue di “Armati ” entro le nicchie laterali,opera di Lorenzo Bregno.Queste due statue andarono a sostituire Adamo (firmato da Tullio) ed Eva (probabile opera di Francesco Segala), molto rare nell’arte funebre e ritenute  inadatte per la loro nudità. Le statue rimosse finirono a palazzo Vendramin Calergi, dove divennero proprietà, della duchessa di Berry; Adamo venne venduto poi alle Collezioni Dreyfus e Pereire finendo prima a Parigi e poi al Metropolitan Museum of Art di New York. Eva e ancora a Ca’ Vendramin.  http://dipoco.altervista.org/casino-di-venezia/

(i martiri)

Il successore di Giuliano l’imperatore Gioviano (363-364), abrogò la persecuzione contro i cristiani e diede incarico al senatore Bizante,e al suo figlio Pammachio di ricercare i corpi dei due fratelli e una volta trovati, fece erigere dallo stesso senatore e dal figlio Pannachio, una basilica sopra la loro casa nel 398.

Giovanni Battista Piazzetta (1727); The Glory of St Dominic-monumento al doge Nicolò Marcello,doge della Repubblica di Venezia ( 13 agosto 1473 -1 dicembre 1474) di Pietro e Tullio Lombardo, costruito tra il 1481 e il 1485.Il doge Nicolò Marcello coniò una nuova moneta: la mezza lira d’argento chiamata, non a caso, “marcello”.Rimasto senza discendenza diretta, lasciò gran parte della sua eredità ai poveri.Morì per un malore il 1º dicembre 1471, mentre assisteva alla processione per il conferimento del comando della flotta veneziana ad Antonio Loredan.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nicol%C3%B2_Marcello
-monumento al doge Tommaso Mocenigo,sessantaquattresimo doge della Repubblica di Venezia ( 7 gennaio 1414 – 4 aprile 1423) opera della prima metà del Quattrocento,che unisce elementi ancora gotici a elementi rinascimentali, oltre a denotare una certa influenza dell’arte di Donatello.Qui fu usato per la prima volta il baldacchino in stoffa.

-l’urna del doge Giovanni Dolfin venne eletto doge,dopo la morte di Giovanni Gradenigo,13 agosto 1356 -? 1361 .

-monumento al doge Marco Corner o Cornaro – il cinquantanovesimo doge della Repubblica di Venezia 21 luglio 1365-13 gennaio 1368.

-monumento al doge Pasquale Malipiero, sessantaseiesimo doge della Repubblica di Venezia dal 30 ottobre 1457  -7 maggio 1462, di Pietro Lombardo,

Il doge Silvestro Valier. Fu l´ultimo doge seppellito nella Basilica intorno al 1700.

Sono sepolti qui anche Emilio e Attilio Bandiera e Domenico Moro,i protagonisti del fratelli bandieraRisorgimento .

Sull’altare della cappella del Beato Giacomo Salomoni, o del Nome di Gesù, è conservato il corpo del beato domenicano Giacomo Salomoni (Venezia, 1231 -Forlì, 1314), invocato a protezione dei tumori.La volta e ornata con dipinti di Giovanni Battista Lorenzetti e di Pietro Liberi. Canova la considerava “un vero gioiello d’arte”.

Anche Palma il Giovane eresse qui un monumento funebre per sé, suo padre Palma il Vecchio e Tiziano.

(i martiri)

Sotto la basilica Celimontana dei santi Giovanni e Paolo,nascosta tra archi medievali e Casa romana al Celio  Romacontrafforti del percorso dei Fori Imperiali, a loro dedicata sono stati ritrovati ,nel 1887, resti di una villa romana (a due piani) abitata da cristiani, con il piccolo vano della “confessio” che reca affreschi di scene di martirio, testimoniato da innumerevoli citazioni in Canoni sia romani che ambrosiani,sotto cui c’è una fossa per il seppellimento di due corpi.

La parete di fondo del transetto destro e dominata da un grandioso finestrone gotico, con vetrata colorata,splendidamente illuminata,compiuta da Gian Antonio Licino da Lodi.Alla fine del XV secolo le vetrerie veneziane dell’isola di Murano, per ottenere il vetro impiegavano tecniche e materie prime che sono descritte dettagliatamente nei documenti del tempo.Per colorare il vetro si aggiungevano nel crogiolo degli ossidi di manganese (viola), cobalto (blu),rame ( acquamarina, verde e rosso) e ferro (giallo,verde). La colorazione finale dipendeva anche dalle condizioni e dal modo in cui veniva condotta la fusione .Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo Foto G. Dall'Orto lug 2006

Sotto di esso si possono vedere due altari rinascimentali: quello di destra è ornato dall’Elemosina di sant’Antonino, pala eseguita nel 1542 circa da Lorenzo Lotto, quella di sinistra dal Cristo tra i santi Pietro e Andrea, opera di Rocco Marconi. Al centro, sotto un baldacchino, è conservata la sedia del doge.

(i martiri)

E  possibile che i dati sul tempo e il luogo in cui alcuni martiri sono morti non possono essere determinate con precisione assoluta, ma è certo che il vero amore per Cristo , ha aiutato molti cristiani a scegliere una morte che porterà alla “vita eterna”,invece di una vita “da morti”.
Alcune opere che parlano del rinascimento Italiano,e di quello Veneziano in particolare si trovano :Nelle cappelle della parte destra, con il soffitto in legno dorato di Tintoretto e di Palma il giovane, con tele del Tiziano “Martirio di san Pietro” e la “Madonna e Santi” di Giovanni Bellini , ” l’Adorazione dei Pastori”, ” l’Assunta e l’Annunciazione” del Veronese.
Nel altare dedicato a san Vicenzo,troviamo un dipinto di Giovanni Bellini,tempera su tavola, databile al 1464-1470 dove sono raffigurati alcuni miracoli di San Vincenzo ,( dedicato al domenicano spagnolo San Vincenzo Ferrer Valencia,23 gennaio 1350 – Vannes, 5 aprile 1419,)

san giovani e paolo internoNella cappella di San Domenico l´affresco sul soffitto di Giovanni Battista Piazzetta. È il capolavoro del rococò veneziano nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.

 

Nell affascinante interno della basilica si trovano dei meravigliosi dipinti di epoca medioevale ,tra qui :la pala d´altare di Lorenzo Lotto, che presenta influenze di Tiziano,
“Gesù incontra la Veronica” di Carlo Caliari, “San Michele sconfigge Lucifero”, di Bonifacio de’ Pitati, “Martirio di Santa Cristina” di Sante Peranda, “Lavanda dei piedi e Cena eucaristica” di Benedetto Caliari,”San Domenico salva dei marinai invitandoli alla preghiera del rosario”, del Padovanino,” Gesù morto ” dello Giovanni Battista Zelotti,”San Francesco, sopra la porta”, di Angelo Lion, ” Onorio III “di Leandro da Bassano,nella Cappella del Rosario,dedicata alla battaglia di Lepanto del 1571, sono collocate opere di Paolo Veronese.

In questo tesoro immenso, dal significato cruciale per Venezia ne troviamo opere di: Nino Pisano, Pietro e Tullio Lombardo, Alessandro Vittoria, Giuseppe Maria Mazza,Gianmaria Morlaiter, Giovanni Bonazza ,per i monumenti di grande architettura mentre nel’ambito della pittura figurano capolavori di Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Cima da Conegliano, Paolo Veronese, Giambattista Piazzetta.

(i martiri)

Giovanni e Paolo furono molto venerati come santi, ed i loro nomi furono inseriti nel Canone della Messa.

La Chiesa cattolica celebra la loro memoria liturgica il 26 giugno.
Soprattutto nei paesi di lingua tedesca, ma non solo, i due santi sono considerati “Wetterheiligen”, cioè protettori contro le tempeste e, in genere, le avversità atmosferiche.

 
Monumento funebre del doge Pietro MocenigoNel 1806, sotto l’occupazione napoleonica, i domenicani vengono allontanati dal loro convento,che fu trasformato in ospedale, e la chiesa viene privata di numerose opere d’arte.
Nel 1867 un incendio brucia completamente la cappella del Rosario e distrugge “la Madonna con Bambino e santi” di Giovanni Bellini (1476) e “l’Uccisione di San Pietro Martire” di Tiziano, due opere capitali che rivoluzionarono l’idea di quadro d’altare.
Il restauro di questa cappella si conclude nel 1959.

 

Ecco gli orari : tutti i giorni 7.30-12.30 e 15.30-19.30 (telefono +39

041 5235913).

L’entrata alla Chiesa di San Giovanni e Paolo è gratuita per i residenti, mentre per i turisti il costo del biglietto di ingresso è di 2,50 euro.
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