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Il maggior Consiglio,il Consiglio dei dieci di Venezia. Fornaretto .

Il Maggior Consiglio Venezia

Il Maggior Consiglio Venezia

Il maggior Consiglio,il Consiglio dei dieci di Venezia. Fornaretto . Il consiglio ,organo collegiale con funzioni consultive o deliberative ,sostituisce a Venezia le assemblee popolari, costituendo le basi della costituzione veneziana.Il patrizio di Venezia,membro marcante del consiglio, viene dal infanzia allevato con l’idea che deve tutto alla Repubblica. L’intelligenza e l’esperienza acquisita,la deve usare per il bene della Repubblica.La  legge proibisce di rifiutare un impegno pubblico. Per tutta la vita l’individuo e subordinato allo stato.Gli interessi privati passano in secondo piano. La prima legge costituzionale di venezia,termina la reggenza della dinastia degli Orseoli. Questa legge proibisce al capo della città di associare un co-reggente al suo potere.Il nuovo sovrano era assistito dai due consiglieri che sorvegliavano i suoi atti mentre lo assistevano. Più tardi il numero di consiglieri aumentò a sei,nascendo cosi il Minor Consiglio.

Nel palazzo ducale , uno dei simboli della città di Venezia,abitava il capo supremo della repubblica,e si riunivano i Consigli istituiti dalla costituzione veneziana. Nel 1143 vengono eletti nei diversi quartieri della città ,i savi (i sapientes) rappresentando il Consiglio permanente del doge .Cinquanta anni dopo ,diventano “savii del Minor Consiglio” . Inizialmente vengono nominati per un anno e devono prestare un giuramento chiamato “promissio”.

sala del maggior consiglio

sala del maggior consiglio

La sala principale del Palazzo, situata sull’angolo tra il Molo e la Piazzetta,era un tempo la sede della massima magistratura veneziana, il Maggior Consiglio. Il maggior consiglio ,nata come assemblea popolare, diventa con tempo un assemblea che riunisce tutta le nobilita veneziana. Ha il potere legislativo ,prepara le leggi della repubblica e li discutono nelle assemblee interne.Può intervenire in ogni dominio pubblico e ha il potere di nominare ,attraverso elezioni ,tutte le cariche dello stato.Il maggior consiglio vota tutti i magistrati,dai procuratori ,senatori ed “i dieci”,fino ai governatori civili. Al interno del Maggior Consiglio si costituiscono delle commissioni;la più importante, composta da quaranta persone darà origine al tribunale della quarantia (menzionato negli archivi per la prima volta nel 1223).

La sala del Senato,affacciata sul Rio di Palazzo e destinata alle riunioni del Consiglio dei Pregadi (o Senato),deputato al governo della Repubblica. Al inizio un consiglio temporaneo,i Pregati,quelli che vengono pregati di essere di aiuto nel governo degli affari,diventa con il passare del tempo permanente.Fu il germine del futuro senato con il nome di consiglio dei pregati. Il senato (consiglio dei pregati),troverà un organizzazione definitiva quando la scelta dei pregati sara affidata al maggior consiglio . Il numero dei membri viene fissato ai sessanta ai quali si aggiungevano un certo numero di eletti sotto il nome di “zonta” ,altre sessanta persone aggiunte,che diventano con tempo membri permanenti. A questo numero di persone si aggiungevano:il doge ed i suoi consiglieri,i procuratori di San Marco,i savii grandi,i giudici della Quarantia,i capi dei principali servizi pubblici. In tutto si poteva arrivare ad un numero di trecento persone.Il senato amministrava le finanze,(denaro pubblico,prestiti,imposte e tasse) e si occupava della amministrazione pubblica sia nella città e terraferma che nei possedimenti oltremare. Era sempre il senato a decidere tramite i comandanti ,generali degli eserciti, ufficiali di alto rango fare guerre,alleanze e dirigere la diplomazia.

quarantia  criminal

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La Sala del Collegio,Palazzo Ducale, comunicante sia con la Sala Anti collegio sia con la Sala del Senato, era destinata alle riunioni del Collegio dei Savi e della Serenissima Signoria. Il collegio era composto da ventisei persone ,dieci membri della signoria e sedici savii : sei “savii grandi” una posizione autorevole occupata dai più alti funzionari e procuratori di San Marco,cinque “savii di terraferma”,che si occupavano della guerra,delle finanze,e dirigeva la politica estera e gli affari interni,e altri cinque “savii agli ordini”,responsabili delle cose relative alla marina ,avendo sotto mani gli archivi diplomatici,per potere istruirsi negli affari e per poter coprire incarichi dello stato.

La signoria .

Dal 1423 sostituisce il comune Veneciarum. In assenza del doge , presiedevano  il maggior consiglio ed il senato,ricevevano gli ambasciatori.Due volte ala settimana erano presenti al Palazzo Ducale per ricevere i reclami dei cittadini di ogni classe .Era composta dal doge ,i suoi consiglieri e dai tre capi della quarantia.

la signoria

la signoria

La Sala del Consiglio dei Dieci era destinata alla riunione dell’omonimo organo, ristretto ed onnipotente, deputato alla sicurezza dello Stato. Costituito dopo la cospirazione di Tiepolo (1310) il “consiglio dei dieci”,era una commissione straordinaria di dieci membri con il compito di scoprire e giudicare gli atti di tradimento contro la città .Al inizio con un mandato di tre mesi ,questo fu prolungato di anno in anno fino al 1335 quando divenne consiglio permanente. Il consiglio si riuniva ogni giorno ,accogliendo le denunce ,ascoltando i rapporti delle loro spie,giudicando con la procedura rapida e segreta ,i crimini contro la sicurezza dello stato .Sorvegliavano qualsiasi cosa:l’amministrazione la diplomazia,il senato, il doge.I capi dei dieci erano rinnovati ogni mese . Nessuna denuncia era accolta senza essere oggetto di una discussione attenta.Per passare una denuncia aveva bisogno di quattro quinti dei voti.Le denunce anonime erano esaminate in modo ancora più severo.L’accusato poteva citare dei testimoni e avere un avocato. Prima di pronunciare la sentenza ,veniva fatta una seconda lettura delle prove.L’avocato comunale aveva bisogno di più della meta dei voti per proporre la condanna. La penna poteva essere a seconda dei casi l’esilio,condanna alle galere ,imprigionamento nei piombi o nei pozzi,la morte per impiccagione, decapitazione  o annegamento notturno nelle acque della laguna.Nonostante la paura che il consiglio dei dieci infondeva , le esecuzioni non erano in media più di dieci al anno.

Se voi sapere di piu riguardo il palazzo ducale : http://chiviaggiaimpara.blogspot.it/p/venezia-palazzo-ducale-capolavoro_4.html

rio terra dei assasini

rio dei assassini interrato

Nonostante tutte le precauzioni ci sono stati anche degli errori giudiziari.E la storia del Fornaretto, o meglio il” pòvaro Fornaretto”, come in genere lo si definisce qui in città, ne è un esempio lampante. Alcuni dicono che si chiamava Pietro Faccioli, soprannominato ” Fasiol”(fagiolo),alcuni ,Pietro Tasca.Lavorava nella bottega di fornaio del padre,in calle della Mandola.Un giorno di primavera del 1507 ,il fornaretto, scendendo i gradini del Ponte dei Assassini, allora di legno, ora non esiste più visto che il Rio è stato interrato,( Rio Terà dei Assassini), trovò un morto pugnalato per strada e fu incolpato di quell’omicidio. La macchina della Giustizia si mise in moto e lo sfortunato giovane venne torturato. Il fornaretto, ammise il fatto mai commesso.Gli inquisitori, decretarono la sua condanna a morte per decapitazione,tra le due colonne di San Todaro e di S. Marco.Subito dopo la sua decapitazione, arrivò  correndo un servo per fermare l’esecuzione, gridando: ” Il fornaretto è innocente, il colpevole ha confessato che è stato lui ad aver commesso l’omicidio divorato dalla gelosia”. La voce del servo che gridava l’innocenza di Pietro si diffuse in tutta Venezia. Il giorno dopo il Doge, Leonardo Loredan, convocò il Consiglio dei Dieci e tutta la Magistratura Veneziana,stabilendo che prima di ogni sentenza si debba pronunciare la frase; «Recordève del pòvaro Fornaretto!» Questa frase verrà ripetuta fino alla fine della Serenissima, e farà riflettere gli incaricati prima di emettere una sentenza, ripetendola per tre volte . Da allora, due lumini rossi sono accesi tutte le notti fra due archi della Basilica, di fronte al punto in cui c’era il patibolo come perenni scuse della città a quella vittima innocente. Francesco dall’Ongaro nel 1848 vi scrisse una pièce teatrale di successo intitolata appunto “Il fornaretto di Venezia” .Anche nel cinema ci furono varie versioni create,che ebbero un ottimo successo.

La storia di fornaretto: http://www.venessia.com/fornareto.htm

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