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Venezia Santa Lucia

Santa Lucia

Il nome e latino ed era associato alla via Lucis, cioè cammino di luce,oppure  «nati al sorger della luce (cioè all’alba)»  quindi :Lucia = luminosa, splendente
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la maggioranza delle fonti la data relativa al suo
“dies natalis”: 13 dicembre anche se nel misterioso calendario latino del Sinai il “dies natalis” di Lucia cade l’8 febbraio.

il 13 dicembre era, effettivamente, la giornata dell’anno percentualmente più buia , solstizio d’inverno;intorno a quella data, il paganesimo romano festeggiava già una dea di nome Lucina,da qui la teoria secondo la quale tutte le festività cristiane (come già quella di Agata) sarebbero state istituite in luogo di preesistenti culti pagani,

Ma, quali sono le cause del proliferare della tradizione relativa alla santa Lucia,
protettrice della vista?
L’episodio di Lucia che si strappa gli occhi e privo di ogni fondamento, ed assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, (almeno fino al secolo XV). L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia (da Lux, luce).” Si può parlare di dilatazione dell’atto di lettura nell’immaginario iconografico, gli occhi, che Lucia
tiene in mano (o su un piatto o su un vassoio), che si accompagnano spesso alla palma, alla lampada  (uno dei simboli evangelici più diffuso e più bello, forse derivato dall’arte sepolcrale)
SantaluciaE per questo motivo che l’iconografia, già a partire dal sec. XIV, si fa interprete e divulgatrice di questa leggenda,raffigurando la santa con simboli specifici che prima dell’età moderna sono mancati riferimenti ai suoi dati fisiognomici,per cui gli artisti erano soliti ricorrere alla Legenda Aurea di Iacopo da Varazze, che rappresenta il testo di riferimento e la fonte di gran parte dell’iconografia religiosa.

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Gli atti del martirio di Lucia di Siracusa sono stati rinvenuti in due antiche e diverse redazioni: l’una in lingua greca il cui testo più antico risale al sec. V ;
l’altra, in lingua latina, riconducibile alla fine del sec. V che pare essere una traduzione di quella greca .
La più antica redazione greca del martirio contiene una leggenda agiografica edificante, rielaborata da un anonimo due secoli dopo il martirio sulla tradizione orale e dalla quale si cerca ancora di trare dati storici.

Se da una parte ce chi l’ha strenuamente difesa,ammettendo sia la storicità del martirio sia la legittimità del culto; da l’altra parte ci sono quelli chi l’ha del tutto biasimata, reputando la narrazione una pura escogitazione fantasiosa dell’agiografo e con assenza di ogni cura per l’esattezza storica.

Il martirio incomincia con la visita di Lucia (orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa) assieme alla madre Eutichia, al sepolcro di Agata a Catania, per supplicare la guarigione dalla malattia da cui era affetta la madre: un inarrestabile flusso di sangue . Lucia, quindi, incita la madre ad avvicinarsi al sepolcro di Agata e a toccarlo con “assoluta fede “e “cieca fiducia” nella guarigione miracolosa che la vergine martire era capace di dare . Lucia, a questo punto, è presa da un profondo sonno che la conduce ad una visione onirica nel corso della quale le appare Agata che, mentre la informa dell’avvenuta guarigione della madre le predice pure il suo futuro martirio, che sarà la gloria di Siracusa così come quello di Agata era stato la gloria di Catania.

Lucia comunica alla madre la sua decisione vocazionale: consacrarsi a Cristo! A tale fine le chiede pure di potere disporre del proprio patrimonio per devolverlo in beneficenza.(era stata promessa in sposa ad un pagano).Tuttavia, proprio durante tale viaggio di ritorno, Lucia riesce, con le sue insistenze, a convincere la madre, la quale finalmente le da il consenso di devolvere il patrimonio paterno in beneficenza, cosa che la vergine avvia appena arrivata a Siracusa.

Però, la notizia dell’alienazione dei beni paterni arriva subito a conoscenza del promesso sposo della vergine, che se ne accerta proprio con Eutichia alla quale chiede anche i motivi di tale imprevista quanto improvvisa vendita patrimoniale. La donna gli fa
credere che la decisione era legata ad un investimento alquanto redditizio,  e tale da spingerlo a collaborare alla vendita patrimoniale di Lucia.
In seguito il fidanzato di Lucia, forse esacerbato dai continui rinvii del matrimonio, decide
di denunciare al governatore Pascasio la scelta cristiana (erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’Imperatore Diocleziano) della promessa sposa.Dopo un interrogatorio la vergine riesce a controbattere con la forza e la sicurezza di chi è ispirato da Cristo, il governatore Pascasio le infligge la pena della prostituzione . Sottoponendola a  una sorta di esorcismo di allontanare “lo Spirito maligno “.
La vergine, gli dice che, la sua mente non cederà ma il corpo sottoposto a torture forse andrà contro alla sua mente ,  ma ella resterà comunque casta, pura e incontaminata nello spirito e nella mente.
A questo punto si assiste ad un prodigioso evento: la vergine diventa inamovibile e salda sicché, nessun tentativo riesce a trasportarla a cedere  , nemmeno i maghi appositamente convocati dallo spietato Pascasio.
Esasperato da tale straordinario evento, il governatore ordina che sia bruciata, ma neanche il fuoco riesce a bruciarla . Lucia perisce per spada! Sicché, piegate le ginocchia, la vergine attende il colpo di grazia e, dopo avere profetizzato la caduta di Diocleziano e
Massimiano, è decapitata.

1177413979A Siracusa un’inveterata tradizione popolare vuole che, dopo avere esalato l’ultimo respiro, il corpo di Lucia sia stato devotamente seppellito nello stesso luogo dell martirio. Infatti, secondo la devozione dei suoi concittadini ,il corpo della santa fu riposto in una nicchia scavata nel tufo delle catacombe e usata come sepolcro.
Nell’ 878 Siracusa fu invasa dai Saraceni per cui i cittadini tolsero il suo corpo da lì e lo nascosero in un luogo segreto per sottrarlo alla furia degli invasori. Fu portato poi da Siracusa a Costantinopoli in  “una teca d’argento” .Durante la crociata del 1204 i Veneziani
lo trasportarono nel monastero di San Giorgio a Venezia ed elessero santa Lucia compatrona della città,costruendo una grande chiesa, dove il corpo fu conservato fino al 1863, quando questa fu demolita per la costruzione della stazione (che per questo motivo si chiama VENEZIA SANTA LUCIA)
Dal 1860 Pio IX ha fatto trasferire il corpo nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia, costruita con il materiale del presbiterio della demolita chiesa di S. Lucia dove si venera a tutt’oggi . Nel 1955 il patriarca Angelo Roncalli -divenuto poi papa con il nome di Giovanni XXIII-  Santa Lucia
volendo che fosse conferita più importanza alle sacre reliquie di Lucia, suggerì che le spoglie fossero ricoperte di una maschera d’argento.

Il 4 aprile 1867 le spoglie di Lucia furono profanate dai ladri (subito arrestati), che si erano introdotti nella chiesa , per impadronirsi degli ornamenti votivi. Poi nel 1949, alla martire gli fu sottratta la corona (anche in questo caso il ladro fu arrestato) e nel 1969, due ladri infransero il cristallo dell’urna.Il 7 novembre 1981 due aggressori spezzarono l’urna della martire estraendovi il corpo e lasciandovi il capo e la maschera argentea. Anche questa volta il corpo fu recuperato proprio il 12 dicembre del 1981,giorno della vigilia della commemorazione della santa.

 

 

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