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Venezia-Palazzo dei Camerlenghi

I Camerlenghi,( cassieri dello Stato che sovrintendevano le attività di riscossione)
Un Camerlengo era posto all’amministrazione della cospicua quantità di denaro a disposizione del potente Consiglio dei Dieci per l’esercizio delle sue attività di sorveglianza segreta.

450px-Palau_dei_camerlenghi,_Venècia,_detallPalazzo dei Camerlenghi
,a Rialto e l’unico palazzo sul Canal Grande dal quale si vedono le acque del “Canalazzo” da ognuno dei suoi (cinque invece quattro) lati.
Era sede di magistrature finanziarie, tra le quali i Consoli dei Mercanti ed i Sopraconsoli dei Mercanti. Data questa importante funzione economica, il piano terra del palazzo verso il Canal Grande era destinato a prigione per i debitori insolventi e ler questo la fondamente antistante il palazzo è chiamata Fondamente de la Preson). Questa esposizione dei prigionieri in piena Rialto serviva da severo avvertimento per quanti passavano.
Fu il grande doge Andrea Gritti, uomo illuminato e mecenate il cui nome ancora spicca su un’iscrizione commemorativa posta sulla facciata, a dare avvio ai lavori quasi contemporanei sia del ponte (che prima era in legno e levatoio nel mezzo per permettere il passaggio ai navigli con alte alberature e al bucintoro), che di questo edificio.
Fu edificato tra il 1525 ed il 1528 su progetto di Guglielmo dei Grigi, ispiratosi al Codussi ed ai Lombardo.

Un tempo questo fabbricato appariva molto più sontuoso,la facciata era arricchita con diversi marmi colorati e pregiati per via del ruolo così importante svolto al suo interno. Oggi non vediamo che un riflesso della sua antica magnificenza e la maggior parte di questi decori sono andati persi nel tempo. Le finestre che si aprono su tutta la facciata rivolta verso il Canal Grande sono centinate, separate da lesene e adornate con fregi particolari.camerlengi pallazo

Anticamente anche gli interni dell’edificio erano di grande ricchezza, e ciò era dovuto alla consuetudine stabilita, per tutte le magistrature veneziane, che al momento di lasciare l’incarico, i magistrati lasciassero in dono al palazzo un quadro con soggetto religioso sul quale fosse ben visibile il proprio stemma o ritratto.Una grande quantità di tele,spesso
di grande pregio, finì ben presto per adornare gli uffici (tuttora sono testimonianza di questo uso i bei ritratti di “Avogadori” che si trovano all’ “Avogaria de Comun” in Palazzo Ducale).

“Nel 1560 ,nel giorno di San Giacomo ,un certo G.Battista d’Orazio della Terra di Lavoro fu accusato di essere entrato nel palazzo dei Camerlenghi e di aver rubato un scrigno che conteneva otto mila ducati.Gli fu tagliata la mano destra e fu impiccato a Rialto.”
…L’austerità di questo edificio appare però un po’ stemperata dalla particolare decorazione
dei capitelli dei due pilastri posti ai lati del portale d’ingresso, cosa che potrebbe apparire quantomeno “licenziosa”: da una parte un uomo con una zampa unghiata al posto dei genitali e, dall’altra, una donna seduta con la vagina in fiamme.
S. Zuane de Rialto - ruga dei oresiLa tradizione popolare lega questa rappresentazione ad un fatto accaduto durante i lunghissimi lavori per la ricostruzione del Ponte di Rialto (fra il 1514 e il 1587), quando un uomo e una donna del popolo discutendo animatamente sulla estrema lentezza con la quale procedevano i lavori , avevano esclamato, l’uno, che il ponte sarebbe finito quando gli sarebbe nata un’unghia al posto dei genitali e, l’altra, quando la vagina le fosse andata a fuoco. la_donna_co_la_mona_che_2000
I veneziani, ironici e sempre amanti degli scherzi, li immortalarono così.

 

Purtroppo, con la caduta della Repubblica, nel 1806 il Regno Italico si disfece della collezione e le opere finirono divise fra la Pinacoteca di Brera, Modena, vari depositi demaniali e Vienna.
Una parte di queste opere sono poi ritornate in Italia ma non sono più state collocate nella loro sede originaria, bensì alcune sono finite alle Gallerie dell’Accademia e altre adornano le pareti di vari ambienti della Fondazione Giorgio Cini sull’isola di San Giorgio.
Oggi meraviglia, passando accanto a questo antico palazzo, come esso possa ancora sfidare l’onta del tempo, visti i pilastri dissestati che danno l’idea di una precaria stabilità e di essere sempre sul punto di cedere, ma evidentemente i criteri costruttivi furono così severi da aver conferito alla fabbrica una solidità eccezionale, che ha fatto sì che ancora oggi noi possiamo ammirarla.

Caduta la Repubblica di Venezia, l’edificio ospitò negli anni la Corte d’Appello, uffici del Demanio e del Registro Attualmente nel Palazzo dei Camerlenghi ha sede la Corte dei Conti, continuando in tal modo la tradizione secolare che vuole qui la sede della magistratura finanziaria.

 

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